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I post con tag "Global Warming" archivio

Un normale giorno di pioggia in Liguria al tempo dei cambiamenti climatici

Res publica   15.11.14  

Il Polcevera a Genova durante l'alluvione del 2014

Dati meteo dell'alluvione del 2014 in Liguria

Un giorno di pioggia ininterrotta ha fatto di nuovo annegare la Liguria da ponente a levante.

Probabilmente è già troppo tardi per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. Non resta che prepararsi; amministratori locali e singoli cittadini dovranno affrontare un'emergenza continua per almeno un paio di mesi all'anno.
Succederà sempre più spesso e con sempre maggiore regolarità.

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L'accordo sul clima tra USA e Cina

Res publica   12.11.14  

Il piano di USA e Cina per ridurre le emissioni di gas inquinanti entro il 2030 seguendo il solco già tracciato dagli stringenti obiettivi posti dall'Unione Europea.

As part of the agreement, Mr. Obama announced that the United States would emit 26 percent to 28 percent less carbon in 2025 than it did in 2005. That is double the pace of reduction it targeted for the period from 2005 to 2020.

China's pledge to reach peak carbon emissions by 2030, if not sooner, is even more remarkable. To reach that goal, Mr. Xi pledged that so-called clean energy sources, like solar power and windmills, would account for 20 percent of China's total energy production by 2030.

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L'estate bollente del 2014

Geek   19.09.14  

Se quest'anno vi siete lamentati per il meteo avverso che vi ha fatto rinunciare al tempo libero in spiaggia tanto da darvi l'illusione di un'estate fredda, un'estate che non c'è stata, sappiate che la realtà è un'altra. Ed è di gran lunga peggiore.
L'estate 2014 è stata la più calda dal 1880. E agosto ha superato ogni precedente record. Inutile aggiungere che non è una buona notizia.

NASA and the Japan Meteorological Agency agree that August was the warmest on record. NASA puts August’s global temperature at 0.7 degrees Celsius above the 1951-1980 average, while the JMA, which compares temperatures to a more recent period, reports August was 0.32 degrees Celsius above the 1981-2010 average.

Oceans were particularly warm in August, driving up the thermometer. The world’s oceans were running 0.65 degrees Celsius above average in August, according to NOAA, which is a record high anomaly for all months. This record was just previously set in June of this year.

The western equatorial Pacific remained much warmer than normal in August, though the warm ocean anomaly El Nino has not yet developed as expected this year. In addition, a large swath of the Indian Ocean was also anomalously warm.

Over land, the high latitudes were incredibly warm compared to normal, in Siberia in particular. The sizzling heat in the western U.S. and Mexico drove up the temperature for the JMA analysis, while the eastern U.S. was cooler than average in all three analyses.

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Dove i cambiamenti climatici colpiranno prima

Geek   10.10.13  

Global warming nel mondo

Global warming nel mondo

Nature ha pubblicato i dati sulle città mondiali che subiranno per prime l'effetto negativo del global warming. La prima mappa mostra come, senza nessun intervento, si supererà un punto di non ritorno in cui ogni anno successivo alla data indicata sarà mediamente più caldo dell'anno più caldo in assoluto rilevato tra il 1960 e il 2005.
La seconda mappa prende in esame i cambiamenti climatici mitigati da interventi sulle emissioni.

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11.300 anni di global warming

Geek   11.03.13  

Grafico sulle temperature degli ultimi 11.300 anni

Science ha pubblicato un grafico che analizza le temperature medie del pianeta nell'arco degli ultimi 11.300 anni. In poco più di un secolo siamo passati da uno dei decenni più freddi della storia, quello tra il 1900 e il 1910, all'attuale periodo che presenta valori di caldo estremo tra i più alti mai registrati.

The decade of 1900 to 1910 was one of the coolest in the past 11,300 years - cooler than 95 percent of the other years, the marine fossil data suggest. Yet 100 years later, the decade of 2000 to 2010 was one of the warmest, said study lead author Shaun Marcott of Oregon State University. Global thermometer records only go back to 1880, and those show the last decade was the hottest for this more recent time period.

"In 100 years, we've gone from the cold end of the spectrum to the warm end of the spectrum," Marcott said. "We've never seen something this rapid. Even in the ice age the global temperature never changed this quickly."

Using fossils from all over the world, Marcott presents the longest continuous record of Earth's average temperature. One of his co-authors last year used the same method to look even farther back. This study fills in the crucial post-ice age time during early human civilization.

Marcott's data indicates that it took 4,000 years for the world to warm about 1.25 degrees from the end of the ice age to about 7,000 years ago. The same fossil-based data suggest a similar level of warming occurring in just one generation: from the 1920s to the 1940s. Actual thermometer records don't show the rise from the 1920s to the 1940s was quite that big and Marcott said for such recent time periods it is better to use actual thermometer readings than his proxies.

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Confusione nucleare

Res publica   05.05.12  

Il Giappone ha abbandonato l'energia nucleare, per il momento solo temporaneamente.

Tokyo ha spento oggi l'ultimo impianto ancora in attività dopo lo tsunami del marzo scorso, in attesa della revisione straordinaria che testi la sicurezza di tutte le centrali in caso di eventuali disastri naturali.
La volontà del governo è quella di riaprire gli impianti una volta conclusa la valutazione e ricevuto il parere degli enti locali interessati.

Per la prima volta da 42 anni il paese non potrà fare affidamento sull'energia elettrica prodotta in centrali atomiche.
Per sopperire, nel breve periodo, al fabbisogno energetico il Giappone si è trovato costretto a consumare più combustibili fossili, aumentando di conseguenza la produzione di gas serra.

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Il clima di Durban

Res publica   11.12.11  

Dalla conferenza COP17 sui cambiamenti climatici a Durban emergono tre punti chiave.

Oltre il protocollo di Kyoto c'è un domani e da oggi ha il cappello delle Nazioni Unite.
Principalmente lo si deve a una presa di coscienza globale sulle potenzialità ormai certe della rivoluzione verde. L'economia verde trainerà il mondo nei prossimi decenni e nessuno vuole perdersi la festa.
L'ambiente salvato dal capitalismo. A qualche distratto suonerà strano.

La sempre bistrattata Europa detta legge e resta il faro mondiale dello sviluppo sostenibile e delle energie rinnovabili.
Autorevole nel mediare tra posizioni divergenti e capace di assumersi la responsabilità di porsi sempre all'avanguardia nella difesa dell'ambiente.

L'Italia torna protagonista, all'interno del quadro della diplomazia europea, lasciandosi alle spalle la politica ambientale di stampo tardo medievale dei governi Berlusconi.
Una ventata di aria fresca respirata anche a Durban.

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Il ritorno del carbone

Res publica   04.08.11  

La rivoluzione verde, auspicata dopo la vittoria del referendum e il calo di consensi verso l'energia nucleare in seguito allo tsunami in Giappone, non si verificherà nel breve periodo.
Gli ostacoli creati dai comitati locali e la bassa efficienza degli impianti di energia rinnovabile stanno spingendo i paesi dell'Unione Europea - e non solo - a fare nuovamente ricorso al carbone. Orrendamente inquinante, estratto con l'impiego di manodopera minorile, ma soprattutto economico.

Non dite che non vi avevo avvisato.

La domanda mondiale di lignite & co. ha ripreso a crescere in modo significativo, favorita da Cina e India. Gli analisti prevedono un aumento di oltre il 50 per cento di qui al 2035, rispetto ad una produzione mondiale che nel 2010 è stata di 6,5 miliardi di tonnellate (+8 per cento su base annua). Nel complesso, il carbone rimane all'origine del 41 per cento dell'energia elettrica del globo, il 26 in Europa.

Ma sono cifre destinate a cambiare. Giuseppe Lorubio, analista di Eurelectric (la Confindustria Ue dei produttori e distributori di energia), ha calcolato che solo la chiusura delle 28 (su 143) centrali europee di vecchia generazione gonfierà il fabbisogno di carbone dell'8-10 per cento.

La Germania, che è il primo consumatore Ue di antracite, ha cominciato un doloroso ritorno, cosa che dovrebbe fare anche la Polonia, che dal fossile corvino potrebbe trarre il 90 per cento dell’energia. Gli inglesi, sospinti da un buon mix fra nucleare, carbone e gas, stanno giocando la carta verde per sostituire le "powerstation" più decrepite. Lo scenario è per il resto stabile, in Europa non c'è più margine per la costruzione di nuove centrali. Occorrerà sfruttare a pieno i margini disponibili.

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