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I progetti originali della Statua della Libertà

Geek   15.04.20  
Il progetto originale della Statua della Libertà di Gustave Eiffel
Il progetto originale della Statua della Libertà di Gustave Eiffel

La Smithsonian Magazine racconta la storia dei progetti originali, creduti perduti per sempre e ritrovati lo scorso anno, e dei disegni preparatori per la costruzione della Statua della Libertà, firmati da Gustave Eiffel e annotati dello scultore Frédéric Auguste Bartholdi.

Berenson pensa che i disegni possano definire qualcosa che gli storici sospettavano da tempo ma non sono stati in grado di dimostrare: che Bartholdi ha ignorato i piani ingegneristici di Eiffel quando si è trattato del braccio rialzato della statua, scegliendo di renderlo più sottile e inclinato verso l'esterno per un aspetto drammatico ed estetico. Diversi disegni sembrano rappresentare una spalla più voluminosa e un braccio più verticale, una disposizione più strutturalmente solida. Ma uno di questi schizzi [...] è stato contrassegnato da una mano non identificata con inchiostro rosso che inclina il braccio verso l'esterno, come voleva Bartholdi. "Questo potrebbe essere la prova di un cambiamento decisivo per la realizzazione della vera Statua della Libertà", afferma Berenson. "Sembra che qualcuno stia cercando di capire come cambiare l'angolazione del braccio senza distruggere il supporto."

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Le tradizioni di Pasqua nel mondo

Geek   12.04.20  

Dalle uova di cioccolato alle campane volanti. Google racconta su Arts & Culture otto tipiche tradizioni pasquali di vari paesi del mondo.

Se tornassimo indietro di 200 anni, le uniche uova di Pasqua disponibili erano uova vere (sebbene splendidamente decorate). Fu solo agli inizi del XIX secolo che i pasticcieri europei escogitarono furbamente un piano per crearne un'alternativa dolce.

Sono i cioccolatieri francesi e tedeschi ad avere il merito di aver inventato le uova di cioccolata, sebbene fossero molto scure e amare quando furono realizzate per la prima volta. A quell'epoca il cioccolato era così costoso che le uova potevano essere acquistate solo dalle famiglie più abbienti. Inoltre, le uova di Pasqua disponibili al tempo non erano vuote all'interno, perché i pasticcieri del tempo non avevano ancora trovato il modo di modellare il cioccolato con facilità.

Nel 1828, l'inventore olandese Van Houten creò una pressa in grado di separare efficacemente il burro di cacao necessario per ottenere un cioccolato più morbido e modellabile a partire dai semi di cacao. In seguito, nel 1866, i fratelli Cadbury introdussero un metodo per produrre burro di cacao in grandi quantità. A questo punto le uova potevano essere prodotte in serie e potevano anche essere vuote all'interno, per poi essere riempite con mandorle caramellate o dolci.

La vendita delle uova di Pasqua diventò una vera e propria tradizione grazie a Cadbury, che introdusse uova di cioccolato al latte nel 1905, le quali si rivelarono estremamente popolari.

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La missione dell'Apollo 13 in diretta

Geek   11.04.20  
La Terra vista dall'orbita lunare
La Terra vista dall'orbita lunare

In occasione del 50° anniversario del lancio dell'Apollo 13, la NASA ha ricreato la missione trasmettendo in streming l'audio e i video originali per rivivere l'incredibile storia di quel fallimento di successo.

L'incidente

Dopo 55 ore dal lancio della missione, a 321.860 chilometri dalla Terra, il serbatoio 2, uno dei quattro serbatoi di ossigeno del modulo di comando e servizio (CSM) esplose dopo la richiesta del Controllo missione, fatta all'equipaggio, di miscelare l'ossigeno nei serbatoi per impedirne la stratificazione. All'avvio della miscelazione, i cavi che portavano corrente al miscelatore andarono in corto circuito, creando una scintilla che, nell'ambiente ricco di ossigeno del serbatoio, incendiò l'isolamento del cavo.

Il fuoco causò un aumento di pressione sopra il massimo consentito di 7 MPa nel serbatoio, che esplose danneggiando diverse parti del Modulo di Servizio, incluso il serbatoio dell'ossigeno numero 1. All'epoca del fatto, però, la causa non fu subito chiara e ci fu chi ipotizzò l'impatto con un meteorite. L'equipaggio comunicò al Mission Control l'evento con il messaggio che divenne celebre, letteralmente "Okay, Houston, abbiamo avuto un problema qui".

Conseguenze dell'incidente

A causa della perdita di due serbatoi dell'ossigeno del Modulo di Servizio e considerata la quantità di ossigeno richiesta dalle apparecchiature della navicella Apollo, si decise l'interruzione immediata della missione. Stante l'incertezza circa l'integrità dell'unico propulsore che equipaggiava il CSM, fu scelto di eseguire un passaggio attorno alla Luna e di riprendere la rotta verso la Terra, utilizzando quindi una traiettoria circumlunare di ritorno libero. Considerando la grande pressione a cui erano sottoposti sia i tre astronauti a bordo sia i tecnici a terra, fu necessaria una considerevole ingegnosità per portare in salvo l'equipaggio, con tutto il mondo che seguiva l'avvicendarsi dei drammatici eventi in televisione. Il rifugio che salvò la vita all'equipaggio fu il Modulo Lunare (attraccato al Modulo di Comando e utilizzato come "scialuppa di salvataggio"). Uno dei problemi principali del salvataggio fu che il LEM, che era predisposto per ospitare due persone per due giorni, si ritrovava invece a dover ospitare tre persone per quattro giorni di viaggio. I filtri dell'anidride carbonica del LEM non erano sufficienti per un carico di lavoro simile ed i filtri di ricambio del Modulo di Comando non erano compatibili al LEM; un adattatore fu costruito dagli astronauti con i materiali presenti sulla navicella. Fu scelto di utilizzare il LEM come modulo di salvataggio perché il Modulo di Servizio (che sarebbe stato teoricamente preferibile) aveva subito gravi danni al sistema di alimentazione e quindi sarebbe stato impossibile renderlo operativo. Le batterie di emergenza avevano una durata di dieci ore, quindi il Modulo di Comando sarebbe stato utilizzabile solo nella fase di rientro in atmosfera.

Per compiere un ritorno sicuro sulla Terra, la traiettoria della navicella venne cambiata notevolmente. Tale cambio di rotta non sarebbe stato difficile utilizzando la propulsione del motore del Modulo di Servizio. Tuttavia i controllori dalla Terra, non sapendo l'esatta entità del danno, preferirono evitare l'uso di tale propulsore, e per correggere la traiettoria del rientro venne utilizzato il motore di discesa del Modulo Lunare. Solo dopo lunghe ed estenuanti discussioni gli ingegneri decisero che era fattibile una manovra di quel tipo, quindi gli astronauti accesero una prima volta il motore del LEM dopo l'attraversamento della Luna, per acquistare velocità, e una seconda per una correzione in corsa. Questo destò non poche preoccupazioni, dato che il motore di discesa del LEM non era stato progettato per essere acceso più di una volta.

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La quarantena lunare delle missioni Apollo

Geek   10.04.20  

Vox racconta perché si rese necessaria una quarantena per gli equipaggi delle prime missioni del programma Apollo che raggiunsero la Luna.

L'immagine dei tre astronauti rinchiusi in un caravan Airstream, convertito nel Mobile quarantine facility, a colloquio con il presidente Nixon è entrata nella storia.
Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin rimasero in isolamento per 21 giorni dopo il loro ritorno sulla Terra e Armstrong festeggiò anche il suo compleanno all'interno del MQF.
La preoccupazione per una qualche forma di malattia aliena o "peste lunare" era tale da consigliare un eccesso di zelo negli ambienti della NASA per proteggere la vita sul nostro pianeta.
Anche gli equipaggi dell'Apollo 12 e 14 subirono la stessa sorte, mentre per l'Apollo 13 non fu necessaria nessuna quarantena visto che non raggiunse mai la superficie del nostro satellite naturale per una serie di sfortunati eventi.
Per tutte le successive missioni lunari, dall'Apollo 15 al 17, la NASA non ritenne più necessario imporre la quarantena forzata al ritorno degli astronauti.

Ancora oggi agli equipaggi di missioni spaziali viene imposta una quarantena, normalmente di una durata di due settimane prima della partenza, per limitare possibili rischi di contagi o di insorgenza di malattie una volta decollati.

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Dare un nome a ogni colore del modello RGB

Geek   09.04.20  

Classificare il mondo che ci circonda è una delle cose che ci riesce meglio, dunque perché non applicare la tassonomia anche ai colori?
Colornames si propone di dare un nome ai milioni di colori che compongono il modello RGB grazie alla collaborazione di tutti. Ognuno può infatti proporre e votare un nuovo nome per un colore particolare.

Al momento il progetto ha trovato un nome a oltre un milione di colori, poco più del 6% dell'obiettivo finale.

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Il rapporto di Google sulla mobilità durante la pandemia di COVID-19

Geek   03.04.20  
Il rapporto di Google sulla mobilità durante la pandemia di COVID-19
Il rapporto di Google sulla mobilità durante la pandemia di COVID-19

Google ha utilizzato i dati della localizzazione, raccolti anonimamente dagli smartphone, per realizzare rapporti su 131 paesi che aiutino i funzionari della sanità pubblica a capire come sono cambiati i movimenti delle persone in risposta alla pandemia globale di COVID-19 e all'obbligo, introdotto da molti stati, di distanziamento sociale.

Mentre le comunità globali rispondono alla pandemia di COVID-19, c'è stata una crescente enfasi sulle strategie di salute pubblica, come le misure di allontanamento sociale, per rallentare il tasso di trasmissione.
In Google Maps, utilizziamo dati aggregati e anonimizzati che mostrano quanto sono occupati determinati luoghi, contribuendo a identificare quando un'azienda locale tende ad essere più affollata. Abbiamo appreso dai funzionari della sanità pubblica che questo stesso tipo di dati aggregati e anonimizzati potrebbe essere utili mentre prendono decisioni critiche per combattere COVID-19.

Ogni rapporto contiene informazioni sui modelli di movimento in sei categorie: vendita al dettaglio e attività ricreative (ristoranti, caffè, centri commerciali, parchi a tema, musei, biblioteche, cinema e luoghi simili), alimentari e farmacie (supermercati, magazzini alimentari, mercati degli agricoltori, negozi di specialità alimentari e farmacie), parchi (spiagge pubbliche, porti turistici, parchi per cani, piazze e altri spazi pubblici), stazioni di transito(fermate della metropolitana e le stazioni degli autobus e dei treni), luoghi di lavoro e residenze.

Il rapporto della mobilità in Italia nelle ultime settimane.

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30 anni di Hubble in un'infografica

Geek   02.04.20  
30 anni di osservazioni scientifiche del telescopio spaziale Hubble nell'infografica di Nadieh Bremer (Visual Cinnamon)
30 anni di osservazioni scientifiche del telescopio spaziale Hubble nell'infografica di Nadieh Bremer (Visual Cinnamon)

Il 24 aprile del 1990 venne lanciato a bordo dello Space Shuttle Discovery il telescopio spaziale Hubble, il cui nome omaggia il celebre astronomo, diventando ben presto uno dei più famosi telescopi spaziali, un'icona dell'esplorazione spaziale grazie alle straordinarie immagini astronomiche che ha catturato e alla sua longevità che gli permetterà di operare ancora per alcuni decenni.
In occasione del suo 30° anniversario, Nadieh Bremer ha realizzato un'infografica che elenca le principali osservazioni dell'HST.

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Che cos'è un ventilatore polmonare

Geek   31.03.20  

Che cos'è, a cosa serve, perché scarseggia e come funziona l'apparecchiatura salvavita che è entrata a far parte del nostro quotidiano con l'inizio della crisi legata alla pandemia di COVID-19.
Il ventilatore polmonare spiegato ai non addetti ai lavori da Lifehacker.

Quando respiri, il diaframma e gli altri muscoli del petto si contraggono, il che espande il petto e crea una pressione negativa per attirare aria ricca di ossigeno nei polmoni. Espirando l'anidride carbonica quando questi muscoli si rilassano e il torace ritorna alle sue dimensioni normali. Se il tuo corpo non può creare da solo quella pressione negativa, un ventilatore può essere usato per creare una pressione positiva, spingendo l'aria.

[...] Prima che raggiunga il paziente, l'aria scorre attraverso un umidificatore, che lo riscalda e lo inumidisce. Da lì, l'aria ossigenata viene spinta attraverso un tubo che lo trasporta ai polmoni e rimuove l'anidride carbonica risultante.

I pazienti sottoposti a ventilazione meccanica sono generalmente intubati, il che significa che hanno un tubo inserito attraverso la bocca e nelle vie respiratorie. Una volta che il tubo endotracheale è in posizione, l'estremità si gonfia per sigillare le vie aeree, il che impedisce a qualsiasi gas o fluido di fuoriuscire mentre l'aria viene spinta nei polmoni.

[...] un ventilatore non è un dispositivo imposta e dimentica. Richiede un monitoraggio costante e frequenti aggiustamenti per bilanciare la pressione, il volume, la percentuale di ossigeno e la frequenza respiratoria per ogni singolo paziente, il che significa che avere molte persone collegate ai ventilatori impegna le risorse degli ospedali, gli infermieri e i dottori.

Un ulteriore ostacolo legato al COVID-19 è che il personale medico deve essere vestito con dispositivi di protezione individuale (camici, maschere, guanti, occhiali) ogni volta che interagisce con un paziente. Ciò significa che non possono semplicemente entrare e girare un quadrante per regolare la macchina.

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Ottenere un'immagine nitida di un buco nero

Geek   24.03.20  

Dopo aver fotografato per la prima volta l'orizzonte degli eventi di un buco nero, il supermassiccio M87 grazie all'Event Horizon Telescope (EHT), gli astronomi si sono interrogati su come poter migliorare la nitidezza delle immagine ottenute. Una soluzione potrebbe essere quella di concentrarsi sull'anello fotonico del un buco nero.

Michael Johnson del Center for Astrophysics Harvard and Smithsonian spiega questa teoria su Science Advances.

L'immagine di un buco nero in realtà contiene una serie nidificata di anelli, ogni nuovo anello ha circa lo stesso diametro del precedente ma diventa sempre più nitido perché la sua luce orbita attorno al buco nero più volte prima di raggiungere l'osservatore. L'attuale immagine catturata da EHT è solo un frammento della complessità di ciò che rappresenta un buco nero.

Tuttavia per ottenere questo tipo di immagini l'EHT, che è formato da numerosi telescopi sparsi su tutto il pianeta trasformando la Terra stessa in un immenso telescopio, non è sufficiente. Anche in questo caso però la soluzione è tecnicamente alla portata. Per costruire un radiointerferometro ancora più grande basterebbe infatti aggiungere un telescopio spaziale all'EHT.

Studiare gli anelli fotonici non solo migliorerebbe le foto ottenute, ma permetterebbe agli astronomi di utilizzare i dati raccolti per scoprire la massa, le dimensioni e la rotazione dei buchi neri.

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Cos'è l'immunità di gregge e come potrebbe aiutare a fermare la pandemia di COVID-19

Geek   22.03.20  

Il MIT Technology Review analizza il fenomeno di immunità di gregge e cosa ha a che fare con la fine dell'emergenza legata alla pandemia di COVID-19.

Esistono fondamentalmente tre modi per fermare definitivamente la pandemia di Covid-19. Il primo comporta restrizioni straordinarie sulla libera circolazione e l'assembramento, nonché test a tappeto per interrompere completamente la sua trasmissione. Tuttavia questo potrebbe ormai essere impossibile ora che il virus è presente in oltre 100 paesi. Il secondo modo è un vaccino capace di immunizzarci tutti, ma deve ancora essere sviluppato.

Il terzo metodo è potenzialmente efficace ma orribile da considerare: aspettare pazientemente che abbastanza persone vengano contagiate.

Se il virus continuasse a diffondersi liberamente, alla fine la maggioranza delle persone verrebbero infettate e (se sopravvivessero) diventerebbero immuni, in questo modo l'epidemia si arresterebbe da sola poiché il virus avrebbe difficoltà a trovare ospiti da contagiare. Questo fenomeno è noto come immunità di gregge.

[...] Ma puntare subito all'immunità di gregge sarebbe una strategia disastrosa, secondo i modelli attuali. La spiegazione risiede nell'elevato numero di persone che si ammaleranno contemporaneamente e questo improvviso picco di contagiati che necessitano di cure ospedaliere o di accedere ai reparti di terapia intensiva supererà la capacità dei sistemi sanitari. [...] Rallentare la diffusione del contagio significherebbe salvare gli ospedali e salvare vite umane, ma alla fine il risultato potrebbe essere lo stesso. Cioè, anche se la pandemia si prolungherà nel tempo, potrebbe ancora volerci l'immunità di gregge per porvi fine.

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