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I post con tag "Astronomia" archivio

I confini dell'universo conosciuto osservati dal telescopio spaziale James Webb

Geek   15.04.23  

La NASA ha condiviso le prime cinque immagini dal telescopio spaziale James Webb lo scorso luglio e da allora gli astronomi sono stati impegnati nell'utilizzo del telescopio per studiare l'universo e scoprire nuove informazioni sull'origine del cosmo. Scott Pelley ha esplorato in dettaglio il JWST e le sue immagini in questo episodio di 60 Minutes.
Insieme all'astrofisico Brant Robertson hanno discusso dell'immagine scattata dal telescopio spaziale che evidenzia la regione di studio denominata JWST Advanced Deep Extragalactic Survey (JADES) e che raccoglie circa 130.000 galassie, la metà delle quali non era mai stata vista prima.
Tra questa miriade di galassie è visibile anche la galassia più lontana dell'universo conosciuto; un piccolo punto rosso chiamato HD1 distante dalla Terra oltre 13,7 miliardi di anni e quindi posteriore al Big Bang di soli 324 milioni di anni.

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Una mappa interattiva dell'universo

Geek   28.11.22  

Gli astronomi della Johns Hopkins University hanno realizzato una nuova mappa interativa dell'universo conosciuto, basata sui dati estratti nel corso di due decenni dallo Sloan Digital Sky Survey, che raffigura la posizione effettiva e a colori reali di 200.000 galassie, rappresentate come singoli pixel colorati.

La scala di questa mappa è davvero sconvolgente.
La parte superiore rivela il primo lampo di radiazioni emesse subito dopo il Big Bang, 13,7 miliardi di anni fa. Sul fondo il punto di osservazione. Un unico pixel che non rappresenta soltanto la Terra, ma l'intera nostra Via Lattea.

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Come interpretare l'Astronomicum Caesareum

Multimedia   08.11.22  

Con le sue illustrazioni colorate a mano, sfogliare questo splendido libro è una gioia per gli occhi, ma l'Astronomicum Caesareum, scritto da Petrus Apianus e pubblicato per la prima volta nel 1540 a Ingolstadt, è stato progettato e commercializzato per soddisfare una funzione specifica: fornire istruzioni dettagliate su usare un astrolabio e su come interpretare le carte astrologiche e astronomiche per fornire previsioni sul futuro basate sul movimento delle stelle.
Oggi di quest'opera, commissionata da Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero, e Ferdinando II d'Aragona, sopravvivono solo poche decine di copie ancora complete e in perfetto stato di conservazione. Il Metropolitan Museum of Art ci regala uno sguardo su questo manuale d'eccezione.

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La nuova immagine dei Pilastri della Creazione ottenuta dal JWST

Geek   23.10.22  

Il James Webb Space Telescope ha catturato una foto da 122 megapixel della formazione stellare nota come i Pilastri della Creazione.
Fotografati per la prima volta nel 1995 dal telescopio spaziale Hubble, i Pilastri sono formati da colonne di gas interstellare e polveri ai margini della Nebulosa Aquila a circa 5.700 anni luce dalla Terra.
L'immagine ottenuta dal JWST aiuterà i ricercatori ad aggiornare i loro modelli sulla formazione stellare poiché ora saranno in grado di ottenere dettagli più precisi sulle protostelle, nonché rilevare con maggior efficacia i gas e la polvere interstellare della regione, come spiega l'ESA.

Le stelle in formazione lanciano periodicamente getti supersonici di plasma che si scontrano con nubi di polvere, come questi spessi pilastri. Questo a volte si traduce in formazioni di onde, simili a quelle prodotte da una barca mentre si muove attraverso l'acqua. Il bagliore cremisi proviene invece dalle molecole di idrogeno cariche risultanti da queste emissioni. Questa attività è evidente nel secondo e nel terzo pilastro come mostra l'immagine ottenuta dalla Near-Infrared Camera (NIRCam). Si stima che queste giovani stelle abbiano solo poche centinaia di migliaia di anni.

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La Nebulosa Tarantola fotografata dal telescopio spaziale James Webb

Geek   06.09.22  
La nebulosa Tarantola fotografata dal JWST
La nebulosa Tarantola fotografata dal JWST

Il telescopio spaziale James Webb ha catturato in questa immagine composita di 122,5 megapixel la regione dello spazio conosciuta come Nebulosa Tarantola.
La nebulosa si estende per 340 anni luce e include decine di migliaia di stelle in formazione mai viste prima d'ora. Situata nella galassia Grande Nube di Magellano è la più grande regione di formazione stellare conosciuta nel Gruppo Locale, l'insieme di galassie di cui fa parte anche la nostra Via Lattea.

Uno dei motivi per cui gli astronomi sono interessati alla Nebulosa Tarantola è che ha un tipo di composizione chimica simile alle gigantesche regioni di formazione stellare che esistevano quando l'universo aveva solo pochi miliardi di anni e la formazione di protostelle era più alta. Grazie al JWST, gli astronomi possono confrontare i dati ottenuti dalla Nebulosa Tarantola con altre osservazioni di galassie lontane attive durante quel periodo di formazione stellare.

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Un panorama della galassia di Andromeda

Geek   22.08.22  
Particolare della galassia di Andromeda
Particolare della galassia di Andromeda

La NASA ha condiviso la più grande immagine composita di una porzione della galassia di Andromeda.
Conosciuta anche come M31 o NGC 224, si trova a circa 2,5 milioni di anni luce dalla Terra. La più grande del Gruppo Locale che comprende oltre 80 galassie tra cui la nostra Via Lattea.

La galassia di Andromeda e il dettaglio del panorama
La galassia di Andromeda e il dettaglio del panorama

L'immagine, ripresa dal telescopio spaziale Hubble, mostra più di 100 milioni di stelle e ha richiesto 7.398 esposizioni acquisite su 411 singoli puntamenti.
Il panorama è il prodotto del programma Panchromatic Hubble Andromeda Treasury (PHAT). Le immagini sono state ottenute osservando la galassia in lunghezze d'onda del vicino ultravioletto, del visibile e del vicino infrarosso utilizzando la Advanced Camera for Surveys e la Wide Field Camera 3 a bordo di Hubble. Questo particolare mostra un sezione della galassia lungo 48.000 anni luce nel suo colore naturale della luce visibile, come fotografato con la Advanced Camera for Surveys di Hubble con filtri rosso e blu.

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L'universo visto dal James Webb Space Telescope

Geek   12.07.22  

Le prime osservazioni, effettuate dal James Webb, sono state selezionate da un gruppo di rappresentanti della NASA, dell'ESA, della CSA e dello Space Telescope Science Institute per mostrare le potenzialità di tutti e quattro gli strumenti scientifici all'avanguardia presenti a bordo del telescopio spaziale.

SMACS 0723: Webb ha fornito l'immagine a infrarossi più profonda e nitida dell'universo lontano finora - e in sole 12,5 ore di esposizione. Per una persona in piedi sulla Terra che guarda in alto, il campo visivo di questa nuova immagine, un composto a colori di esposizioni multiple della durata di circa due ore ciascuna, è approssimativamente delle dimensioni di un granello di sabbia tenuto a distanza di un braccio. Questo campo profondo utilizza un ammasso di galassie lensing per trovare alcune delle galassie più lontane mai rilevate. Questa immagine graffia solo la superficie delle capacità di Webb nello studio dei campi profondi e nel tracciare le galassie fino all'inizio del tempo cosmico.

WASP-96b (spettro): l'osservazione dettagliata di Webb di questo pianeta caldo al di fuori del nostro sistema solare rivela la chiara firma dell'acqua, insieme a prove di foschia e nuvole che studi precedenti su questo pianeta non hanno rilevato. Con il primo rilevamento di acqua nell'atmosfera di un esopianeta da parte di Webb, ora si propone di studiare centinaia di altri sistemi per capire di cosa sono fatte le altre atmosfere planetarie.

Nebulosa Anello del sud: questa nebulosa planetaria, una nuvola di gas in espansione che circonda una stella morente, si trova a circa 2.000 anni luce di distanza. Qui, i potenti occhi a infrarossi di Webb portano per la prima volta in piena vista una seconda stella morente. Dalla nascita alla morte come nebulosa planetaria, Webb può esplorare i gusci di espulsione di polvere e gas di stelle che invecchiano che un giorno potrebbero diventare una nuova stella o pianeta.

Quintetto di Stephan: la visione di Webb di questo gruppo compatto di galassie, situato nella costellazione del Pegaso, ha scrutato attraverso il velo di polvere che circonda il centro di una galassia, per rivelare la velocità e la composizione del gas vicino al suo buco nero supermassiccio. Ora, gli scienziati possono dare uno raro sguardo, con dettagli senza precedenti, a come le galassie interagenti stanno innescando la formazione di stelle l'una nell'altra e come il gas in queste galassie viene disturbato.

Nebulosa della Carena: lo sguardo di Webb sulle "scogliere cosmiche" nella nebulosa della Carena svela le prime e rapide fasi della formazione stellare che in precedenza erano nascoste. Osservando questa regione di formazione stellare nella costellazione meridionale della Carena, così come in altre simili, Webb può vedere le stelle di nuova formazione e studiare il gas e la polvere che le hanno prodotte.

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Il primo sguardo del James Webb Space Telescope a galassie distanti 4,6 miliardi di anni luce da noi

Geek   12.07.22  
L'ammasso di galassie SMACS 0723 fotografato dal JWST
L'ammasso di galassie SMACS 0723 fotografato dal JWST

In un evento tenuto in anteprima alla Casa Bianca, il presidente Joe Biden ha presentato una delle prime immagini catturate dal telescopio spaziale James Webb.
Questa foto composita, che inquadra l'ammasso di galassie SMACS 0723 a 4,6 miliardi di anni luce dal sistema Solare, è l'immagine a infrarossi più nitida e a maggiore distanza mai scattata sino a oggi.
I suoi dettagli sono stupefacenti. Migliaia di galassie, inclusi oggetti deformati dalla lente gravitazionale, mai osservate prima. Tra le curiosità, sulla destra si può ammirare una perfetta galassia a spirale simile alla nostra Via Lattea.
Questa porzione di universo copre appena una sezione di cielo grande all'incirca come un granello di sabbia tenuto a distanza di un braccio.

La NASA, in collaborazione con l'ESA e l'Agenzia Spaziale Canadese, rilascerà la serie completa delle prime immagini a colori e dei dati spettroscopici del James Webb Space Telescope durante una trasmissione in diretta dal Goddard Space Flight Center a partire dalle 14:30 UTC di oggi.

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Alla ricerca della materia oscura

Geek   21.06.22  

Secondo gli astronomi la materia oscura supera di almeno cinque volte la materia ordinaria, ma come suggerisce il suo nome è sperimentalmente difficile da individuare.
La materia oscura infatti non emetterebbe radiazione elettromagnetica e verrebbe rilevata soltanto indirettamente, attraverso i suoi effetti gravitazionali.

L'ipotesi di una materia esotica per giustificare osservazioni astrofisiche, come le stime della massa delle galassie, viene esposta sino dai primi decenni del '900.
Questa materia costituirebbe circa l'85% dell'intera massa presente nell'universo. Rappresentando circa il 27% della densità energetica totale dell'universo osservabile.

La prova a sostegno della materia oscura viene dai calcoli che mostrano che molte galassie si comporterebbero in modo molto diverso se non contenessero una grande quantità di materia invisibile. Alcune galassie non si sarebbero affatto formate e altre non si sarebbero mosse come fanno attualmente. Altre indicazioni includono le osservazioni sulla lente gravitazionale e il fondo cosmico a microonde, insieme alle osservazioni astronomiche dell'attuale struttura dell'universo osservabile, la formazione e l'evoluzione delle galassie, la posizione della massa durante le collisioni galattiche e il movimento delle galassie all'interno di ammassi di galassie.

Veritasium espone l'incredibile complessità della ricerca della materia oscura.

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