tizianocavigliablog

I post con tag "Tea Party" archivio

Declino e caduta del Tea Party

Res publica   09.01.13  

Nel 2010 un sondaggio di Rasmussen rilevava che il 24% degli elettori si identificava con il Tea Party, il movimento populista di destra interno al Partito Repubblicano. Oggi quella cifra è scesa all'8%.

As the Tea Party peaked, I told NPR's Guy Raz that the protest movement was a 2010 phenomenon, and would fade unless its membership supplemented its presence in the streets with a clearer idea of the policy changes it sought. Ensuing months offered evidence that I was right. The Tea Party could never square its demands for smaller government with the desire of its membership to hold Social Security and especially Medicare sacrosanct. Its electoral wing failed to put forth any viable candidates in the 2012 primaries and was scarcely mentioned at the RNC. But even I'm surprised by the decline in support that Rasmussen is reporting based on a recent telephone survey of voters. Back in 2010, the polling organization found that 24 percent of voters identified as Tea Party members. In its most recent poll, only 8 percent of voters identify with the Tea Party and just 30 percent of voters have a favorable opinion of it.

LEGGI ALTRO...

Cronache del dopo downgrade

Res publica   06.08.11  

Sarah Palin, Randy Paul, Michele Bachmann

E' il primo grande successo politico del Tea Party. La rielezione del presidente Obama ora non sembra affatto così granitica come qualche mese fa.
Per riportare in corsa i propri candidati la politica miope della destra ultraconservatrice e bigotta ha prodotto il primo declassamento del debito americano della storia. Standard & Poor's ora valuta i titoli di stato a stelle e strisce AA+.

Il giorno del giudizio è atteso per domenica sera, alla riapertura dei mercati asiatici.

LEGGI ALTRO...

L'accordo sul debito americano

Res publica   01.08.11  

C'è poco da fare, nell'intesa trovata al Congresso per evitare agli Stati Uniti il default, aumentando il tetto del debito e riducendo il deficit, emergono due posizioni distanti e inconciliabili.
Quella del presidente Obama e dei democratici impegnati da mesi per risolvere lo stallo ad ogni costo e il ricatto ad oltranza del Tea Party rivolto unicamente a conquistare consensi in vista delle presidenziali del 2012.

Serietà contro interessi di parte.
Non ho dubbi da che parte stare.

LEGGI ALTRO...

Il nuovo corso dell'amministrazione Obama

Res publica   03.11.10  

I democratici subiscono la più pesante sconfitta elettorale fal dopoguerra. Se la Camera è irrimediabilmente persa al Senato resiste una risicatissima maggioranza.
Il Tea Party non è una moda e ora anche lo zoccolo duro del partito repubblicani dovrà fare i conti con loro. Volti nuovi e giovani si stagliano all'orizzonte. Il neo eletto senatore della Florida Marco Rubio, figlio di emigranti cubani, ne è l'esempio.

L'amministrazione Clinton dopo la sconfitta del '94 si spostò al centro e riconquistò una base in grado di permettergli un'agevole rielezione due anni dopo. Difficilmente Obama seguirà la stessa strada.
Ora ogni minimo dettaglio andrà contrattato con i repubblicani. Scordate i l'interventismo del governo federale in economia e riforme come quella sull'immigrazione o quella energetica sui cambiamenti climatici.
Le riforme già attuate sono tecnicamente al sicuro, penso a quella sanitaria, grazie al veto presidenziale. Va però tenuto in conto il peso politico e il riflesso elettorale di eventuali simili scelte.

Esce di scena la speaker della Camera Nancy Pelosi, probabilmente sostituita dal repubblicano John Boehner.

Sarah Palin piace alla base, ma i suoi candidati vengono bocciati.

Il sogno di Obama andrà ridimensionato. L'errore più grande sarebbe comunque quello di chiudersi in difesa.

Se queste elezioni di mid-term erano un referendum sull'ammistrazione Obama il risultato appare evidente. Il presidente perde tra le minoranze, la classe media, i bianchi e le donne.
L'America ha espresso il suo giudizio, meno ideologia e più pragmatismo.

Non è la fine del mondo. Non sarà una passeggiata.

A proposito di referendum, nessuna liberalizzazione della marijuana in California.

LEGGI ALTRO...

La politica fatta dai comici

Res publica   21.09.10  

Rally to Restore Sanity. E' il nome della manifestazione-evento che il popolare comico Jon Stewart terrà al National Mall di Washington il 30 ottobre. E che fa il verso ai raduni organizzati dal Tea Party, come il "Restoring Honor rally" di Glenn Beck.

Una "due ore di divertimento" su cui nessuno a Washington ha voglia di scherzare.

Una manifestazione che nelle intenzioni colpirà duramente il movimento della destra repubblicana e cercherà di controbilanciare il predominio mediatic dei Tea Party, conquistato a forza di slogan negli ultimi mesi.
Di fatto sarà un grande raduno di elettori democratici (e potenziali) a pochi giorni dalle elezioni di mid-term. Non a caso il Democratic Party è già sul chi vive, più spaventato che interessato.

Il rally di Stewart sarà "controbilanciato" dalla parodia di una manifestazione della destra estremista tenuta dall'altro comico di Comedy Central, Stephen Colbert.
Il nome anche qui è tutto un programma, "March to Keep Fear Alive".

LEGGI ALTRO...
Post più vecchi ›     e molto di più nell'archivio...