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I post con tag "Savona" archivio

Il Giro di Padania nel caos

Res publica   07.09.11  

Savona si rivolta al passaggio del Giro di Padania in Liguria. Un enorme tricolore sventola dalla Torretta, simbolo della città, affisso dalla giunta comunale.
Decine di persone hanno impedito il passaggio della corsa lungo via Gramsci a ridosso della Vecchia Darsena, costringendo gli organizzatori a deviare più volte il percorso. I manifestanti hanno poi cercato di sfondare anche il cordone della polizia in via Paleocapa.

Ciclisti sperduti sulle alture e il secondo poliziotto in due giorni investito da una macchina dell'organizzazione completano il quadro di questa farsa voluta dalla Lega Nord, con il beneplacito della federazione ciclistica italiana.

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Il giorno del Confuoco

Wow   19.12.10  

La città di Savona si è svegliata sotto un cielo nuvoloso con una temperatura di 2 gradi, destinati ad accompagnare il Confuoco di quest'anno.
L'assenza di vento è un buon segno perché la fiamma si sviluppi alta e dritta dalla pira di alloro.

A un'ora dalla partenza del corteo storico medievale gustatevi le foto dell'anno scorso.

Figurante al Confuoco di Savona
[9:55] Il corteo si prepara in piazza del Brandale diretta qui. Si è alzato il vento. Si parte a minuti alla volta di via Pia.

La giara di ceramica
[10:39] Attraversata via Pia il corteo lascia la città medievale per percorrere l'ottocentesca via Paleocapa. A metà corteo la giara di ceramica ideata da Torido Mazzotti, foggiata da Claudio Mandaglio e dipinta da Michi Rastello è stata realizzata presso la Casa Fabbrica Museo G.Mazzotti 1903 di Albissola Marina.

[10:52] Il corteo raggiunge piazza Sisto IV. La pira di alloro è pronta. Spunta un timido sole. I figuranti si posizionano attorno alla pira d'alloro e il sindaco saluta la cittadinanza in lingua ligure.

La giara di ceramica
[11:02] Freddo intenso - il termometro continua ad essere fissato sui 2 gradi - e vento, ma è un vento buono. La fiamma dell'alloro sale dritta e alta.
Buon auspicio per un ottimo 2011.

[13:00] Le foto del Confuoco 2010.

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Aspettando il Confuoco

Wow   18.12.10  

Il Confuoco a Savona

Domani questo blog (e su Twitter) seguirà in diretta l'evento di Savona a partire dalle 10 da piazza del Brandale e lungo le vie del centro medievale e ottocentesco, seguendo il percorso del corteo storico, fino all'accensione della pira in piazza Sisto IV.

Il Confuoco (O Confêugo;go - Cunfögu - Confeugo nelle diverse declinazioni in ligure) è un'antica manifestazione culturale e religiosa della Liguria celebrata tradizionalmente il fine settimana che precede il 25 dicembre. Sabato a Genova e domenica a Savona.
Evento storico legato alla Repubblica di Genova, viene ancora oggi commemorato anche in altri comuni liguri anticamente sede di podesterie e capitaneati. Pietra Ligure, Varazze, Arenzano, Uscio, Recco, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Chiavari, Lavagna e Riva Trigoso (Sestri Levante).

La tradizione nacque a Genova, come attestano alcune fonti storiche, nei primi anni del XIV secolo anche se molto probabilmente tale usanza storica risale a tempi più antichi. Nata per omaggiare la massima carica del Comune, il podestà, e in seguito della Repubblica di Genova (i Capitani del popolo e dal 1339 il doge) la cerimonia popolare consiste nel donare all'autorità pubblica un grosso tronco d'alloro coperto da rami e adornato di nastri bianchi-rossi, i colori del vessillo della Repubblica, e nella relazione dei diversi problemi cittadini ai quali l'amministrazione locale deve porre rimedio.

La commemorazione storica vuole che sia il Consiglio degli Anziani per Savona e per Genova l'abate del popolo (il rappresentante delle tre podesterie del Bisagno, del Polcevera e di Voltri) o il governatore di una zona della città ad officiare tale manifestazione.

Il confuoco fu celebrato annualmente fino al 1499 quando fu abolito durante la dominazione francese del re Luigi XII; ripristinato nel 1530 fu nuovamente soppresso dal Senato della Repubblica di Genova il 30 dicembre del 1637 poiché, secondo il testo del senato, causava gran confusione e una grave spesa per la popolazione della val Bisagno.
La cerimonia, celebrata in seguito con toni minori e più in forma "privata", fu comunque eseguita fino al 24 dicembre 1796 dove l'ultimo abate di San Martino di Struppa, Antonio Bazzorao, consegnò l'augurio di inizio d'anno al doge. Storicamente fu l'ultimo omaggio alla massima carica repubblicana poiché il 22 maggio del 1797 la nuova dominazione francese di Napoleone Bonaparte decretò la soppressione della Repubblica di Genova e della manifestazione popolare.

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Il giro della Riviera delle Palme - Percorsi ciclabili in Liguria

Res publica   09.08.10  

Percorso ciclabile della Savona - Borghetto - Savona 69,1 km

Savona - Borghetto - Savona 69,1 km

Tipico percorso da fine settimana. Poco più di 69 chilometri percorrendo l'Aurelia lungo la costa della Riviera delle Palme.

Un percorso veloce che prevede solo pochi strappi nell'attraversamento di Torre del Mare a Bergeggi e durante la strada panormaica scavata nella roccia tra Noli e Varigotti (Finale Ligure).

Le strade sono in gran parte a carreggiata larga. Molti punti permettono la doppia fila.
A Savona è presente un lungo tratto di pista ciclostradale in via Nizza.
Occhio alle possibili raffiche di vento forte tra la fine di Porto Vado (Vado Ligure) e Bergeggi.

Variazioni al percorso prevedono giri più corti, arretrando il punto intermedio a Pietra Ligure o Finale Ligure.

Partenza

Negozio Olmo. Corso Vittorio Veneto. Savona.

Partenza del percorso

Punto intermedio

Rotonda di via IV Novembre. Borghetto Santo Spirito.

Punto intermedio del percorso

Arrivo

Corso Colombo. Savona.

Arrivo del percorso

Durata del percorso

2 ore e 45 minuti. Media 25 km/h.
2 ore e 18 minuti. Media 30 km/h.
1 ora e 58 minuti. Media 35 km/h.
1 ora e 43 minuti. Media 40 km/h.

Punto più basso del percorso

Livello del mare.

Punto più elevato del percorso

Torre del Mare (a/r). Bergeggi. 60 metri slm.

Piste ciclabili

Via Nizza (a/r). Savona.

Criticità

Finale Ligue. Via Torino, tra salita del Grillo e rotonda di via Mazzini. Strada stretta, molto trafficata. In discesa per chi viene da Savona.

Pietra Ligure. Rotonda tra via Aurelia e via Messina (a/r). Carreggiata limitata, rotonda in salita per chi viene da Savona.

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Sto con McDonald's, ma anche con la panissa

Res publica   28.04.10  

Si sa il rapporto tra junk food e slow food è da sempre complicato dalle peggiori chiusure ideologiche al limite della guerra di religione. Negli ultimi decenni la battaglia si è spostata anche nel campo della politica.
Chiarirsi sul concetto di "sostenibilità", "territorio", "tradizioni culinarie", "biodiversità" ed "ecosistemi agricoli" diventa fondamentale se vogliamo coniugare salute e piaceri della tavola.
Abbandonare le ristrette visioni ideologiche forse aiuterà ad impugnare meno torce e forconi contro i fast food e a difendere la proverbiale qualità alimentare del made in Italy con meno paraocchi.
La qualità non stà da una parte sola. Metanolo, formaggi avariati riciclati e mozzarelle di bufala contaminate doc vi fanno suonare dei campanelli?
Sul tema si interroga Antonio Pascale, commentando il saggio di Luca Simonetti "L'ideologia di Slow Food".

Aggiungerei solo una chiosa: il mondo muta, per fortuna. E non esistono prodotti e tradizioni immutabili. A noi piace credere nei prodotti tipici, come risultati di antichissime tradizioni. Ma sono mitologie. Di stampo creazioniste. E fatte proprie dalla Lega. Che ha inventato, lo sappiamo, un territorio che mai è esistito solo per ragioni di marketing politico. La tristezza è che su molti aspetti la sinistra ha preparato questa tendenza, inventando una tradizione alimentare – e i mores conseguenti – che non esisteva. Andando sul pratico, il pomodoro Pachino è un prodotto tipico, da tempo immemorabile coltivato sulla costa siciliana da bravi contadini arcaici e incorrotti, oppure è un'ottima cultivar ottenuta da un incrocio ottenuto in Israele e arrivato in Sicilia negli anni '80?
La seconda che ho detto. E il pomodoro Pachino ha sconvolto le tradizioni locali, i mores, ecc, o ha creato nuove opportunità e dunque dobbiamo ringraziare anche i genetisti che in laboratorio hanno realizzato quella cultivar? Non è che questo discorso sulle tradizioni alle fine riguarda pure i nostri migranti? Loro, arrivando in Italia, sconvolgono o non sconvolgono i mores? Tra l'altro sono i principali consumatori di fast food o di kebab. E ci credo, costano poco. Che si fa in questi casi? Si mettono barriere? Si grida al barbaro consumista e omologato? Insomma, l'ideologia di Slow Food non sembra diversa dalle tante che ci circondano, e che si basano tutte su un trucco: contestare la modernità e i prodotti da questa ottenuti e nello stesso tempo sfruttarne i vantaggi.

Scrive Luca Simonetti:

Nel "sistema" di Slow Food hanno grande importanza la critica dell'agricoltura industriale e l'elogio di quella "tradizionale". Innanzitutto, la storia dell'agricoltura occidentale viene vista dal movimento come un graduale ma continuo, e da ultimo rapidissimo e inarrestabile, passaggio dalla "naturalità" all'"innaturalità". Purtroppo però il concetto di "naturalità", applicato all’agricoltura, risulta quanto mai problematico. Se, infatti, la "storia dell’agricoltura è stata la storia dell’umanità fino al diciannovesimo secolo", è inevitabile concluderne che l'agricoltura è – come molte altre attività umane – un intervento artificiale sulla natura, una modifica di questa, magari anche una violenza. Qualcosa di profondamente innaturale, dunque; e la consapevolezza dell’intrinseca artificialità dell’agricoltura è costante nella cultura occidentale. [...]
Questo non vuol dire, naturalmente, che siccome ogni attività agricola è "innaturale" ognuna è lecita: significa però che la "naturalità" non può rappresentare il discrimine tra ciò che in agricoltura si può e non si può fare, proprio perché la naturalità, in agricoltura, non esiste. Viceversa, per Slow Food l'agricoltura sarebbe divenuta "innaturale" sono in tempi assai recenti: precisamente con la green revolution, cioè col trionfo della chimica (fertilizzanti, pesticidi) e degli "input estranei agli ecosistemi millenari", e con la rinuncia a coltivare e allevare solo le "varietà e le razze autoctone", che, in quanto "inserite nell'ecosistema che le ha viste nascere ed evolvere, sono la garanzia di mantenimento di quell’ecosistema". La verità è che non esistono prodotti agricoli "ben inseriti negli ecosistemi originali", per la semplice ragione che non esistono "ecosistemi agricoli originali".

Entrando a gamba tesa annuncio che questo blog appoggia la petizione per l'apertura di un McDonald's nella Vecchia Darsena a Savona.
Appoggia altresì la diffusione dei panini con le fette (di panissa, n.d.r.).

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