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I post con tag "Idv" archivio

La verità sullo spione della casta

Res publica   19.07.11  

Spider Truman, il precario licenziato che svela i segreti e i privilegi della casta sarebbe una montatura creata ad arte dal Popolo Viola e dall'IdV per farsi pubblicità.
La mente. Gianfranco Mascia.

E' una questione di strategia comunicativa. Se avessimo fatto una conferenza stampa sui privilegi della Casta, chi ci avrebbe ascoltato? Nessuno. Metterci la faccia in questo caso non sarebbe servito a nulla, così abbiamo attirato l'attenzione in maniera diversa.

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Il riposizionamento di Di Pietro

Res publica   26.06.11  

Dopo aver avuto un abboccamento con l'anziano leader e aver attaccato Bersani e il PD, oggi Di Pietro si scaglia contro Vendola chiudendo il cerchio della destabilizzazione del centro sinistra uscito vincente dalle recenti prove elettorali e referendarie.

Il leader di plastica tenta di rifarsi una verginità, ora nel momento del declino politico e morale di Berlusconi, dopo che per lustri l'unica strada politica intrapresa è stata quella dell'antiberlusconismo fanatico. Mai vincente per altro.

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Il gregge referendario

Res publica   07.06.11  

Luca Ricolfi sulla Stampa descrive in maniera eccellente il mio sentimento sui referendum di domenica e lunedì; per i quali andrò a votare tre no e un solo sì, quello per il sondaggio di opinione sul premier Berlusconi e il legittimo impedimento.

Dato per scontato l'esito ampiamente plebiscitario per il fronte dei sì, se verrà raggiunto il quorum, non posso in tutta onestà piegarmi alle indicazioni del mio partito di riferimento.
Non ho paura dell'energia nucleare. La preferisco a sistemi che diano fuoco a carbone, petrolio e gas. Non vedo piani energici alternativi e fondati che, in assenza dell'ipotesi nucleare, rispondano ai criteri di abbattimento delle emissioni di gas serra né da sinistra e dai promotori del referendum né da questo governo, incapace di agire se non seguendo i sommovimenti della pancia del Paese.
Non ho paura dell'iniziativa privata e non riesco a provare tutto questo entusiasmo nei confronti dei servizi idrici pubblici, da sempre una croce politico-gestionale-burocratica del paese.
Sono rattristato da una sinistra che a più riprese ha cambiato idea sui problemi posti dai referendum. Recentemente tornata paladina del pubblico - dopo aver cercato di rinnovare l'Italia attraverso le privatizzazioni - e a marciare sulle legittime preoccupazioni dei cittadini come la peggiore destra, nel pio tentativo di una spallata a Berlusconi. In fondo, avranno pensato, una croce risulta un esercizio più facile che non costruire un'alternativa credibile.
Infine sono fermamente contrario a chiunque tenti di calpestare impunemente la Costituzione e le leggi piegandole al proprio tornaconto. E seppur svuotato di ogni significato, in seguito al pronunciamento della Corte Costituzionale, quello sul legittimo impedimento è l'unico dei quattro referendum che realmente potrà infastidire il premier. Il Governo non cadrà martedì, ma almeno spero gli vada di traverso il bunga bunga.

Perché dei quattro referendum solo uno è puramente politico, quello sul legittimo impedimento. Qui l'effetto giuridico del voto è nullo (la Corte Costituzionale ha già di fatto bocciato la norma che si vuole abrogare) e la scelta è quindi solo simbolica, un sì o un no a Berlusconi. Ma gli altri tre referendum no, il loro esito ha anche effetti importanti sulla vita di tutti noi. E non è affatto evidente come dovrebbe votare un cittadino che avesse a cuore solo il bene comune.

Sul nucleare è relativamente chiaro quali siano i rischi di una scelta a favore delle centrali, ma è assai meno evidente quali siano i costi di un voto che bloccasse qualsiasi programma nucleare futuro. Quale ulteriore rallentamento della crescita economica dell'Italia? Quali difficoltà per la nostra bilancia commerciale? Quali sovraccosti dell'energia? Quanti posti di lavoro in meno nei prossimi anni?

Sono interrogativi su cui poco si ragiona, non solo perché andrebbero contro il sentimento romantico e anti-industriale prevalente al momento, ma perché risposte precise nessuno ne ha. E non mi riferisco solo ai referendari, ma anche ai difensori del nucleare, i quali - ad esempio - usano spesso l'argomento dell’attuale sovrapprezzo dell'energia, ma quasi sempre dimenticano che una parte di quel sovrapprezzo non dipende dalla rinuncia al nucleare ma dal livello delle tasse sull'energia.

Quanto all’acqua le cose sono ancora più intricate. Si può benissimo essere per il sì ai due quesiti sull'acqua (ad esempio perché molte liberalizzazioni e privatizzazioni del passato ci hanno resi diffidenti), ma l'argomento della «privatizzazione dell'acqua» è basato su una forzatura del significato delle parole, visto che quel che sì renderebbe (parzialmente) privato non è il bene acqua bensì il servizio di distribuzione dell'acqua stessa. Un servizio che ora costa molto, disperde una quantità inaccettabile delle nostre risorse idriche, e in molti contesti - proprio grazie alla sua gestione pubblica - fornisce ai politici una preziosa (per loro) riserva di poltrone, posti di lavoro, incarichi e commesse.

Ma in fondo non dobbiamo lamentarci troppo. Se i politici seguono il gregge, è perché il gregge è gregge. Finché ci lasceremo suggestionare dagli slogan, finché saremo accecati dalle nostre simpatie e antipatie, la politica non smetterà di usarci. I politici di destra, che ora cavalcano le paure di Fukushima, domani torneranno a spiegarci che la scelta nucleare è inevitabile, se l'Italia vuole tornare a crescere e creare occupazione per i giovani. E i politici di sinistra, gli stessi che ora ci chiedono di votare contro la «privatizzazione dell'acqua», appena avranno cacciato Berlusconi e riconquistato il governo del Paese torneranno a intonare l’inno delle liberalizzazioni, delle «lenzuolate» che dovrebbero far ripartire l’Italia.

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Tutti i numeri di una vittoria annunciata

Res publica   31.05.11  

Piazza Duomo in festa per Pisapia

Il test delle amministrative è stato una passeggiata rispetto a quello che da oggi ci aspetta per tornare alla guida del paese.
Lo scoramento tra le file del PdL, la disaffezione verso la Lega, il nord riconquistato non devono illuderci. Abbiamo molta strada ancora da fare prima di sentirci una vera forza alternativa. Bene abbiamo fatto a raccogliere e guidare l'indignazione verso un governo fallimentare, una classe dirigente incapace, un premier attratto da pericolose perversioni, ma ora serve un cambio di passo.

Se è innegabile che i candidati abbiano assunto un ruolo centrale e decisivo e che un leader forte e credibile si imponga ora per dare la spallata definitiva - e non c'è via migliore delle primarie per sceglierlo - sbaglia Renzi a pensare che basti un nome per governare bene.
Senza un'alleanza sui contenuti il castello dei candidati cadrà tra personalismi, gelosie e spinte centrifughe.

Oggi come non mai è necessaria una coalizione coesa e centrale per sconfiggere le destre. E' necessario lo spirito che il PD ha messo in campo in queste elezioni. Candidati e partiti si devono mettere a disposizione del progetto. Perché il rischio è quello di vincere, ma poi di fallire un minuto dopo come la nostra storia ci ha già insegnato.
Lasciamo il populismo ai maestri del genere e concentriamoci sul piano di un futuro diverso per la nostra grande - non va mai dimenticato - Italia.

Serve un'idea di paese che da subito vada oltre all'antiberlusconismo. Ideologia che sopravviverà a Berlusconi, mettetevelo in testa.
Un'idea che innanzitutto riporti le parole fiducia e felicità al centro del dibattito.
Perché saranno proprio la fiducia e la felicità a decretare il risultato della prossima legislatura.

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Renzi ti fa ciao

Res publica   20.05.11  

Se uno mi dice: o mi dai un posto o me ne vado, il sindaco di Firenze risponde ciao, non siamo tutti Scilipoti.

Renzi lapidario sulle richieste di Fabio Evangelisti, segretario toscano dell'IdV, tornato a domandare per il suo partito un posto in giunta o la presidenza del consiglio comunale.

La replica non si è fatta attendere.

Ormai Renzi parla in terza persona come Berlusconi e, dall'alto del suo ego smisurato, si comporta in verità come i peggiori democristiani di una volta. Se c'è qualcuno che tradisce il mandato degli elettori, come si vede bene nella torbida vicenda del Multiplex, questi è proprio Renzi.

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Cinque buone notizie del dopo elezioni

Res publica   17.05.11  

Il Partito Democratico è vivo, respira ed è più vigile delle attese.
La Lega oggi fa molta meno paura.
Il Terzo Polo è un'invenzione semantica.
Il bacino elettorale del Movimento 5 Stelle è quello dell'IdV, che è quello di SeL, che è lo stesso dei rifondaroli e alternativi vari.
La forza dirompente del marchio Berlusconi si infrange contro il suo stesso marketing.

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