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Inno d'autore

Res publica   28.04.10  

Maurizio Codogno sulla richiesta della SIAE del pagamento dei diritti d'autore sull'inno di Mameli, utilizzato durante un concerto organizzato da una associazione no profit a Messina.

La soluzione, dal mio punto di vista, è semplicissima. Sono ragionevolmente certo che la Presidenza della Repubblica ha la possibilità di pagare un'orchestra per una registrazione ufficiale dell'inno, e nel caso voglia anche le parole possa anche pagare un coro; tanto la parte istituzionale è solo la prima strofa che non è così lunga e a volte riesce a essere memorizzata persino da un calciatore. A questo punto il Quirinale prende la registrazione (di cui ha acquistato i diritti economici di elaborazione), rinuncia esplicitamente ai suoi diritti e la lascia a disposizione di tutti i cittadini senza alcuna distinzione. Sarebbe preferibile porla nel pubblico dominio, ma anche solo una cessione a titolo gratuito dei diritti di esecuzione sarebbe sufficiente. Tutti quelli che vogliono eseguire l'inno lo prendono, lo suonano e salutano l'ominio SIAE.

E' una proposta intelligente. Ecco perché non ci hanno pensato.

[16:56] La risposta della SIAE che si dice estranea al fatto.

"La SIAE non ha mai richiesto diritti d'autore per l'Inno di Mameli.
Solo 100 euro sono stati incassati l'anno scorso dalla SIAE per il noleggio dello spartito dell'Inno di Mameli e per conto della casa editrice Sonzogno.
La cifra di oltre mille euro era riferita principalmente alla somma di 816 euro richiesti per i diritti d'autore per musica tutelata utilizzata nello stesso concerto svoltosi a Messina."

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