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Le eccentriche orbite delle lune di Nettuno

Geek   23.07.20  
Le orbite di Naiade e Talassa attorno a Nettuno
Le orbite di Naiade e Talassa attorno a Nettuno

Naiade e Talassa sono due minuscoli satelliti naturali di Nettuno. Le loro orbite sono collegate da un singolare quanto curioso schema di risonanza che gli astronomi definiscono "danza dell'elusione".
Le orbite delle due lune irregolari si trovano infatti ad appena 1.850 chilometri di distanza. L'orbita di Naiade è inclinata e perfettamente sincronizzata rispetto a quella di Talassa, facendo sì che la luna sorpassi l'altra superandola due volte dall'alto e poi due volte dal basso, in un ciclo che si ripete ogni 21 giorni e mezzo terrestri.
Ogni volta che Naiade passa vicino alla più lenta Talassa, i due satelliti si trovano a una distanza di circa 3.540 chilometri.

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Una mappa 3D dell'universo conosciuto

Geek   21.07.20  

Lo Sloan Digital Sky Survey (SDSS) ha pubblicato la più grande mappa tridimensionale dell'universo conosciuto che aiuterà gli astronomi a comprendere più a fondo la storia della sua espansione.
I ricercatori saranno ora in grado di misurare i modelli nella distribuzione delle galassie per provare a comprendere l'energia oscura, l'ipotetica forma di energia diffusa omogeneamente nello spazio e per ora non direttamente rilevabile che potrebbe giustificare l'espansione accelerata del nostro universo.

I nuovi dati provengono dall'extended Baryon Oscillation Spectroscopic Survey (eBOSS), il frutto di una collaborazione internazionale di oltre 100 astrofisici, che ha fornito misurazioni dettagliate di oltre due milioni di galassie e quasar che coprono un arco di tempo pari a 11 miliardi di anni di espansione dell'universo.

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Lo stato della ricerca sui vaccini contro il Coronavirus tra dati reali e hype

Geek   18.07.20  

Salon ha chiesto agli immunologi di spiegare lo stato della ricerca e delle sperimentazioni sui vaccini contro il Coronavirus, per fare chiarezza tra le notizie certe e i titoli strillati quotidianamente dai media.

Secondo il New York Times, ci sono oltre 145 vaccini contro il COVID-19 in fase di sviluppo in tutto il mondo; 21 di questi vaccini sono in sperimentazione umana. Il panorama dei vaccini è certamente caotico, motivo per cui può essere difficile differenziare quali sono le notizie sui progressi reali e ciò che viene sovrascritto dai media.

"Ci sono così tanti candidati al vaccino, questo è senza precedenti", ha detto a Salon, Bunny Ellerin, direttrice del programma di gestione sanitaria e farmaceutica della Columbia Business School. "Mai prima d'ora così tante organizzazioni hanno voluto produrre un vaccino".

Ellerin spiega anche a quante e a quali fasi un vaccino deve essere sottoposto per passare dalla sperimentazione preclinica all'immissione sul mercato.

"La fase I è molto piccola - si chiama 'la prova di sicurezza' coinvolge un piccolo numero di partecipanti solo per assicurarsi che sia sicura", ha spiegato Ellerin. "La fase II è un numero maggiore di individui... si concentra sia sulla sicurezza che sull'efficacia, ma non è enorme."

La fase III è il "processo fondamentale", ha detto Ellerin, spiegando che mette alla prova migliaia di persone. Nella fase III, spesso l'efficacia del vaccino è "quasi", ma non del tutto assicurata.

Infine, la fase IV si verifica quando il vaccino è approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) ed è commercializzata sul mercato.

[...] Dall'inizio alla fine del processo, di solito ci vogliono dai cinque agli otto anni per passare attraverso le prove e rendere il vaccino disponibile al pubblico. Dall'8 luglio, solo quattro società hanno raggiunto in Fase III.

Ellerin ha affermato che un vaccino non è mai stato creato così velocemente come quello contro il coronavirus. Pertanto, è certamente possibile che un vaccino arriverà molto prima, principalmente perché le aziende stanno "lavorando parallelamente", come dice Ellerin.
Il lavoro congiunto su di un vaccino significa che un'azienda o un'istituzione lavora su più fasi contemporaneamente, ad esempio reclutando volontari per la fase III quando si è ancora nella fase I, al fine di accelerare il processo.

Ellerin ha detto che questo processo le fa sperare che un vaccino sarà sul mercato a partire dalla prossima estate.

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La scienza alla base dei gusti delle caramelle Haribo

Geek   09.07.20  

Popular Science racconta in dettaglio il processo di creazione, selezione e produzione che è alla base dei famosi sapori delle gommose Haribo, come le Goldbears una tra le caramelle più vendute al mondo.

Cento anni fa, la prima fabbrica Haribo ha avviato le sue macchine dolciarie sulle rive del fiume Reno in Germania. Aperta dal 27enne Hans Riegel, l'attività rimase per anni una piccola realtà locale, fino a quando il fondatore non fece una meravigliosa scoperta culinaria. La formula esatta del suo successo a forma di orso rimane ancora oggi un segreto, ma la sua ricetta include gelatina, zucchero, un bollitore di rame, un mattarello e la magia della termodinamica.

Oggi la Haribo confeziona 100 milioni di orsetti gommosi al giorno e vende oltre 1.000 varietà di caramalle in tutto il mondo, lanciando nuove specialità ogni anno.
La capacità produttiva della società non la rende soltanto una azienda di successo, ma consente anche di ridefinire le tendenze e i sapori dell'industria mondiale delle caramelle al gusto di frutta.

Aggiungere un nuovo sapore alla gamma Haribo richiede un'ateenta pianificazione. Gli scienziati del settore alimentare dell'azienda testano meticolosamente ogni nuova ricetta per scoprire il giusto aroma, la consistenza e le preferenze che più si adattano ai vari mercati. L'ultimo passo è fondamentale per garantire il successo di una caramella gommosa su più mercati. Ad esempio, afferma Triffler, gli americani e i tedeschi non sono sempre d'accordo su quale dovrebbe essere il gusto di una caramella "al limone", il che rende difficile sviluppare un singolo pezzo giallo capace di soddisfare il palato di tutti. A questo proposito la compagnia, negli anni '80, dovette persino cambiare la famosa ricetta di Riegel quando introdusse la Goldbears.

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Il gene che rende umano il cervello

Geek   02.07.20  

Il gene ARHGAP11B si trova solo nell'uomo, è noto per il suo ruolo nell'espansione della neocorteccia, la porzione del cervello responsabile delle funzioni cognitive superiori come il linguaggio e l'apprendimento.
In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science, i ricercatori hanno inserito il gene nei feti di scimmie della specie marmosetta, che condividono con gli umani un cervello geneticamente molto simile, per studiare in che modo la nostra specie abbia potuto sviluppare un cervello di grandi dimensioni e con una grande quantità di solchi rispetto a tutti gli altri primati.
Il team ha scoperto che la neocorteccia dei primati in via di sviluppo dopo 101 giorni si presentava più grande e aveva più solchi nel tessuto rispetto ai normali feti di marmosetta che normalmente sono privi di questo gene.

Poiché il gene ARHGAP11B rientra in una regione del genoma umano che è nota per essere associata a disabilità intellettive, come la schizofrenia e l'epilessia, imparare di più su come funziona potrebbe essere importante per comprendere queste malattie. Ad esempio, i cervelli umani che diventano troppo grandi (macrocefalia) possono soffrire di una serie di disturbi neurologici e comportamentali, incluso l'autismo.

Comprendere geni unicamente umani come l'ARHGAP11B potrebbe anche aiutare nello sviluppo di nuovi tipi di terapie. Gli autori di questo studio suggeriscono che questo gene ha il potenziale per essere utile nella crescita di cellule staminali che potrebbero aiutare a curare malattie come il Parkinson, dove sono state identificate chiare mutazioni.

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Apple Silicon

Geek   23.06.20  

In un anno di cambiamenti epocali, Apple si avvia verso una nuova era di integrazione, universalità e realtà aumentata. User Experience personali, ottimiste e condivise. Il machine learning, ora ubiquo, si fonde con l'individuo e la comunità creando una visione utopica di integrazione uomo-macchina in puro stile arcobaleno Apple.

Apple è uno stile di vita. È un modo di pensare. Non sorprende che il passaggio a macOS 11, dopo decenni di "X" pronunciate a sproposito, passi da un'architettura ARM che non viene mai menzionata sul palco del WWDC20. Apple Silicon, tanto basta per definere la terza rivoluzione a Cupertino.

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Antares è ancora più grande di quanto si ipotizzava

Geek   20.06.20  
Dimensioni della stella Antares
Dimensioni della stella Antares

Antares, al centro della costellazione dello Scorpione con il suo caratteristico colore rosso-arancio che la fa risaltare fra le stelle luminose che la circondano quasi tutte di colore azzurro, è una delle stelle più brillanti dell'intera volta celeste.
Questa supergigante rossa, situata a circa 600 anni luce dal sistema solare, si pensava avesse una dimensione circa 700 volte superiore al nostro Sole, tuttavia di recente gli astronomi hanno scoperto che Antares è ancora più immensa.

Grazie ai dati raccolti dall'Atacama Large Millimeter / submillimeter Array (ALMA) e dal National Science Foundation's Karl G. Jansky Very Large Array (VLA) i ricercatori hanno potuto creare la mappa radio più dettagliata di sempre della sua atmosfera stellare.
La cromosfera di Antares si estende per 2,5 volte il raggio della stella. Per il nostro Sole il rapporto è dello 0,5%.

"La dimensione di una stella può variare notevolmente a seconda della lunghezza d'onda della luce con cui viene osservata", ha dichiarato Eamon O'Gorman, ricercatore presso il Dublin Institute for Advanced Studies in Irlanda e autore principale di questo studio. "Le lunghezze d'onda più lunghe del VLA hanno rivelato l'atmosfera stellare della supergigante fino a quasi 12 volte il raggio della stella."

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L'invenzione di quel primo codice a barre rotondo

Geek   12.06.20  
Brevetto del primo codice a barre
Brevetto del primo codice a barre

Il 26 giugno 1974 in un supermarket della catena Marsh a Troy, in Ohio, venne venduto il primo prodotto al mondo utilizzando un lettore di codici a barre Universal Product Code. Quel pacchetto di gomme fece la storia e oggi si trova conservato allo Smithsonian's National Museum of American History, tuttavia l'idea di un codice a barre risale a molto tempo prima.

L'Atlantic ripercorre la storia di un'invenzione che ha rivoluzionato il metodo di identificazione e classificazione dei prodotti, partendo dal prototipo dei codici a barre sviluppato e brevettato da Norman Joseph Woodland e Bernard Silver, nel 1951, con il suo caratteristico aspetto rotondo.
Il codice a barre si basava sul codice Morse che veniva esteso a barre sottili e spesse. Tuttavia ci vollero più di venti anni prima che questa invenzione ottenesse un successo commerciale, venendo utilizzati per automatizzare i sistemi di pagamento dei supermercati con un design a barre verticali sviluppato da George Laurer nel 1973.

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