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I post con tag "Labour" archivio

L'Irlanda licenzia il governo

Res publica   26.02.11  

Gli irlandesi puniscono in massa il Fianna Fail del premier uscente Brian Cowen, accusato di aver portato il paese sull'orlo della bancarotta, che crolla al 15%, e incoronano Enda Kenny del Fine Gael con il 36% dei suffragi.
E' il miglior risultato degli ultimi 28 anni.

L'Irlanda che vuole uscire quanto prima dalla crisi finanziaria si aspetta ora un nuovo governo forte e stabile. Per far questo Kenny dovrà allearsi con i laburisti, dell'ex sindacalista Gilmore (al 20%).

Obiettivo primario del nuovo governo irlandese sarà rinegoziare con Bruxelles il piano di salvataggio messo a punto dal precedente esecutivo e giudicato negativamente da tutta l'opposizione per i suoi effetti lacrime e sangue nelle tasche dei cittadini e sullo sviluppo.

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Ed Miliband

Res publica   25.09.10  

Ed Miliband è il nuovo leader del partito laburista britannico

E' il nuovo leader del Labour britannico. Batte il fratello Dave di appena l'1,3%.
Quarantuno anni. Preparato. Intraprendente. E' l'uomo giusto per voltare pagina dopo la parentesi Brown e il dorato decennio Blair.
Candidato ideale per dar vita a un Labour di nuova generazione.

I believe in Britain. Today's generation turns a page, because a new generation has stepped forward.

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Ken il rosso prenota la poltrona al City Hall

Res publica   24.09.10  

Ken Livingstone si ricandida a sindaco di Londra per le elezioni del maggio 2012.
Sfiderà l'attuale sindaco conservatore Boris Johnson e il liberaldemocratico Lemit Opik a pochi mesi dai Giochi Olimpici.

Già primo cittadino della capitale britannica, ha vinto le primarie del Labour sconfiggendo la rivale Oona King con il 68,8% dei voti.

Today's decision by London Labour members signals the start of a campaign to change London for the better and to protect Londoners from the cuts of this government that threaten to wreck lives and push us back into recession.

The London election in 2012 will be the chance to send a message to David Cameron and George Osborne that we don't want devastating cuts to our public services, fewer jobs, and declining living standards. If you want to get them out, you start by getting out Boris Johnson.

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Parlamento impiccato

Res publica   07.05.10  

L'unica certezza emersa nel corso della notte elettorale britannica è che non esiste un vincitore assoluto. Il paese è spaccato e non ha saputo esprimere una maggioranza stabile.

La previsione della BBC mostra i Tory al 37% con 306 seggi - ben distanti dalla soglia dei 326 parlamentari necessari a governare con tranquillità -, il Labour in ripresa sui sondaggi si attesta sui 262 seggi al 28%, peggio delle attese i LibDem di Clegg inchiodati al 23% con 55 seggi e nonostante tutto decisivi ai fini di formare un governo di coalizione.

Mentre Cameron dichiara la vittoria la palla passa a Gordon Brown; secondo la Costituzione in mancanza di una maggioranza assoluta viene infatti concesso al primo ministro uscente la possibilità di cercare un'intesa per formare un nuovo governo. E i primi contatti con i LibDem sarebbero già iniziati.
Anche in questo caso i numeri non ci sarebbero.

Davanti ai conservatori si prospettano ora due alternative.
Cercare l'accorgo con Clegg costruendo una coalizione basata sui compromessi o scegliere la via che Harper ha tracciato in Canada. Governare senza maggioranza forzando ogni volta il parlamento sul voto.
Prospettive non rosee per chi da un anno veniva indicato come il sicuro futuro leader incontrastato del Regno Unito.

Un altra certezza sarà la permanenza di Brown a Downing Street ancora per quale giorno, come minimo.

Da oggi emerge una Gran Bretagna un po' più simile all'Italia. Auguri.

[13:37] Via via che passano le ore cresce l'incertezza e i Tory retrocedono.
Conservatori 294 seggi, Labour 251, LibDem 52.
Si aspetta una dichiarazione di Cameron per le 14:30, ora di Greenwich.

[17:34] I dati definitivi non lasciano spazio a interpretazioni. Clegg ago della bilancia. Cameron sta tessendo la sua trama per portare i LibDem dalla sua, Brown si affaccia alla finestra nella speranza che i contatti falliscano.
Conservatori 306 (36%), Labour 258 (29%), LibDem 57 (23%). I restanti 28 seggi vengono spartiti tra le formazioni minori che raggiungono il 12%.

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L'impronta di Cameron

Res publica   30.04.10  

Ieri notte si è svolto l'ultimo dibattito televisivo britannico.
I sondaggi non lasciano spazio ai dubbi. Cameron ha vinto la sua battaglia.
Più incerto il risultato per il secondo posto, c'è chi dice Clegg e chi concede la seconda piazza a Brown.

Brown nel suo cavallo di battaglia, si parlava di economia, è stato più aggressivo del solito. Sempre preparato e pragmatico ha fatto quasi dimenticare la figuraccia del giorno prima. Tuttavia non ha saputo scaldare gli animi.
Il troppo pragmatismo, tutto incentrato nel sostenere la debole ripresa del Regno Unito, ha probabilmente annoiato senza mai riuscire ad infondere quell'ottimismo in grado di dare una scossa all'elettorato.

Cameron ha giocato la carte della retorica populista per difendere le sue politiche fiscali. E' riuscito a convincere la Gran Bretagna senza dire nulla di concreto.
Il valore aggiunto dei Tory.

Clegg si è dimostrato più impacciato rispetto ai primi due dibattiti. Schiacciato dal peso del successo di queste settimane e dall'assedio dei altri due leader.
Condivisibile la sua politica sull'immigrazione, tuttavia impopolare oltre Manica.

Resta una settimana al voto, che quasi certamente vedrà la novità di un governo di coalizione e la fine del ciclo del Labour.
Resta la complicata assegnazione di seggi che potrebbe riservare sorprese. Unica sfuggevole chance per Brown, a meno di improbabili suicidi elettorali di David Cameron.

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ll colpo del ko per Brown

Res publica   28.04.10  

La gaffe di Gordon Brown di questa mattina potrebbe aver inflitto un colpo durissimo alla già pericolante campagna elettorale del Labour.

Concludendo un tour elettorale Brown ha uno scambio di battute con Gillian Duffy, un'elettrice laburista. Dopo poco Brown sale in macchina dimenticando il microfono attaccato alla giacca.
Le parole rivolte al suo assistente fanno il giro del mondo.

Com'e andata? È stato un disastro. Non avrebbero dovuto mettermi con quella donna. Ma di chi è stata l'idea? È ridicolo... Era una specie di bigotta che votava laburista. Davvero, è ridicolo. Non so perché Sue l’abbia fatta avvicinare.

In Gran Bretagna scoppia un putiferio. Una probabile pietra tombale per Brown e la sinistra britannica.

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