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I post con tag "Linguistica" archivio

Una raccolta di libri misteriosi e bizzarri

Multimedia   09.01.24  

Quando si pensa a libri misteriosi a molti verrà subito in mente il Manoscritto Voynich, un codice illustrato risalente al XV secolo non ancora decifrato. Ma non è di certo l'unico.
Weird History raccoglie e approfondisce dieci libri affascinanti sebbene incomprensibili dal Codice Rohonc al Libro di Urantia, dall'Oera Linda al Codex Seraphinianus. Alcuni dei libri trattati in questo sono chiaramente falsi, altri potrebbero essere il risultato di una malattia mentale o di uno scherzo, sono surreali e bizzarramente fantastici. Tutti egualmente affascinanti tanto da spingere curiosi e studiosi a cercare di decifrarne il significato.
Veri e propri enigmi, scritti con lingue criptiche e simboli indecifrabili, capaci di accendere la nostra curiosità e di farci riflettere sulle molteplici interpretazioni che ne sono state date. Rivelazioni per alcuni, semplici illusioni per altri.

Questi libri, in fondo, potrebbero essere solo un pretesto per provare a esplorare ancora una volta l'ignoto e apprezzare il fascino delle domande senza risposta.

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Comunicare fischiando come i hmong

Res publica   11.12.23  

Il Guardian esplora le tradizioni del linguaggio fischiato del popolo hmong del nord del Laos.
Con l'urbanizzazione e l'avvento della tecnologia moderna, il fischio hmong sta scomparendo. Tre abitanti del villaggio di Long Lan riflettono sulla loro esperienza come praticanti di questa curiosa lingua in via di estinzione che si colloca sul confine tra musica e linguaggio.

Il popolo hmong del Laos settentrionale ha sviluppato una forma unica di comunicazione attraverso il fischio. Questa pratica millenaria ha radici profonde nella cultura e nella sua storia, fungendo da mezzo di comunicazione a distanza, strumento di caccia e forma di espressione artistica. Il fischio hmong è una fusione tra il linguaggio parlato e la melodia, che crea un sistema complesso di suoni capace di trasmettere messaggi dettagliati e comunicare emozioni.

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Perché abbiamo un accento straniero

Res publica   25.08.23  

Indipendentemente dal luogo di provenienza, le persone si ritrovano ad adattare inconsciamente le parole di una lingua straniera alle regole della propria, combinando, enfatizzando e omettendo suoni nel modo in cui sono stati abituati fin dall'infanzia.
Padroneggiare la gamma di suoni di una lingua straniera è una cosa, ma è tutta un'altra cosa catturare i "modelli di stress" che determinano quali sillabe vengono enfatizzate.

L'Economist spiega come alcune lingue, per esempio l'italiano, sono "temporizzate per sillabe", il che significa che ogni sillaba ha approssimativamente la stessa durata di pronuncia. Questo aspetto è molto diverso dall'inglese, le cui sillabe accentate si verificano a intervalli approssimativamente regolari mentre le altre sono pronunciate in modo meno distintivo. I non madrelingua che ignorano questo aspetto della lingua avranno sempre un accento straniero, indipendentemente dal loro livello di competenza grammaticale.

Naturalmente avere un accento straniero non è necessariamente una cosa negativa e conosciamo tutti persone che lo hanno sfruttato a proprio vantaggio nella vita personale e professionale.
Tuttavia se vogliamo apparire meno alloctoni, dovremo concentrarci su un suono alla volta cercando di pensare non nella nostra lingua madre, ma in quella che stiamo parlando.

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Il processo creativo alla base delle lingue artificiali

Wow   03.06.23  

PBS Storied esamina il complesso processo etimologico alla base delle lingue costruite, ovvero quei lessici deliberatamente creati e non frutto della naturale evoluzione linguistica.
Queste lingue artificiali sono presenti principalmente nella letteratura, nei film e nella televisione in opere di genere fantasy e fantascientifico, come l'Elfico, il Quenya e il Sindarin ne Il Signore degli Anelli, il Klingon, il Vulcaniano e il Ferengi nell'universo di Star Trek o le lingue valyriane del Trono di Spade, ma ci sono anche alcuni esempi nel mondo reale, tra cui forse il più noto è l'Esperanto.

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Il regista itinerante che ha diretto lo stesso film centinaia di volte

Multimedia   03.05.23  

Ironic Sans racconta la storia dei "registi itineranti", che si spostavano di città in città per girare sempre lo stesso film utilizzando attori locali.
Uno di questi registi si chiamava Melton Barker. Per 40 anni ha viaggiato attraverso gli Stati Uniti, scritturando i residenti per apparire nel suo film a pagamento, The Kidnappers Foil.

Quando Barker arrivava in città, teneva un'audizione gratuita. Se si veniva scelti c'era una piccola tariffa da pagare per partecipare. Anche se all'apparenza può sembrare che Barker stesse cercando di truffare ignari cittadini, la realtà è ben diversa. Girava davvero il film. Ancora e ancora.
Sviluppava e montava ogni volta lo stesso film con attori diversi, il quale poche settimane dopo veniva proiettato nel cinema della città. I giornali locali scrivevano recensioni sempre positive e tutti conservavano un dolce ricordo del tempo in cui la loro comunità si era unita per fare un film.

Questi film itineranti, anche se di scarso valore cinematografico, hanno finito per svolgere un ruolo importante, seppur involontario, nel documentare la vita dell'America rurale nella metà del XX secolo, raccogliendo e preservato decine di dialetti regionali.

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La storia dell'accento pirata

Res publica   22.02.23  

Tom Blank di Weird History racconta la spavalda storia dell'iconico accento pirata.

Molti sono convinti che l'origine dello stereotipato linguaggio pirata sia fatta risalire all'interpretazione di Robert Newton del pirata immaginario Long John Silver nel film Disney, del 1950, L'isola del tesoro. Poiché sia il personaggio di Robert Louis Stevenson che lo stesso Newton provenivano dalla regione inglese del West Country, l'attore decise che avrebbe avuto senso usare una versione esagerata del suo accento nativo per la sua performance. Negli oltre 70 anni trascorsi da allora, variazioni di quell'accento sono state usate per ritrarre molti altri pirati.

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Perché gli alfabeti presentano lettere maiuscole e minuscole

Res publica   19.11.21  

In origine gli alfabeti erano scritti interamente in lettere maiuscole, spaziate tra limiti superiori e inferiori ben definiti. Se scritte velocemente, queste lettere tendevano a trasformarsi in forme più rotonde e molto più semplici. Attraverso questa scrittura nacquero le prime lettere minuscole, che non restavano più legate ai limiti delle righe.
Ancora sino al 1300 circa le lingue europee, ad eccezione del greco antico e del latino, non facevano una distinzione di ortografia tra le due varianti, ma si trattava principalmente di scelte stilistiche: un manoscritto poteva usare uno stile o l'altro, ma questi non venivano mischiati.

I termini maiuscolo e minuscolo hanno avuto origine dai cassetti per letterre delle macchine da stampa. Le minuscole venivano conservate in un cassetto più vicino alla stampante poiché venivano usate più frequentemente. Le lettere maiuscole erano conservate invece in una custodia sopra la postazione di lavoro principale.

Harrison Holt di The Generalist Papers, in questo breve essay ripercorre la storia dell'uso e dell'evoluzione delle lettere maiuscole e minuscole.

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La scrittura perduta di Rapa Nui

Res publica   05.11.21  
Tavoletta G con glifi rongorongo
Tavoletta G con glifi rongorongo

Quando il missionario Eugène Eyraud scoprì dei curiosi glifi incisi su tavolette di legno nel 1864 sull'Isola di Pasqua, quando ormai non era rimasto più nessuno a Rapa Nui in grado di leggere quella scrittura, che si era sviluppata nel più completo isolamento culturale dal resto del mondo.

In ogni rifugio si trovano tavole di legno o bastoni coperti da diversi tipi di caratteri geroglifici: sono raffigurazioni di animali sconosciuti nell'isola, che i nativi disegnano con pietre taglienti. Ogni figura ha il proprio nome; ma la scarsa attenzione che rivolgono per queste tavole mi porta a pensare che questi caratteri, i resti di qualche scrittura primitiva, ora sono per loro una pratica abituale, che mantengono senza conoscerne il significato.

Il rongorongo rimane una tra le più indecifrabili e affascinanti proto-scritture estinte. Utilizzato principalmente dall'élite del popolo di Rapa Nui, discendente dei polinesiani, il rongorongo è composto da circa 600 glifi diversi.
Tutto quello che rimane del rongorongo sono appena 23 frammenti incisi con pietre appuntite sul legno, spesso a malapena decifrabili.

The Journal of Island and Coastal Archaeology pesenta un recente studio su quella che è conosciuta come la tavoletta di Berlino, il documento rongorongo più lungo mai scoperto con i suoi 387 glifi leggibili, ma che potrebbe aver contenuto fino a 5.000 simboli prima che il legno si deteriorasse.

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La differenza tra lingua e dialetto

Res publica   14.09.21  

Una lezione di Ted-Ed, scritta da Martin Hilpert, diretta da Luisa M.H. Copetti e narrata da Addison Anderson, spiega le differenze che intercorrono tra lingua e dialetto, da cosa derivano, quanto sono profonde le differenze e quali sono le difficoltà tra i parlanti di comprendere appieno uno o più dialetti locali.
La storia dimostra che questi problemi hanno spesso più a che fare con la politica che non il linguaggio stesso. La nascita di molti stati-nazione ha difatti promosso l'adozione di una lingua franca e standardizzata al fine di stabilire e mantenere governi, confini territoriali e istruzione.

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L'ultima lettera aggiunta all'alfabeto

Wow   23.05.20  

L'alfabeto, ironia della sorte, non è stato creato in ordine alfabetico e l'ultima lettera aggiunta non è stata la z.

Come racconta il Reader's Digest, la j è stata l'ultima lettera a essere aggiunta all'alfabeto latino, inserita tra la i e la l.
La i e la j hanno convissuto a lungo e come varianti grafiche della stessa lettera prima di essere distinte in due lettere diverse.
L'invenzione è attribuita a Gian Giorgio Trissino che, nel 1524, usa i due grafemi per rappresentare suoni diversi nella sua De le lettere nuovamente aggiunte ne la lingua Italiana.

Per gli appassionati, questa infografica racconta l'evoluzione dei caratteri dell'alfabeto attraverso i millenni, dal proto-sinaitico ai segni latini moderni.

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