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I post con tag "Foto" archivio

La nuova immagine dei Pilastri della Creazione ottenuta dal JWST

Geek   23.10.22  

Il James Webb Space Telescope ha catturato una foto da 122 megapixel della formazione stellare nota come i Pilastri della Creazione.
Fotografati per la prima volta nel 1995 dal telescopio spaziale Hubble, i Pilastri sono formati da colonne di gas interstellare e polveri ai margini della Nebulosa Aquila a circa 5.700 anni luce dalla Terra.
L'immagine ottenuta dal JWST aiuterà i ricercatori ad aggiornare i loro modelli sulla formazione stellare poiché ora saranno in grado di ottenere dettagli più precisi sulle protostelle, nonché rilevare con maggior efficacia i gas e la polvere interstellare della regione, come spiega l'ESA.

Le stelle in formazione lanciano periodicamente getti supersonici di plasma che si scontrano con nubi di polvere, come questi spessi pilastri. Questo a volte si traduce in formazioni di onde, simili a quelle prodotte da una barca mentre si muove attraverso l'acqua. Il bagliore cremisi proviene invece dalle molecole di idrogeno cariche risultanti da queste emissioni. Questa attività è evidente nel secondo e nel terzo pilastro come mostra l'immagine ottenuta dalla Near-Infrared Camera (NIRCam). Si stima che queste giovani stelle abbiano solo poche centinaia di migliaia di anni.

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La Nebulosa Tarantola fotografata dal telescopio spaziale James Webb

Geek   06.09.22  
La nebulosa Tarantola fotografata dal JWST
La nebulosa Tarantola fotografata dal JWST

Il telescopio spaziale James Webb ha catturato in questa immagine composita di 122,5 megapixel la regione dello spazio conosciuta come Nebulosa Tarantola.
La nebulosa si estende per 340 anni luce e include decine di migliaia di stelle in formazione mai viste prima d'ora. Situata nella galassia Grande Nube di Magellano è la più grande regione di formazione stellare conosciuta nel Gruppo Locale, l'insieme di galassie di cui fa parte anche la nostra Via Lattea.

Uno dei motivi per cui gli astronomi sono interessati alla Nebulosa Tarantola è che ha un tipo di composizione chimica simile alle gigantesche regioni di formazione stellare che esistevano quando l'universo aveva solo pochi miliardi di anni e la formazione di protostelle era più alta. Grazie al JWST, gli astronomi possono confrontare i dati ottenuti dalla Nebulosa Tarantola con altre osservazioni di galassie lontane attive durante quel periodo di formazione stellare.

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Il primo sguardo del James Webb Space Telescope a galassie distanti 4,6 miliardi di anni luce da noi

Geek   12.07.22  
L'ammasso di galassie SMACS 0723 fotografato dal JWST
L'ammasso di galassie SMACS 0723 fotografato dal JWST

In un evento tenuto in anteprima alla Casa Bianca, il presidente Joe Biden ha presentato una delle prime immagini catturate dal telescopio spaziale James Webb.
Questa foto composita, che inquadra l'ammasso di galassie SMACS 0723 a 4,6 miliardi di anni luce dal sistema Solare, è l'immagine a infrarossi più nitida e a maggiore distanza mai scattata sino a oggi.
I suoi dettagli sono stupefacenti. Migliaia di galassie, inclusi oggetti deformati dalla lente gravitazionale, mai osservate prima. Tra le curiosità, sulla destra si può ammirare una perfetta galassia a spirale simile alla nostra Via Lattea.
Questa porzione di universo copre appena una sezione di cielo grande all'incirca come un granello di sabbia tenuto a distanza di un braccio.

La NASA, in collaborazione con l'ESA e l'Agenzia Spaziale Canadese, rilascerà la serie completa delle prime immagini a colori e dei dati spettroscopici del James Webb Space Telescope durante una trasmissione in diretta dal Goddard Space Flight Center a partire dalle 14:30 UTC di oggi.

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Il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea

Geek   12.05.22  

Il team di ricerca dell'Event Horizon Telescope, dopo averci mostrato l'orizzonte degli eventi del buco nero supermassiccio M87 nella galassia Virgo A, ha concentrato gli sforzi sula nostra galassia per svelare la prima immagine del buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea, Sagittario A*, come raccontato da New Scientist.
L'INAF spiega come questo risultato fornisca la prima prova visiva diretta che l'oggetto sia davvero un buco nero e permetta di ampliare la nostra conoscenza su questi fenomeni celesti che risiedono al centro della maggior parte delle galassie.

Ottenere il nuovo risultato è stato molto più difficile rispetto al precedente, anche se Sgr A* è molto più vicino a noi. Il team ha dovuto sviluppare nuovi sofisticati strumenti di analisi dati per tener conto del moto del gas intorno a Sgr A*, che impiega pochi minuti a completare un'orbita attorno a questo buco nero. Il buco nero al centro della galassia M87 è molto più grande e il gas, che si muove alla stessa velocità (prossima a quella della luce) attorno a entrambi i buchi neri, impiega giorni o addirittura settimane per orbitare intorno ad esso: era dunque un target più stabile e quasi tutte le immagini avevano lo stesso aspetto. Non è accaduto lo stesso per Sgr A*. L'immagine del buco nero al centro della nostra galassia è una media delle diverse immagini estratte dal team, svelando finalmente questo oggetto per la prima volta.

Sagittarius A* si trova a oltre 26.600 anni luce dalla Terra e ha una massa stimata in circa 4,1 milioni di masse solari. Questa regione del Centro Galattico è popolata dall'omonimo un ammasso stellare che comprende decine di stelle conosciute.

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La transumanza di un gregge di pecore

Geek   28.06.21  

Per mesi il fotografo Lior Patel ha seguito una grande mandria di pecore durante la sua transumanza dal pascolo invernale al pascolo estivo, nella regione collinare della Galilea vicino alla città di Yokneam.
Da queste riprese aeree in time lapse si può apprezzare il movimento, quasi una danza, che le pecore eseguono sotto l'attento controllo dei pastori e dei loro cani.

L'agricoltore Michael Morgan, conosciuto come il "re del cavolo" e il pastore del Sud Africa Keith Markov hanno gestito questo gregge dal 1985 e oggi comprende tra 1.000 e 1.750 capi. Ogni anno le pecore migrano per almeno sette chilometri dalla valle alla periferia del kibbutz Ramot Menashe con l'aiuto dei pastori Mustafa Tabash, Mahmoud Kaabiyah, Eyal Morgan e Dan Goldfinger e alcuni border collies.

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La Terra fotografata dall'orbita lunare

Geek   11.05.21  
La Terra fotografata dall'astronauta Richard Gordon dell'Apollo 12
La Terra fotografata dall'astronauta Richard Gordon dell'Apollo 12

Earth Restored è una serie che raccoglie alcune tra le più significative fotografie della Terra, catturate dagli astronauti della NASA durante le missioni Apollo e restaurate da Toby Ord.

La Terra fotografata dall'astronauta Alan Bean dell'Apollo 12
La Terra fotografata dall'astronauta Alan Bean dell'Apollo 12
Una panoramica lunare con il LEM e la Terra fotografata da Michael Collins dell'Apollo 11
Una panoramica lunare con il LEM e la Terra fotografata da Michael Collins dell'Apollo 11

Gli scatti originali sono stati effettuati con fotocamere Hasselblad 500EL appositamente progettate e lenti Zeiss Sonnar e Planar. Gli astronauti utilizzavano pellicole Kodak. La Ektachrome per il colore e la Panatomic-X per il bianco e nero.

La Terra sorge dietro la Luna fotografata dall'Apollo 17
La Terra sorge dietro la Luna fotografata dall'Apollo 17
La Luna e la Terra fotografate dall'Apollo 14
La Luna e la Terra fotografate dall'Apollo 14
La Terra sorge sull'orizzonte lunare fotografata da Bill Anders dall'Apollo 8
La Terra sorge sull'orizzonte lunare fotografata da Bill Anders dall'Apollo 8
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I campi magnetici dell'orizzonte degli eventi del buco nero supermassiccio M87

Geek   24.03.21  
L'orizzonte degli eventi del buco nero M87
L'orizzonte degli eventi del buco nero M87

A due anni di distanza dalla prima immagine di un buco nero, catturata grazie ai dati raccolti dall'Event Horizon Telescope (EHT), gli scienziati sono riusciti ad approfondire l'analisi dei dati sino a rilasciare questa nuova immagine del buco nero supermassiccio posto al centro della galassia M87.

La nuova immagine mostra il buco nero in luce polarizzata, ciò ha permesso agli astronomi una visione più nitida dell'oggetto e la capacità di mappare le linee di orientazione del campo magnetico sull'orizzonte degli eventi.
I campi magnetici sono un elemento chiave per comprendere i processi gassosi, i getti di plasma e l'accrescimento del buco nero.

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Gli sbalorditivi dettagli della Via Lattea catturati in 12 anni di fotografie

Wow   18.03.21  
La Via Lattea fotografata da J-P Metsavainio
La Via Lattea fotografata da J-P Metsavainio

Era il 2009 quando il fotografo J-P Metsavainio iniziò il progetto di fotografare una larga porzione della nostra galassia ad alta risoluzione.
Dodici anni e 1.250 ore di esposizione dopo, il risultato ottenuto è un'immagine di 1,7 gigapixel che copre splendidi dettagli della Via Lattea e comprende quasi 20 milioni di stelle visibili tra le costellazioni del Toro e del Cigno.

La Via Lattea fotografata da J-P Metsavainio
La Via Lattea fotografata da J-P Metsavainio
Un dettaglio della nebulosa Tulipano fotografata da J-P Metsavainio
Un dettaglio della nebulosa Tulipano fotografata da J-P Metsavainio

Come artista visivo, la composizione dell'immagine significa molto. Negli anni ho fotografato centinaia di bersagli individuali dalla Via Lattea. Ogni immagine scattata è un'opera d'arte indipendente. Allo stesso tempo, ho sempre tenuto a mente le esigenze della grande composizione finale.

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Un'enorme foto della costellazione di Orione

Geek   11.11.20  
La costellazione di Orione fotografata da Matt Harbison
La costellazione di Orione fotografata da Matt Harbison

Matt Harbison ha dedicato gli ultimi cinque anni a fotografare in dettaglio la costellazione di Orione.
Il risultato è visibile su Project Orion. Una splendida immagine da 2,5 gigapixel, composta da 2.508 scatti.

Suppongo che la cosa migliore da dire sia che ho potuto scoprire il mio interesse per Orione in giovane età. L'ho visto attraverso il fruscio delle foglie da bambino in campeggio con i miei genitori e i miei nonni. L'ho cercato quando mia madre mi ha iscritto ai Boy Scout, e l'ho trovato guardando attraverso il mio primo minuscolo telescopio al campo Boy Scout di Skymont. Mi sono meravigliato dei colori della nebulosa quando per la prima volta l'ho osservata attraverso un telescopio Dobson. Ho seguito il suo percorso le prime volte che ho guidato da casa a scuola e viceversa, sorgere in autunno e tramontare in primavera. Ho lasciato casa per il college inseguendo la sua direzione a sud lungo la Hwy 41. Era sempre lì, apparentemente poco appariscente. Ho sempre sentito una connessione con questo cercatore di vie cosmiche. Grandi decisioni ed eventi nella mia vita andavano e venivano, eppure quelle stelle sembravano sempre trovare la loro strada nella mia coscienza.

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