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I post con tag "Clegg" archivio

Nick Clegg sugli insediamenti israeliani

Res publica   18.01.12  

Secondo il vice premier britannico gli insediamenti israeliani costituiscono un atto di vandalismo deliberato.

There is ample justification for his remarks in two recent internal EU reports covered in this newspaper. The latest, disclosed today, warns that Israel's actions are making the idea of Jerusalem as a shared capital - which the EU rightly regards as a sine qua non of a two-state solution - "increasingly unlikely and unworkable". The continued growth of settlements already housing 500,000 Israelis in occupied territory - almost 200,000 of them in East Jerusalem - is not the only such action, but is the biggest obstacle to successful negotiations.

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Un boccone amaro per i LibDem

Res publica   11.12.11  

Il sogno di una stagione al governo del Regno Unito sta costando caro ai LibDem.
La stretta mortale dei conservatori costringe il partito di Clegg a rinnegare ogni suo valore fondante e a disperdere un patrimonio elettorale difficilmente recuperabile.
Lo strappo in Europa e il possibile isolamento rischiano di trascinare i LibDem in una nuova stagione di oblio e irrilevanza.

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Il sistema elettorale attuale funziona bene

Res publica   05.05.11  

Nick Clegg all'uscita di un seggio elettorale

Gli elettori britannici voltano le spalle ai LibDem bocciando il referendum sulla riforma elettorale del voto alternativo, fortemente voluta dal vice premier Nick Clegg durante la campagna elettorale.
La riforma prevedeva di trasformare l'attuale sistema uninominale maggioritario secco, in un semi proporzionale facilitando l'ingresso in parlamento dei partiti minori.

Una consultazione affossata da un voto di protesta proprio contro i liberaldemocratici, giudicati troppi appiattiti sulle posizioni del premier Cameron e poco incisivi nell'azione di Governo, e dagli stessi Tory che hanno condotto una campagna elettorale per il no.
I laburisti avevano invece lasciato libertà di scelta agli elettori, essendo divisi al loro interno tra possibilisti e contrari.

Mal di pancia e fratture che ora andranno ricucite alla svelta tra Clegg e Cameron prima di compromettere ancora di più la popolarità - in caduta libera - dei due partiti di maggioranza.

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Parlamento impiccato

Res publica   07.05.10  

L'unica certezza emersa nel corso della notte elettorale britannica è che non esiste un vincitore assoluto. Il paese è spaccato e non ha saputo esprimere una maggioranza stabile.

La previsione della BBC mostra i Tory al 37% con 306 seggi - ben distanti dalla soglia dei 326 parlamentari necessari a governare con tranquillità -, il Labour in ripresa sui sondaggi si attesta sui 262 seggi al 28%, peggio delle attese i LibDem di Clegg inchiodati al 23% con 55 seggi e nonostante tutto decisivi ai fini di formare un governo di coalizione.

Mentre Cameron dichiara la vittoria la palla passa a Gordon Brown; secondo la Costituzione in mancanza di una maggioranza assoluta viene infatti concesso al primo ministro uscente la possibilità di cercare un'intesa per formare un nuovo governo. E i primi contatti con i LibDem sarebbero già iniziati.
Anche in questo caso i numeri non ci sarebbero.

Davanti ai conservatori si prospettano ora due alternative.
Cercare l'accorgo con Clegg costruendo una coalizione basata sui compromessi o scegliere la via che Harper ha tracciato in Canada. Governare senza maggioranza forzando ogni volta il parlamento sul voto.
Prospettive non rosee per chi da un anno veniva indicato come il sicuro futuro leader incontrastato del Regno Unito.

Un altra certezza sarà la permanenza di Brown a Downing Street ancora per quale giorno, come minimo.

Da oggi emerge una Gran Bretagna un po' più simile all'Italia. Auguri.

[13:37] Via via che passano le ore cresce l'incertezza e i Tory retrocedono.
Conservatori 294 seggi, Labour 251, LibDem 52.
Si aspetta una dichiarazione di Cameron per le 14:30, ora di Greenwich.

[17:34] I dati definitivi non lasciano spazio a interpretazioni. Clegg ago della bilancia. Cameron sta tessendo la sua trama per portare i LibDem dalla sua, Brown si affaccia alla finestra nella speranza che i contatti falliscano.
Conservatori 306 (36%), Labour 258 (29%), LibDem 57 (23%). I restanti 28 seggi vengono spartiti tra le formazioni minori che raggiungono il 12%.

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L'impronta di Cameron

Res publica   30.04.10  

Ieri notte si è svolto l'ultimo dibattito televisivo britannico.
I sondaggi non lasciano spazio ai dubbi. Cameron ha vinto la sua battaglia.
Più incerto il risultato per il secondo posto, c'è chi dice Clegg e chi concede la seconda piazza a Brown.

Brown nel suo cavallo di battaglia, si parlava di economia, è stato più aggressivo del solito. Sempre preparato e pragmatico ha fatto quasi dimenticare la figuraccia del giorno prima. Tuttavia non ha saputo scaldare gli animi.
Il troppo pragmatismo, tutto incentrato nel sostenere la debole ripresa del Regno Unito, ha probabilmente annoiato senza mai riuscire ad infondere quell'ottimismo in grado di dare una scossa all'elettorato.

Cameron ha giocato la carte della retorica populista per difendere le sue politiche fiscali. E' riuscito a convincere la Gran Bretagna senza dire nulla di concreto.
Il valore aggiunto dei Tory.

Clegg si è dimostrato più impacciato rispetto ai primi due dibattiti. Schiacciato dal peso del successo di queste settimane e dall'assedio dei altri due leader.
Condivisibile la sua politica sull'immigrazione, tuttavia impopolare oltre Manica.

Resta una settimana al voto, che quasi certamente vedrà la novità di un governo di coalizione e la fine del ciclo del Labour.
Resta la complicata assegnazione di seggi che potrebbe riservare sorprese. Unica sfuggevole chance per Brown, a meno di improbabili suicidi elettorali di David Cameron.

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Ancora Clegg

Res publica   23.04.10  

Questa la risposta alla domanda su chi abbia vinto il secondo dibattito televisivo britannico, ieri sera in onda su Sky News, ma con Brown e Cameron più reattivi di giovedì scorso tanto da far pronunciare la parola pareggio a molti.

Politica estera, armi nucleari, immigrazione e naturalmente Unione Europea sono stati i temi cardine della prima parte della serata, poi abilmente scavalcati da un dibattito più nazionale sotto la guida del moderatore Adam Boulton.

Cameron ha avuto di sicuro la posizione più debole sull'Unione Europea, dovendo soppesare ogni parola per non dispiacere ai molti euroscettici tra le file dei conservatori.

Brown assolutamente pragmatico, forse troppo, ha parlato più in veste di primo ministro che non come candidato. Ha dimostrato serietà, ma si faceva fatica a rimanere svegli. Tuttavia ha saputo vestire bene la sua intrinseca debolezza e ancora una volta si è dimostrato il più combattivo dei tre.

Clegg è stato abbastanza pro-europeo da spaventare persino i pro-europei. Ancora una volta ha saputo smarcarsi bene. Pesantemente criticato da Brown, seguito a ruota da Cameron, sulla sua contrarietà al rinnovamento degli arsenali nucleari britannici e accusato di voler favorire un'amnistia per gli immigrati clandestini. In quello che forse è stato uno dei momenti migliori della serata.

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