Il passo indietro di Bersani è arrivato fuori tempo e non prima di aver lasciato macerie là dove c'era il più grande partito riformista della storia italiana.
Ogni vent'anni la gioiosa macchina da guerra si schianta contro la realtà. Dirigenze senza un futuro, legate a logiche e narrazioni del secolo breve.
Nel mondo reale ora si aprirebbe una nuova fase costituente. Assisteremmo alla nascita di un nuovo soggetto. Magari riformista. Insindacabilmente europeista. Progressista, prima ancora che di sinistra. Capace di comunicare, di vivere al passo con le nuove generazioni. Nativo digitale e aperto alla base.
Nel mondo di sogno nel quale siamo immersi ci accontentiamo delle serenate dedicate a madame Bindi da un vecchio chanteur immortale.
Nel frattempo tra una fetta di mortadella e l'elaborazione del lutto affidiamo la nostra democrazia alla barzelletta delle destre mondiali e al mugugno umorale dei bassi istinti.
Non so voi, ma a questo punto mi auguro la troika.
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