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I post con tag "Marino" archivio

Il giovanotto de sta Roma bella

Res publica   29.10.15  

Le tre ipotesi di Internazionale sul futuro politico del comune di Roma e dell'inquilino del Campidoglio dopo il ritiro delle dimissioni del sindaco Marino presentate il 12 ottobre scorso.

Mozione di sfiducia.
Dimissione in massa.
Bocciare il bilancio.

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Chi nasce tonno nun pò morì quadrato

Res publica   09.10.15  

La caduta del sindaco di Roma e il dopo Ignazio Marino in due articoli tutorial per essere preparati sul pezzo.

In definitiva non sono stati gli scontrini, né la Panda e neppure le vacanze all'estero ad affossare il sindaco Marino, quanto la sua incapacità di far percepire ai romani un seppur effimero segno di rinascita della città.

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Daje Marino

Res publica   08.04.13  

Ignazio Marino

La Stampa a marzo ha intervistato Ignazio Marino, il candidato a sindaco di Roma uscito vincitore dalle primarie del centrosinistra.

La mia città di riferimento è Copenaghen, lo so, è più piccola, ma c’è un grande senso di comunità. Bisognerebbe recuperare l'uso della bicicletta, fa bene e non inquina. I trasporti pubblici sono importanti, ma purtroppo, a Roma, non si può pensare di scavare per fare la metropolitana. Preferisco i mezzi di superficie. La prima cosa che farei per affrontare i problemi di traffico e mobilità sarebbe quello di istituire un centro studi per trovare un percorso che colleghi Casilino e Tuscolano senza dover passare per il centro.

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Ricordati di Marino

Res publica   20.09.10  

C'è chi si domanda che fine abbia fatto Marino.
E' sull'Unità con una lunga intervista a tutto campo su Veltroni e il Partito Democratico.

E' giusto che Veltroni proponga con passione le idee che ha in mente, ma ci vuole metodo, e i luoghi giusti. Può dare un contributo, ma non deve diffondere un’idea di divisione del partito. All’esterno bisogna parlare con una voce sola.

Non si modernizza con un dibattito mediatico. Se lo si vuole fare davvero, si parta con dei referendum nei circoli sulle questioni più importanti. Lo statuto lo prevede già.

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Calpestarne una al giorno

Res publica   15.10.09  

Sono convinto che il rispetto delle regole sia fondamentale per un partito e a maggior ragione per un partito come il PD, in crisi d'identità e che ha l'ambizione di diventare una forza credibile e di governo. La boutade estiva di Grillo dovrebbe averci insegnato qualcosa.

Ora va detto che le regole per eleggere il segretario del Partito Democratico sono chiare, anche se inserite in un percorso tortuoso e discutibile.
Si individuano dei candidati attraverso una votazioni tra gli iscritti al partito; candidati che si sfideranno in seguito in primarie aperte a tutti.
Chi ottiene il 50% +1 dei voti viene eletto segretario. Se nessuno supera questa soglia, il segretario sarà nominato da un'assemblea di mille delegati (delegati a loro volta eletti durante le primarie nelle liste collegate ai candidati a segretario).

Che Bersani e Franceschini siano disposti, in seguito alla riflessione di Scalfari, a rivedere e annullare il terzo passaggio per decidere tutto alle primarie qualunque-risultato-si-ottenga è promettente e confortante, che siano disposti a cambiare le regole a partita non ancora conclusa lo è molto meno.
Il fatto poi che sia Marino a bloccare l'iniziativa ergendosi a paladino-delle-regole-scritte, quando non più tardi di due settimane fa avesse proposto agli altri due un accordo per l'accettazione del vincitore delle primarie a prescindere dal risultato, appare surreale e insensato.

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