L'era dell'Aquario in Grecia dopo il referendum
Le banche resteranno chiuse sino a mercoledì. La decisione del governo Tsipras prevede inoltre di estendere fino a venerdì il tetto dei prelievi previsto sino a un massimo di 60 euro al giorno.
Le banche resteranno chiuse sino a mercoledì. La decisione del governo Tsipras prevede inoltre di estendere fino a venerdì il tetto dei prelievi previsto sino a un massimo di 60 euro al giorno.
Varoufakis lascia dopo 5 mesi. "Voglio godermi la pensione".
[maurizio neri]Le dimissioni del ministro greco delle finanze Yanis Varoufakis lette da Spinoza.
Il periodo di tempo in cui la Grecia si è mostrata inadempiente nei confronti dei suoi creditori durante l’era moderna è calcolabile in oltre 90 anni, ovvero circa il 50% del periodo in cui è stata indipendente.
La tradizione non è acqua.
Deve essere accettato il piano di compromessi proposto dalla Commissione europea, il Fondo Monetario internazionale e la Bce all'Eurogruppo del 26 maggio 2015, composto da due documenti che costituiscono l'intera offerta? Il primo documento si intitola "Riforme per il completamento del prigramma corrente e oltre" il secondo "Analisi preliminare della sostenibilità del debito".
Un referendum consultivo, quello greco qui proposto, su una bozza di accordo economico è forse l'idea più paracula e pilatesca mai tentata nella storia della politica europea da quei due bluff che passano sotto il nome di Varoufakis e Tsipras.
La Consulta, con un atto gravissimo, ha stabilito la fine per la gente, per il popolo, di esprimersi su un referendum per l'abrogazione della riforma Fornero, una decisione fuori da ogni precedente. È una infamata nei confronti di milioni di italiani che non arrivano a fine mese. Altro che legge elettorale... Questa Italia mi fa schifo e mi batterò per ribaltarla.
No, Matteo. Non è così.
Hai presente quando a scuola scarabocchiavi sul libro le imprese di Alberto da Giussano invece di prestare attenzione alla lezione? Ecco. Parte tutto da lì.[...] Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio. [...]
Articolo 75 della Costituzione Italiana.
Dai riprova. Magari la prossima volta senza dare sfogo a tutto quell'aplomb mitteleuropeo che contraddistingue la tua colta retorica.
Il Guardian ha provato a capire quali sarebbero le mosse, gli sconvolgimenti e le prospettive in Scozia e nel Regno Unito sulla base delle due possibili scelte che usciranno dal referendum sull'indipendenza scozzese.
Se vincessero i sì.
A series of carefully laid plans drawn up in secrecy in Whitehall over recent months will be triggered in the early hours of Friday morning if Scotland votes to secede from the United Kingdom.
The first – and most important – move will come when David Cameron telephones Alex Salmond to concede defeat. The prime minister will want to adopt a warm tone to reassure the markets that the remainder of the UK has no intention of engaging in recriminations with Scotland, which would be highly destabilising for the economies of both countries.
But Cameron will also be firm in making clear that the remainder of the UK has no plans – at this stage, at least – to agree to Salmond's demands to form a currency union. This will be crucial in reassuring the markets, which will regard sterling as an even more vulnerable currency if the Bank of England has to act as lender of last resort to Scottish banks – whose liabilities are 12 times the GDP of Scotland – without firm UK control over fiscal policy north of the border.
In the event of a yes vote, the performance of the prime minister in the early hours of Friday morning will be decisive in shaping his own political future. If Tory MPs, many of whom will be heartbroken by the breakup of the UK, wake up on Friday morning to hear that Cameron is providing clear and calm leadership, he may stabilise his position if only in the short term.
Salmond made clear over the weekend that he too would move quickly from campaign bruiser to father of the nation. He plans to invite all the leading figures from the no campaign to join his "Team Scotland" group to negotiate secession.Se vincessero i no.
If Scotland votes against independence, much depends on the margin of the no campaign's victory. After the ritual calls of congratulations between Alex Salmond and Better Together's Alistair Darling, the first minister is likely to call for new powers for Holyrood.
With the yes vote likely to exceed 45% – far more than his own Scottish National party's level of support – Salmond will say there is clear demand in Scotland for greater freedom within the UK. His position as leader will be secured by a high yes vote; only a highly unlikely washout – a yes vote of about 35% – would raise serious questions about his future.
With the international markets calmed by the result, the no camp's rebuff will be immediate. They will confirm the appointment of an independent chair to lead a cross-party programme to deliver new tax powers for the Holyrood parliament at breakneck speed, with a reform process starting on Friday.
Dal referendum è emerso un risultato favorevole del 98,8% per il mantenimento dello status quo.
L'arcipelago, reclamato dall'Argentina, è parte integrante del Regno Unito dal 1832.
Il liveblog dell'Irish Times sui risultati del referendum che chiede ai cittadini irlandesi di esprimersi sul trattato fiscale europeo.
[12:10] Secondo la Reuters il risultato definitivo del referendum sarà a favore del sì. Una boccata di ossigeno per l'Europa.
Giovedì 31 maggio gli irlandesi saranno chiamati alle urne per esprimersi sul trattato fiscale europeo.
L'Irish Times si schiera per il sì e ne motiva le ragioni.
Come abbiamo fatto in occasione di quasi tutti i sette referendum sull’integrazione alla Cee/Ce/Ue che sono stati proposti al popolo irlandese, l'Irish Times raccomanda di nuovo di votare "sì". E questo non per un'incurabile e acritica eurofilia, bensì per una pragmatica valutazione degli interessi vitali dell'Irlanda e per la sensazione, soprattutto, che ci siano cose che facciamo meglio da soli e altre che possono essere fatte soltanto insieme ai nostri partner europei.
La realizzazione dell'unione monetaria è un caso molto esemplificativo. Il voto di domani verte proprio su questo compito lasciato a metà - un uccello non può spiccare il volo con un'ala sola - quello che ci fornirà le premesse fiscali per una solidità su scala europea che dovrà garantire la sicurezza dei capitali, in cui i paesi dell'euro saranno in grado di ottenere prestiti a tassi di interesse sostenibili. E questo non è uno strano concetto di matrice tedesca, ma un fatto reale della vita economica.
Non esiste niente di gratuito. I soldi facili comportano un prezzo che tutti gli stati membri dell'euro dovranno pagare - con disciplina fiscale, solida gestione e anche qualche sacrificio. Questa è la motivazione di fondo sia del trattato che siamo chiamati a votare sia del carattere condizionale dell’accesso ai fondi dell'Esm, il Meccanismo per la stabilità europea, di cui potremmo benissimo tornare ad avere bisogno.
Questo non è - come i sostenitori del no vorrebbero farci credere - un "trattato delle banche" o un "trattato degli speculatori", ma un trattato che consentirà agli stati europei di associarsi tutti insieme contro i capricci degli speculatori, per dar vita a una valuta di peso e stabilità sufficienti a resistere ai loro attacchi.
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha indetto per la fine del mese di febbraio un referendum costituzionale che aprirebbe la strada a un sistema multipartitico e a un limite ai mandati presidenziali.
Secondo l'opposizione l'annuncio sarebbe un pretesto per guadagnare tempo, mentre nel paese l'esercito continua a massacrare i manifestanti anti-regime.