In un video Carla Dauden spiega le ragioni della protesta contro le spese sostenute dal governo Rousseff per l'organizzazione dei mondiali di calcio in Brasile.
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Dilma Rousseff sotto interrogatorio
Una foto dei primi anni '70 mostra una giovanissima Dilma Rousseff, futura presidente del Brasile, interrogata dai militari dopo essere stata arrestata e torturata per attività sovversive legate alla sua militanza in formazioni paramilitari di estrema sinistra.
La prima settimana di Dilma
Il Brasile nelle mani della nuova presidente Dilma Rousseff dopo la rivoluzione Lula.
A una semana de haber asumido como la primera mujer presidenta del mayor país latinoamericano, Dilma Rousseff dejó indicios consistentes de cómo podrá ser su gobierno. Justificó la fama de dura y exigente, lució habilidades de conspiradora, exhibió la frialdad de quien sabe que el juego será duro, y que está lista para jugarlo.
Chi è Dilma Rousseff
Un Brasile in piena crescita economica, entro il 2016 - l'anno dei Giochi Olimpici a Rio de Janeiro - potrebbe essere la quinta economia del mondo, accoglie la sua prima presidente donna.
Ex ribelle marxista, Rousseff è stata imprigionata e torturata durante il periodo della dittatura militare, ha sulle spalle immensi problemi da risolvere a partire dall'estrema povertà fino all'altissimo livello di criminalità nel paese.
La domanda che si pongono analisti ed elettori è se saprà uscire dall'ombra ingombrante di Lula e trovare una propria via o se diventerà il nuovo Medvedev sudamericano.
Non a caso già si parla di un ritorno di Lula - che ha tuttora un gradimento intorno all'80% - alle elezioni del 2014, l'anno dei mondiali di calcio.
Dilma Rousseff verso la vittoria
A urne ancora aperte i primi exit poll concedono la vittoria alla candidata sostenuta da Lula, al secondo turno e dopo una sofferta campagna elettorale sempre nell'ombra dell'ingombrante ex presidente.
Lo sfidante José Serra è dato al 42%. Sedici punti dietro.
Il Brasile si appresta ad accogliere la prima presidente donna della sua storia.
Cosa emerge dalle elezioni in Brasile
Siamo poco oltre il 69% dei voti scrutinati e si profila un ballottaggio tra la candidata socialista Dilma Rousseff, delfina di Lula, e José Serra.
Tra i due ci sono una decina di punti. Un risultato temuto da molti; una prova decisamente sotto le aspettative per la Rousseff.
La grande novità arriva da Marina Silva, la candidata ambientalista "nera e di umili origini" come ama definirsi, in grado di intercettare il voto giovane e di una nuova generazione di sinistra che non si riconosce più in Lula e nel Partito dei Lavoratori.
Al momento sfonda il tetto del 20%, diventando l'ago della bilancia del probabile secondo turno. Vince nettamente nel Distretto Federale della capitale Brasilia.
Da segnalare che i sondaggi davano alla Rousseff una vittoria schiacciante già al primo turno.
[01:26] Al 90% degli scrutini il risultato di fondo non cambia. Aumenta leggermente la forbice per Dilma Rousseff ai danni di Serra.
[07:11] Concluso di fatto lo spoglio cresce il vantaggio di Dilma Rousseff, che tuttavia resta sotto il 47%. Era data al 51 negli ultimi sondaggi.
Serra fa il suo - ovvero molto poco - e tuttavia conquista un secondo turno che sulla carta gli era negato. Poco sotto un terzo dei voti, era dato al 25%. Massimo risultato con il minimo sforzo.
L'exploit di Marina Silva - alla fine sarà giusto un pelo sotto il 20% - rovina la festa a Lula e al Partito dei Lavoratori. C'è un vento nuovo in Brasile e questo può solo fare bene.
Alla fine il 31 ottobre vincerà Dilma, prima donna a ricoprire la massima carica in Brasile, ma con quanta sofferenza. Paga il peso opprimente di Lula e alcuni recenti scandali che hanno segnato il Governo.
Si votava anche per eleggere i governatori federali e per rinnovare il Parlamento.
Il candidato bendato
Affonda la campagna elettorale di José Serra - candidato del PSDB alle elezioni presidenziali brasiliane - sotto il peso dell'inconsistenza della sua azione politica.
In una campagna elettorale soporifera e contro una candidata, Dilma Rousseff, che non fa nulla per uscire dall'ingombrate cono d'ombra dell'onnipresente Lula, Serra sembra sbagliare ogni mossa.
Le rilevazioni degli istituti demoscopici sono impietose.
Il destino appare segnato secondo molti analisti politici.
Tra le file dell'opposizione il dubbio si fa sempre più concreto. Puntare su José Serra si sta rivelando un boomerang.
L'ombra delle amicizie iraniane di Lula sulle elezioni brasiliane
La scontata campagna elettorale brasiliana - in vista delle elezioni del 3 ottobre per rinnovare il Parlamento ed eleggere il nuovo presidente - ha avuto un sussulto nelle ultime settimane a causa delle strette relazioni tra il presidente Lula e Ahmadinejad.
Il programma nucleare iraniano e ancor di più la condanna a morte per lapidazione che pesa sulla testa di Sakineh Mohammadi Ashtiani sono entrati a gamba tesa nel dibattito politico scatenando gli attacchi dei due principali candidati dell'opposizione.
Il leader del Partito della Social Democrazia Brasiliana José Serra e Marina Silva, del partito ambientalista, si sono scagliati contro le amicizie iraniane di Lula. Critiche che hanno investito in pieno anche la candidata del Partito dei Lavoratori Dilma Rousseff, finora rimasta nell'ombra del popolarissimo presidente e offrendo quindi un ottimo bersaglio per i suoi detrattori.
E' ancora presto per capire quali saranno i contraccolpi politici per i candidati se e quando verrà eseguita la condanna a morte.
Quello che è certo è che ormai l'opinione pubblica è stata scossa.