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Il Premio Sakharov per la Libertà di Pensiero

Res publica   19.10.23  

Assegnato per la prima volta nel 1988, il Premio Sakharov per la Libertà di Pensiero rappresenta il più alto tributo assegnato dall'Unione Europea alla promozione dei diritti umani da parte di singoli individui o organizzazioni che si sono spese per dare un contributo eccezionale nella difesa della libertà di pensiero.

La scelta matura all'interno del Parlamento Europeo. Ciascun gruppo politico può presentare candidature, così come i singoli parlamentari europei.
Le candidature vengono infine presentate in una riunione congiunta della Commissione degli Affari Esteri, della Commissione per lo Sviluppo e della Sottocommissione per i Diritti Umani, e i membri delle commissioni votano per selezionare una lista ristretta di tre candidati.
I vincitori finali del Premio Sakharov sono scelti dalla Conferenza dei Presidenti, un organo del Parlamento Europeo guidato dal presidente della camera e che include i leader di tutti i gruppi politici rappresentati nel Parlamento.

Il Premio prende il nome dall'influente fisico, dissidente sovietico e premio Nobel per la Pace Andrei Sakharov che per decenni si batté contro l'establishment di Mosca per promuovere i diritti civili, la fine della corsa agli armamenti e la libertà intellettuale.

Quest'anno il riconoscimento andrà alle donne iraniane del movimento Donne, Vita e Libertà che incessantemente continuano a lottare per i propri diritti civili e alla martire Jina Mahsa Amini, brutalmente uccisa il 16 settembre 2022 mentre era sotto custodia della polizia morale iraniana per aver indossato in modo non conforme ai dettami islamici il proprio hijab.

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La lotta per i diritti delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani

Res publica   07.10.23  

Berit Reiss-Andersen, Presidente del Comitato del Nobel, analizza la decisione di assegnare quest'anno il Premio Nobel per la Pace a Narges Mohammadi per la sua lotta contro l'oppressione delle donne in Iran e per la sua battaglia a favore dei diritti umani e della libertà per tutti.
Un importante riconoscimento per il coraggio e l'impegno di Mohammadi nel promuovere la giustizia sociale e la parità di genere in un contesto particolarmente difficile.

Narges Mohammadi è stata una voce forte e coraggiosa per i diritti delle donne, lottando per la loro emancipazione e per la fine delle discriminazioni di genere. Attraverso il suo impegno, ha cercato di cambiare le mentalità e di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle ingiustizie che ancora persistono nella società.
Il suo impegno civile non si è limitato alla lotta per i diritti delle donne. Narges Mohammadi ha anche dedicato la sua vita alla promozione dei diritti umani e alla difesa della libertà per tutti. Ha lavorato instancabilmente per migliorare le condizioni di vita delle persone, per contrastare gli abusi di potere del regime di Teheran e per garantire la dignità e la libertà di ogni individuo.

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L'evoluzione dei cani da slitta nell'Artico

Res publica   04.09.23  

Il biologo Shane Campbell-Staton, su PBS Terra, esamina l'incredibile atletismo dei cani da slitta, la loro perfetta adattabilità all'ambiente freddo e l'incredibile legame che hanno con gli esseri umani.
Sopravvivere attraversando i paesaggi artici non è solo una questione di forza muscolare, ma anche di intelligenza. Il legame tra gli esseri umani e i cani da slitta va oltre la forza fisica.
È una testimonianza della nostra intelligenza condivisa e delle potenzialità del lavoro di squadra. È la storia dell'evoluzione dei cani da slitta e degli inuit attraverso i millenni.

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La famigerata città più densamente popolata della Terra

Res publica   01.09.23  

Neo ripercorre la storia della città murata di Kowloon a Hong Kong, dalle sue origini come piccolo avamposto militare del XVII secolo fino alla sua demolizione nella prima metà degli anni '90.

Enclave cinese all'interno della Hong Kong britannica per circa un secolo, negli anni '80 la città murata di Kowloon era considerata il luogo più densamente popolato della Terra.
I suoi edifici, limitati a 14 piani per la vicinanza con il vecchio aeroporto di Kai Tak, costruiti uno affianco all'altro, e spesso uno sull'altro, contenevano una popolazione di 35.000 abitanti in appena 0,026 km².
La vita all'interno della città murata di Kowloon rappresentava un'esperienza unica. Le condizioni di sovraffollamento erano estreme, con spazi ridotti e servizi pubblici inadeguati.
Negli angusti spazi tra gli edifici si potevano trovare negozi, fabbriche, scuole e persino strutture sanitarie, ma soprattutto criminalità. Le triadi cinesi avevano di fatto il controllo assoluto dell'insediamento che presentava elevati tassi di prostituzione, gioco d'azzardo e abuso di droga e alcol.

La città murata di Kowloon ha vissuto nell'immaginario collettivo, anche fuori dalle sue pareti di cemento, grazie a film e videogiochi.
Una storia di povertà e degrado che tuttavia ha affascinato l'immaginazione per una delle più improbabili società improvvisate della storia umana.

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Perché abbiamo un accento straniero

Res publica   25.08.23  

Indipendentemente dal luogo di provenienza, le persone si ritrovano ad adattare inconsciamente le parole di una lingua straniera alle regole della propria, combinando, enfatizzando e omettendo suoni nel modo in cui sono stati abituati fin dall'infanzia.
Padroneggiare la gamma di suoni di una lingua straniera è una cosa, ma è tutta un'altra cosa catturare i "modelli di stress" che determinano quali sillabe vengono enfatizzate.

L'Economist spiega come alcune lingue, per esempio l'italiano, sono "temporizzate per sillabe", il che significa che ogni sillaba ha approssimativamente la stessa durata di pronuncia. Questo aspetto è molto diverso dall'inglese, le cui sillabe accentate si verificano a intervalli approssimativamente regolari mentre le altre sono pronunciate in modo meno distintivo. I non madrelingua che ignorano questo aspetto della lingua avranno sempre un accento straniero, indipendentemente dal loro livello di competenza grammaticale.

Naturalmente avere un accento straniero non è necessariamente una cosa negativa e conosciamo tutti persone che lo hanno sfruttato a proprio vantaggio nella vita personale e professionale.
Tuttavia se vogliamo apparire meno alloctoni, dovremo concentrarci su un suono alla volta cercando di pensare non nella nostra lingua madre, ma in quella che stiamo parlando.

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La yakuza raccontata da chi ne ha fatto parte

Res publica   09.08.23  

Yuyama Shinya è un ex membro della yakuza. Afferma di essere stato arrestato 11 volte, sia da minorenne sia da adulto, e di aver scontato otto anni di prigione. Racconta di essersi unito alla mafia giapponese quando aveva 18 anni e di aver ricoperto diverse posizioni prima di lasciarla nel 2012.

In un'intervista con Insider, Yuyama parla dei modi in cui la yakuza guadagna denaro, come l'estorsione e le tangenti per la protezione. Discute delle cerimonie di iniziazione e delle regole di appartenenza, nonché dei legami che la yakuza ha con altri gruppi criminali, come la Triade cinese e il crimine organizzato russo.
Da quando ha lasciato la yakuza, Yuyama ha voltato le spalle a una vita di crimine. Gestisce un canale YouTube e si è candidato per un incarico politico con un programma di riforma carceraria.

La storia di Yuyama Shinya è un esempio affascinante di una persona che ha cercato di riscattarsi dopo aver vissuto nell'ombra della criminalità organizzata. La sua esperienza all'interno della yakuza gli ha fornito una visione unica sul funzionamento di una delle più estese mafie al mondo.
La yakuza è un'organizzazione criminale che ha radici profonde nella società giapponese. Le attività illecite di estorsione e racket della protezione sono solo alcune delle molte fonti di reddito per la yakuza. Questi gruppi sono noti per la loro stretta gerarchia e rigide regole di appartenenza. Le cerimonie di iniziazione, spesso caratterizzate da riti di passaggio e giuramenti di lealtà, creano un senso di appartenenza e di obbligo verso l'organizzazione.
Tuttavia, la decisione di Yuyama di abbandonare la yakuza e dedicarsi a una vita diversa è degna di ammirazione. Ha scelto di utilizzare la sua esperienza per educare gli altri attraverso il suo canale YouTube, condividendo i dettagli e gli aspetti meno noti del mondo criminale. La sua testimonianza può aiutare a sensibilizzare il pubblico sulle conseguenze negative del coinvolgimento con la criminalità organizzata.
Ancora più significativo è il suo impegno politico per la riforma carceraria. Dopo aver trascorso molti anni dietro le sbarre, Yuyama ha sviluppato una profonda comprensione delle sfide e delle ingiustizie del sistema penitenziario. Utilizzando la sua voce e la sua esperienza personale, cerca di portare cambiamenti positivi e di offrire opportunità di rieducazione per i detenuti.

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Il ritorno della Ferrari alla 24 Ore di Le Mans

Res publica   11.06.23  

Nell'edizione del centenario della 24 Ore di Le Mans, la Ferrari ha fatto un ritorno trionfale vincendo la categoria Hypercar, dopo un'assenza dalla competizione durata 50 anni.
Il team 51, composto da Antonio Giovinazzi, Alessandro Pier Guidi e James Calado, a bordo della 499P ha interrotto il lungo dominio Toyota, portando a Maranello il decimo titolo. L'ultimo era stato vinto nell'edizione del 1965.

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