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La scrittura perduta di Rapa Nui

Res publica   05.11.21  
Tavoletta G con glifi rongorongo
Tavoletta G con glifi rongorongo

Quando il missionario Eugène Eyraud scoprì dei curiosi glifi incisi su tavolette di legno nel 1864 sull'Isola di Pasqua, quando ormai non era rimasto più nessuno a Rapa Nui in grado di leggere quella scrittura, che si era sviluppata nel più completo isolamento culturale dal resto del mondo.

In ogni rifugio si trovano tavole di legno o bastoni coperti da diversi tipi di caratteri geroglifici: sono raffigurazioni di animali sconosciuti nell'isola, che i nativi disegnano con pietre taglienti. Ogni figura ha il proprio nome; ma la scarsa attenzione che rivolgono per queste tavole mi porta a pensare che questi caratteri, i resti di qualche scrittura primitiva, ora sono per loro una pratica abituale, che mantengono senza conoscerne il significato.

Il rongorongo rimane una tra le più indecifrabili e affascinanti proto-scritture estinte. Utilizzato principalmente dall'élite del popolo di Rapa Nui, discendente dei polinesiani, il rongorongo è composto da circa 600 glifi diversi.
Tutto quello che rimane del rongorongo sono appena 23 frammenti incisi con pietre appuntite sul legno, spesso a malapena decifrabili.

The Journal of Island and Coastal Archaeology pesenta un recente studio su quella che è conosciuta come la tavoletta di Berlino, il documento rongorongo più lungo mai scoperto con i suoi 387 glifi leggibili, ma che potrebbe aver contenuto fino a 5.000 simboli prima che il legno si deteriorasse.

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