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I post con tag "Pannella" archivio

Marco Pannella racconta Marco Pannella

Res publica   19.05.16  

Marco Pannella si raccontava così a Il mio Novecento, trasmissione di Rai Tre a cura di Luigi Bizzarri.

Io non "faccio il politico", il deputato, il leader. Io lotto, come tutti i miei compagni, per quello che devo e per quel che credo. E questa è la differenza che prima o poi, speriamo non troppo tardi, gli italiani dovranno comprendere.

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Gli ultimi giapponesi del governo Letta

Res publica   27.04.13  

Finalmente un Governo che non ha paura della popolarità anti-populista di cui gode da oltre 15 anni Emma Bonino (costantemente censuratissima) e che il popolo italiano gli ha sempre riservato.

Vorrei dire a Enrico Letta, e anche al Presidente Napolitano, qualcosa di semplice. Noi – che si tratti del primo Governo Amato, del Governo Dini, del Governo Prodi – siamo sempre stati, nella lealtà, gli ultimi giapponesi nella difesa di queste soluzioni, ancorché profondamente intrise della storia partitocratica.

Enrico Letta sappia bene che fino alla fine saremo gli ultimi giapponesi del Governo, anche e innanzitutto attraverso Emma, nella fedeltà più profonda alle ragioni della fiducia popolare sulla quale lei ha potuto contare da 15 anni ininterrottamente.

Saremo gli ultimi giapponesi del Governo se sarà necessario – speriamo di no – con la riserva che ponemmo ancora allora: speriamo che l'imperatore non (ci) tradisca, perché sennò i conti degli ultimi giapponesi dovranno essere fatti nei confronti dell'imperatore.

Siamo ragionevoli e portiamo questo riconoscendo la inconsueta forza di generosità che con questa soluzione, con questa proposta – accettata con grande senso di responsabilità e di responsabilità civile, nazionale ed europea di Emma Bonino - si è avuta.

Marco Pannella saluta con entusiasmo l'ingresso di Emma Bonino nell'esecutivo di Enrico Letta. Quasi non sembra vero riavere Emma ministro dopo l'esperienza alle Politiche Comunitarie e del Commercio Internazionale nel governo Prodi II.
Finora unica esponente dei Radicali ad aver ottenuto incarichi ministeriali.

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Pannella e il taxi di Storace

Res publica   18.01.13  

Accogliamo la proposta, l'invito di Storace, che lui definisce tecnico, anche come risposta per un minimo di rivolta morale.

Storace è stato certamente un cattivo amministratore, ma è stato assolto con formula piena dalle accuse che gli sono state rivolte da Alessandra Mussolini. Quello di Storace è un elettorato proletario e ha avuto il merito di denunciare che contro di noi c'è stato un tentativo di genocidio politico. Del resto ha appreso quasi tutto da noi, frequentandoci. Sono contento che abbia detto che senza il nostro controllo come alleato di governo nella regione Lazio non potrebbe governare bene.

Quando dici la partitocrazia.
Un Pannella indifendibile ora rischia di provocare una scissione a via di Torre Argentina.

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Finalmente insieme

Res publica   14.05.12  

La lenzuolata di Malvino sul binomio Pannella-Grillo.

Tendenzialmente, grillini e radicali sono brave personcine, forse un po' troppo sognatrici – il che può anche non guastare, fa tenerezza – ma, all'ingrosso, sembrano preparate, oneste e in buona fede, forse anche quando esagerano. Purtroppo avere un leader carismatico rende sempre un po' coglioni, dando inevitabilmente luogo a degenerazioni di fanatismo gregario e perfino qualche caso di invasamento misticheggiante. Questo, senza dubbio, è più evidente nei radicali, non fosse altro perché la loro storia è assai più lunga e il dato è peraltro ampiamente documentato in molte delle loro biografie. Se nei grillini è assai meno evidente, è perché se ne sa poco o niente, e poi Grillo spalma ancora sul suo ruolo un velo autoironico, del quale Pannella non è mai stato capace, neanche agli inizi. Vedremo che sarà del Movimento 5 Stelle, tuttavia qualche sintomo, che ritengo assai eloquente, lascia prevedere che le dinamiche che hanno segnato la vita della comunità radicale avranno il loro analogo in quella grillina. Uno per tutti, la consegna di evitare apparizioni televisive che Grillo ha imposto ai suoi candidati per questa tornata elettorale e la sua scomposta reazione all’ottima impressione che Putti ha dato di sé a Ballarò, contravvenendo al divieto. Il pronto rientro nei ranghi del disobbediente, però, la dice lunga.
Già visto. Le apparizioni televisive di Daniele Capezzone provocavano la stessa reazione in Marco Pannella, e per la stessa ragione che è evidente in Beppe Grillo: fare ombra ad un leader carismatico è considerata una "scelta di campo", ovviamente criminale, perché a discapito degli interessi del movimento, che devono coincidere con quelli personali del leader, sennò sono deviati e devianti. A questo genere di egomaniaci non può bastare il ruolo di portavoce, di ispiratore o di simbolo: esigono che il movimento del quale sono la guida sia loro incarnazione, il docile strumento ai loro fini, che, ancorché oscuri, non tollerano di essere discussi e diventano tanto più forti quanto più sono indiscutibili. Quando queste condizioni vengono meno, non ci sono alternative: è inevitabile che il dissidente lasci, fugga, e questo è accaduto mille volte coi radicali, chissà quante volte accadrà coi grillini, perché la "cosa radicale" è proprietà di Pannella e il Movimento 5 Stelle è proprietà di Grillo.
Tra grillini e radicali un'intesa potrebbe anche essere possibile, e potrebbe pure funzionare, ma ad una sola condizione: la morte improvvisa, meglio se contemporanea, di Grillo e di Pannella. La loro leadership è del tipo che non ammette spartizione di potere, mentre la conformazione psicologica di chi tollera una leadership di questo tipo non ammette che abbia più di un fuoco geometrico.

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Violenze indignate

Res publica   16.10.11  

Al netto delle scelte politiche radicali, condivisibili o meno, andrebbe spiegato a quella piazza che con l'odio non si costruisce nulla. Confrontarsi civilmente, quello sì aiuterebbe.

Se la violenza contro Pannella diventa sinonimo di disobbedienza civile e sacra indignazione contro il potere politico allora non ho niente da spartire con gli indignati.
Una piazza che non sa dialogare è una piazza morta.

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