tizianocavigliablog

I post con tag "Marchionne" archivio

FIAT, UK

Res publica   26.01.14  

Secondo le indiscrezioni del Wall Street Journal l'ad di FIAT-Chrysler Sergio Marchionne sarebbe pronto a proporre al consiglio di amministrazione il 29 gennaio la quotazione titolo della nuova società a New York (lasciando Milano come mercato secondario), fissare il domicilio fiscale nel Regno Unito e spostare la sede legale in Olanda.
Funziona così e non da oggi. Fateci un pensiero la prossima volta che verrete chiamati a eleggere chi dovrà decidere la politica fiscale dell'Italia all'interno di un modello di mercato globale.

LEGGI ALTRO...

La FIAT di oggi e di domani

Res publica   10.01.14  

L'intervista di Repubblica a Marchionne sul futuro di FIAT, dopo la recente acquisizione da parte della casa automobilistica di Torino di Chrysler, diventa una lezione per capire che significa muoversi in un mercato globale, dinamico e decisionista.

Lei sa che su questo successo americano c'è il sospetto che sia stato costruito a danno dell'Italia, delle sue fabbriche e dei suoi operai. Cosa risponde?
"Che è vero il contrario. Questa operazione ha riparato Fiat e i suoi lavoratori dalla tempesta della crisi italiana ed europea, che non è affatto finita. Non solo: ha dato la possibilità di sopravvivere all'industria automobilistica italiana in un mercato dimezzato. Altrimenti non ce l'avremmo più. E invece potrà ripartire con basi, dimensioni e reti più forti".

[...] Quale (strada, n.d.r.), dopo le promesse mancate di Fabbrica Italia?
"Ecco un'altra differenza tra Italia e America. Là quando cambiano le carte si cambia gioco, tutti d'accordo, qui avrei dovuto mantenere gli investimenti anche quando il mercato è sparito. No, la nostra strategia è uscire dal mass market, dove i clienti sono pochi, i concorrenti sono tanti, i margini sono bassi e il futuro è complicato".

[...] Non è che nell'acquisto Chrysler c'è per caso una clausola di protezione dell'occupazione e della produzione americana?
"Neanche per sogno, sarebbe una cosa tipicamente italiana, che là non è venuta in mente a nessuno".

[...] Ma cos'è il meglio, in un Paese che perdendo il lavoro sta perdendo anche la coscienza delle sue potenzialità, dei doveri e dei diritti?
"È aprirsi al mondo, trovarsi spazio nel mondo, non chiudersi in casa, soprattutto quando intorno c'è tempesta. Fiat ci prova. Ho scritto ai miei che possiamo concorrere a dare forma e significato alla società del futuro. Anche per me arriverà il giorno di lasciare. Ma intanto, dieci anni dopo, è una bella partita".

LEGGI ALTRO...

Vedi Marchionne

Res publica   04.06.11  

Al netto di quanto sei incompreso, quando la FIAT inizierà a rimborsare decenni di prestiti, incentivi e finanziamenti pubblici - come ha fatto in America con Chrysler - allora l'atteggiamento dell'Italia nei tuoi confronti cambierà.
Fino ad allora non puoi aspettarti granché.

LEGGI ALTRO...

La Fiat vista da Marchionne

Res publica   18.01.11  

I salari alla tedesca, la produzione su scala mondiale, la sottovalutazione della FIOM, le azioni agli operai, il lavoro, i diritti e gli utili.
La lunga intervista di Repubblica a Sergio Marchionne.

E adesso che invece ha vinto, non le viene in mente di sedersi a un tavolo e allargare il consenso, recuperando quella metà di fabbrica che non ci sta, come le chiedono in molti?
"Più che altro, io non capisco. Non sono un ingenuo, ma sinceramente non capisco. E' la logica del retrade, del negoziato continuo per il negoziato, non per arrivare a un risultato. Sono allibito. Mi dispiace, ma sabato mattina alle sei le urne hanno detto che il sì ha avuto la maggioranza. Il discorso è chiuso, anche se dentro quella maggioranza molti cercano il pelo nell'uovo".

E' più di un pelo, e lei lo sa bene. Senza gli impiegati il sì sarebbe passato con uno scarto di appena 9 voti. Cosa vuol dire questo?
"Niente. Possiamo esercitarci all'infinito, togliere i lavoratori alti, quelli bassi, quelli coi baffi. Conta il saldo, cioè il risultato, nient'altro".

LEGGI ALTRO...

Il nuovo contratto Fiat Mirafiori

Res publica   15.01.11  

Ecco cosa cambia con la vittoria dei sì al referendum Fiat di Mirafiori.

Che cosa si produrrà alle Carrozzerie di Mirafiori?
Il piano Fiat prevede la produzione di Suv per i marchi Jeep e Alfa Romeo destinati a tutto il mondo e con parti meccaniche importate dagli Usa.

Quanto sarà l'investimento?
Sergio Marchionne ha parlato di un miliardo e 300 milioni.

Quante auto saranno prodotte?
A partire dal terzo trimestre del 2012 si avvierà la produzione che a regime dovrebbe essere tra le 250 e le 280 mila auto all'anno.

Ci sarà cassa integrazione per avviare la nuova produzione?
Dal 14 febbraio di quest'anno per un anno. Sarà a rotazione per la produzione di Mi.To, Musa e Idea.

Ci saranno corsi di formazione?
Sì. Obbligatori.

Come saranno i turni?
L'orario sarà sempre di 40 ore. I turni potranno essere, a seconda delle esigenze produttive, 15 alla settimana (cioè 3 per 5 giorni), o 18 (cioè 3 per 6 giorni). In questo caso il turno del sabato notte è anticipato alla domenica notte precedente. C'è anche l’ipotesi dei 12 turni e cioè 10 ore al giorno di lavoro per due turni per 6 giorni.

Quante ore di straordinario si faranno?
Diventano 120 all'anno.

Cambiano le pause?
Scendono da 40 a 30 minuti, tre da 10 minuti. I 10 minuti soppressi saranno retribuiti Se si lavorerà 10 ore rimarranno i 40 minuti.

Cambierà la collocazione della pausa mensa?
Rimane collocata all'interno del turno. Ma per i 15 e i 18 turni le parti verificheranno le condizioni che consentano lo spostamento a fine turno. Nel caso dei turni da 10 ore rimarrà a metà.

Cambiano le norme contro l’assenteismo?
Da luglio 2011 se il tasso medio di assenze non sarà inferiore al 6% si terrà conto delle ripetute brevi assenze - almeno 3 sotto i 5 giorni - collegate a riposi, festività, ferie. In questo caso al lavoratore non sarà pagato il primo giorno di malattia. Da gennaio 2012 se il tasso medio non è sotto il 4% nelle stesse condizioni di cui sopra non saranno pagati i primi 2 giorni di malattia. E così accadrà negli anni successivi al 2012 se il tasso medio non sarà inferiore al 3,5%. La normativa non sarà applicata ai lavoratori affetti da gravi malattie. Per i periodi di malattia per cui è previsto dal contratto il 50% della retribuzione l’azienda pagherà l’80.

Quale contratto di lavoro si applicherà?
Nella joint venture Fiat-Chrysler per la produzione dei Suv - che sarà costituita e non aderirà al sistema confindustriale - non sarà applicato il contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, ma uno ad hoc definito tra le parti. Recepirà le norme contrattuali vigenti per il Fondo Cometa, ferie, permessi, festività, scatti, provvedimenti disciplinari, classificazione dei lavoratori.

Cambia qualcosa per la rappresentanza sindacale?
La Fiat non riconosce l'accordo interconfederale del '93 sulla rappresentanza. Significa che - in base allo Statuto dei lavoratori del '70 - non saranno più i lavoratori a eleggere i propri delegati, ma i sindacati - e solo quelli firmatari dell'accordo - a nominarli. Chi è fuori non avrà né delegati né possibilità di indire assemblee o delegare la raccolta delle quote all'azienda.

Esiste una clausola di responsabilità?
Sì. Il mancato rispetto dell'accordo da parte del sindacato o dei rappresentanti sindacali dei lavoratori anche a livello di singoli componenti libera l’azienda da alcuni obblighi contrattuali.

Cambia il salario?
I sindacati firmatari sostengono che i nuovi orari porteranno a un aumento di circa 3700 euro lordi annui per la maggiore incidenza delle maggiorazioni notturne a cui si aggiungono 32 euro al mese di compensazione dei 10 minuti di pausa persi.

LEGGI ALTRO...

Il relativismo del mercato del lavoro

Res publica   14.01.11  

Ezio Mauro sul referendum Fiat, sul futuro e sulle possibilità di sviluppo della piattaforma Italia.

Il voto e la sfida di Torino non disegneranno un nuovo modello di governance per l'Italia, come sperano coloro che oggi attendono da Marchionne quel che per un quindicennio ha promesso Berlusconi, senza mai mantenere. Soprattutto non daranno il via né simbolicamente né concretamente - purtroppo - ad una fase generale di crescita del Paese. Il significato della partita di Mirafiori è un altro, e va chiamato col suo nome: la ridefinizione, dopo tanti anni, del rapporto tra capitale e lavoro.

[...] credo anche che l'urto della globalizzazione, che ci costringe a fare i conti non soltanto tra noi e gli altri (i Paesi emergenti), ma tra noi e noi, resettando regole e condizioni, non vada lasciato interamente sulle spalle dell'imprenditore. Ma c'è pure un modo per negoziare produttività, competitività, compatibilità salvaguardando nello stesso tempo i diritti legati al lavoro, semplicemente perché sono a vantaggio di tutti e dunque a carico di ciascuno, in quanto fanno parte del contesto democratico in cui viviamo, della moderna civiltà italiana ed europea.
Per questo è stupefacente l'incultura gregaria della sinistra che ha smarrito il quadrante della modernità e della conservazione, e pensa che l'innovazione sia cedere al pensiero dominante perché non ha un'idea propria del lavoro oggi, delle nuove disuguaglianze, del legame tra modernizzazione, partecipazione e solidarietà, come dice Beck, quindi la London School of Economics, non un'università marxista del secolo scorso: "Se il capitalismo globale dissolve il nucleo di valori della società del lavoro si rompe un'alleanza storica tra capitalismo, Stato sociale e democrazia", quella democrazia che è venuta al mondo in Europa proprio "come democrazia del lavoro". Cosa c'è di più innovatore e progressista che difendere questo nesso della modernità occidentale, che lega insieme l'economia di mercato, il welfare e la democrazia quotidiana che stiamo vivendo in questa parte del mondo?

Gregaria la sinistra, parassitaria la destra di governo, che usa la forza altrui esclusivamente per regolare i conti ideologici del Novecento visto che non è riuscita a saldarli per via politica, non avendone l'autorità. Ed è un puro ideologismo, non un semplice infortunio, il plauso del Capo del Governo all'idea che la Fiat debba lasciare l'Italia se dovesse perdere il referendum, punendo Torino, le famiglie operaie, l'indotto, il Paese per leso liberismo, altrui. Come se il dividendo ideologico (peraltro preso a prestito) fosse per il Capo del governo italiano più importante del lavoro, della sicurezza, del destino di una città e di un Paese. [...]

La realtà è che l'innovazione berlusconiana del '94 si è accontentata della conquista del potere ed è invecchiata esercitandolo, insieme con tutti i protagonisti in campo - sempre uguali, sempre gli stessi - di maggioranza e d'opposizione.

LEGGI ALTRO...

Uscire dal giardinetto recintato della Fiat

Res publica   13.01.11  

Nel 2003 - 2004 Mirafiori era praticamente chiusa. Al punto che c'erano già alcune proposte per riconvertire quell’area persino in un mastodontico parco divertimenti. Una specie di Gardaland di Torino, non so se mi spiego. Quanto a Marchionne, rimane l'uomo che ha preso quella macchina ingrippata che era diventata la Fiat e l’ha salvata. Tornando a Mirafiori, c’è la possibilità storica non solo di portare quella produzione che là manca da vent’anni. Ma di farne un vero e proprio "hub" dell'innovazione per la mobilità sostenibile.

Detto con la massima sincerità, io sono esterrefatto per tutte le polemiche su Marchionne. L'ad della Fiat sta solo proponendo un nuovo modo di lavorare. Nel settore del tessile e dell’alimentaristica lavorano così da vent'anni. Ma soprattutto sono senza parole perché, in qualsiasi altra parte del mondo, uno che mette sul tavolo un miliardo di investimenti sarebbe stato accolto col tappeto rosso.

In attesa del risultato del referendum Fiat, il sindaco di Torino Chiamparino esprime il suo giudizio su Marchionne.
C'è chi parla ideologicamente di un mercato del lavoro che regredisce agli standard di inizio '900 e chi si concentra sulla realtà dei fatti guardando al futuro.
Ci si augura che prima o poi anche la dirigenza del PD possa capirlo.

LEGGI ALTRO...
Post più vecchi ›     e molto di più nell'archivio...