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Misteri e Racconti della Liguria: la grotta della fata (-22)

Wow   03.12.24  

Nella scogliera di Deiva, dov'è pericoloso avventurarsi, si apre una grotta marina. Le sue pareti hanno formazioni minerali simili a fiori variopinti, dall'acqua limpida affiorano piccoli scogli di una bianchezza opalescente e il fondale sabbioso ricco di cristalli illumina l'interno con lampi dorati quando filtrano i raggi del sole.

Questo incantevole luogo viene chiamato Grotta della Fata. Il suo nome deriva da una leggenda che narra come sin dalla notte dei tempi la grotta sia abitata da una fanciulla dal viso grazioso e dai capelli ramati. Milena, che veniva chiamata, ha il potere di caricarsi del dolore degli uomini e così liberarli dalle afflizioni.
Un giorno tuttavia il dolore fu così grande che per sopportarlo lei si tramutò in un anemone di mare violetto e fu solo quando imparò a piangere che ritorno fanciulla.

Ancora oggi si dice che quando il cielo si rabbuia, si alzano le onde e dalla grotta sfiatano degli altri spruzzi di acqua salata, sia il pianto di Milena che per una volta ancora ha fatto di un uomo triste un uomo felice.

Misteri e Racconti della Liguria.

Calendario dell'Avvento 2024.
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La lunga gustosa storia dell'avocado

Wow   03.12.24  

Lance Geiger, The History Guy, ripercorre la strada che ha portato l'avocado sino sulle nostre tavole.
Dalla curiosa teoria che sostiene l'origine africana del frutto poi trasportato in America attraverso l'Oceano Atlantico su zattere dove è stato coltivato quasi 10.000 anni fa, agli spagnoli che riconobbero l'uso degli avocado come rimedio per i lividi e le doppie punte e persino come decorazioni per tessuti.
L'avocado fu infine adottato dagli americani grazie a una lettera del 1519 di Martin Fernandez de Eniso, un funzionario spagnolo che lodava la meravigliosa consistenza in bocca e il gusto del frutto.

Oggi l'avocado è diventato estremamente popolare su entrambe le sponde dell'Atlantico e la sua lunga gustosa storia prosegue in cucina tra toast e guacamole.

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Misteri e Racconti della Liguria: lo spettro dei fichi neri (-23)

Wow   02.12.24  

I contadini liguri si tramandano il racconto di un misterioso globo di luce, di colore azzurro latteo, che si può vedere talvolta nelle vicinanze di un camposanto e che sarebbe la manifestazione visibile dell'anima di un dannato. Loro lo chiamano ciæo de fighe negrette, ovvero lo spettro (il chiaro) dei fichi neri. Guai a incontrarlo sul proprio cammino e ancora peggio guai a chi tentasse di invocarlo.

La leggenda narra che in una località della Val Bisagno, poco sopra Genova, un contadino, che possedeva una cascina poco distante dal cimitero, era deciso a sfidare la sorte e a nulla valsero le preghiere delle donne e le minacce degli uomini, Il contadino non credeva alla maledizione e una notte si mise a urlare ripetutamente: - Ciæo de fighe negrette! -
L'anima dannata si destò e il globo luminoso si mosse lacerando l'aria con uno stridio che fece rabbrividire chiunque avesse avuto la sfortuna di udirlo. Lo spettro infine si fermò fra i rami contorti di un vecchio fico che si affacciava dal muro di cinta del cimitero. A quanto si diceva infatti era quello l'albero prediletto dei cui frutti si nutriva quell'essere.

L'arrivo del fantasma fece fuggire tutti quanti. Porte e finestre vennero sprangate.
Poi un rumore di artigli e beccate contro le ante e all'uscio fece rizzare a tutti i capelli in testa. Attraverso gli scuri videro una vivida luce circolare dalla forma e dalla grandezza di un setaccio. A quel punto tutti si inginocchiarono per invocare la protezione della Vergine e dei santi recitando il rosario.
Più le esortazioni aumentavano e più i colpi di becco e gli stridii si attenuavano. Quando finalmente cessarono, alcuni trovarono il coraggio di uscire dalle case e aiutandosi coi lumi delle lanterne esplorarono il vicinato.
Trovarono il contadino che aveva invocato il dannato con il volto cereo come la biancheria stesa al sole, muto quasi per assicurare che non avrebbe in futuro osato nuovamente invocare lo spirito del defunto e coi capelli divenuti bianchi dal terrore provato.

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Misteri e Racconti della Liguria: il palazzo dello scheletro e il ciabattino (-24)

Wow   01.12.24  

C'era una volta Genova un palazzo, appartenuto a un marchese, che si diceva fosse maledetto.
Negli anni alcuni coraggiosi avevano sfidato la superstizione, provando a entrarvi, ma nessuno di loro aveva mai superato la prima notte.
Il proprietario del palazzo cercava inutilmente di disfarsene, ma per quanto abbassasse il prezzo la superstizione sembrava prevalere sull'affare.

Un giorno passeggiando per la strada vide un ciabattino che cantava allegramente mentre ribatteva una suola. Alla domanda del marchese il ciabattino rispose che era la miseria a farlo cantare. Aveva tanti figli da sfamare e cantare gli faceva dimenticare per un momento le sue tribolazioni.
Il marchese rifletté su queste parole, poi gli venne un'idea. Promise di regalare il palazzo al ciabattino se quest'ultimo fosse riuscito a passarvi una notte. Lo mise anche in guardia del letale destino che aveva colpito tutti i suoi precedenti inquilini.
Il ciabattino accettò prontamente. Fece una provvista di pane, vino e minestra, e per scacciare la paura varcò la soglia del palazzo spettrale cantando a squarciagola.
Esplorando l'edifico trovò un grande salone con un enorme camino e lì si accampò.

Sul tavolo di quella sala posò i suoi miseri viveri e si mise a mangiare e bere. Arrivata la mezzanotte del camino cominciò uscire un gran rumore di catene misto a rantoli e singhiozzi. Infine una voce cavernosa urlò: - Tiro? -
Il ciabattino terrorizzato si strinse alla sedia e rispose con voce tremolante: - Tira se vuoi. -
Dal camino venne lanciato il braccio di uno scheletro. Il ciabattino era atterrito, ma cercò di farsi forza ed esclamò: - Niente male! - Dopo aver preso un lungo sorso dalla bottiglia si mise a cantare per scacciare la paura. Il baccano dal camino riprese con maggiore forze e ancora una volta si udì quella sinistra voce: - Tiro? -
- Tira, tira! - Rispose il ciabattino; ed ecco arrivare un gamba scheletrica. E così via. Un'altro braccio, il torso, una gamba e infine il rotolare di un teschio.

Il ciabattino ora bianco come un lenzuolo pensò che se non si fosse ubriacato quanto prima avrebbe perso il senno. Finì il vino, ma non risucì più a cantare mentre quelle ossa iniziavano a danzare innanzi a lui fino a ricomporre uno scheletro completo.
Quando lo scheletro fu ricomposto indicò il lume che il ciabattino aveva posato sul tavolo e fece segno di incamminarsi verso la porta. - No! -, esclamò il ciabattino. - Vai avanti tu. -
Così lo scheletro lo condusse passando da una camera all'altra attraverso quasi tutto il palazzo finché non arrivarono in una stanzetta con una porta chiusa. - Apri quella porta! -, intimò lo scheletro, ma il ciabattino ribatté: - No, aprila tu. -
Il morto allora diede un gran colpo alla porta e la fece crollare a terra; dietro c'era una scala. - Passa tu per primo -, fece lo scheletro.
- No, passa tu! - E lo scheletro davanti. Alla fine della scala c'era un altra porta e la scena si ripeté. Si trovarono infine in un sottoscala dove per terra c'era un lastrone di pietra. - Solleva quel lastrone -, disse lo scheletro, ma il ciabattino per la paura di cadere un trabocchetto gli rispose: - No, tiralo su tu. -
Allora il morto sollevò il lastrone sotto il quale comparvero un numero incredibile di pentole ricolme di monete d'oro; a questo punto sicuro dell'attrazione che l'oro avrebbe esercitato sul ciabattino lo scheletro disse: - Prendi queste pentole e portale fuori. -
- Prendile tu. - Rispose l'altro che aveva paura che il morto lo colpisse mentre lui si abbassa. Ancora una volta lo scheletro ubbidì e preso le pentole d'oro le tiro fuori.

Una volta completato il lavoro si rivolse al ciabattino: - Ringrazia la tua ostinazione perché se solo una volta tu mi avessi obbedito ora saresti stato perso per sempre. Invece così facendo mi hai liberato dalla maledizione che da tanti anni mi teneva legato a questo palazzo, visto che tutti quelli che sono venuti prima di te sono sempre stati vinti dalla paura. Adesso tutto questo oro è tuo, insieme al palazzo. Addio e ricordati di pregare per la mia anima. -
Il campanile annunciava l'Angelus quando lo scheletro scomparve per sempre.

Misteri e Racconti della Liguria.

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Aspettando il Calendario ligure dell'Avvento 2024

Wow   30.11.24  

In attesa di scoprire giorno per giorno il tradizionale Calendario ligure dell'Avvento, giunto alla 20ª edizione e che quest'anno avrà per tema i Misteri e Racconti della Liguria, ecco la lista dei calendari degli anni passati.
Buone Feste!

2023
Vini liguri

2022
Una parola in ligure al giorno

2021
Proverbi liguri

2020
Leggende e Miti della Liguria

2019
Un proverbio ligure al giorno sino a Natale

2018
Cinque proverbi liguri al giorno

2017
La natura in Liguria

2016
I dolci della Liguria

2015
Castelli e fortezze della Liguria

2014
Liguria dallo spazio

2013
La Liguria su Street View

2012
Misteri e leggende della Liguria

2011
Liguria street view

2010
Liguria per immagini

2009
Paesaggi di Liguria

2008
Scorci liguri

2007
Prodotti tipici liguri

2006
Ricette liguri

2005
Proverbi liguri

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Il cacciatore di meteoriti

Wow   28.11.24  

Roberto Vargas è un cacciatore di meteoriti giramondo sempre alla ricerca di nuovi esemplari da aggiungere alla sua collezione che a oggi supera i 500 pezzi.
60 Second Docs racconta la passione e la determinazione di Vargas nell'individuare e collezionare meteoriti. I suoi viaggi lo portano a esplorare spesso luoghi remoti per raccogliere frammenti cosmici che aiutano a svelare i segreti dello spazio qui sulla Terra.

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Le carte da gioco attraverso i secoli

Wow   24.11.24  

Esplorando le radici storiche del più classico mazzo di carte da gioco, quello da 52, ci addentriamo in un viaggio affascinante attraverso il tempo e le culture che hanno contribuito alla sua evoluzione. Dall'antichità fino al tardo Medioevo, ogni tappa ha plasmato l'aspetto e l'utilizzo delle carte che ancora oggi conosciamo così bene.

The Generalist Papers svela come un semplice mazzo di carte con quattro semi di due colori, numeri da uno a dieci e tre figure per seme possa racchiudere secoli di storia, superstizioni e intrattenimento, collegando tradizioni e civiltà lontane.
Un gioco comune diventa così un ponte tra il passato e il presente, rivelando l'importanza della continuità culturale e della condivisione di pratiche ludiche e divinatorie che attraversano le epoche.

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I segreti di New York nascosti a Central Park

Wow   24.11.24  

Michael Wyetzner, su Architectural Digest, esplora i segreti di New York ripercorrendo i misteri racchiusi a Central Park; dai sentieri antichi degli amerindi alle rocce vecchie di miliardi di anni, verremo immersi in un'analisi approfondita della storia nascosta all'interno di questo iconico parco.

Questo viaggio nel tempo attraverso Central Park rivela strati di storie e culture che si intrecciano lungo i secoli, mostrando come i luoghi che oggi consideriamo familiari siano stati testimoni di un passato ricco e variegato.
L'architettura, la natura e gli elementi geologici del parco si fondono in un racconto affascinante che ci spinge a riflettere sull'importanza di preservare e apprezzare il patrimonio storico e naturale che circonda le nostre città.

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Mini plastici ferroviari coi mattoncini LEGO

Wow   09.11.24  

Se desideri imparare come costruire il più piccolo sistema ferroviario LEGO al mondo, sei nel posto giusto!
Questo progetto affascinante di LEGOParadise, che combina la creatività dei mattoncini LEGO con la passione per il modellismo ferroviario e i diorami, insegnerà passo dopo passo come realizzare un microscopico plastico perfettamente funzionante.
Buon divertimento!

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Il colore secondo Henri Matisse

Wow   08.11.24  

Henri Matisse, uno dei pittori più innovatori del XX secolo, ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo dell'arte, soprattutto per la sua rivoluzionaria interpretazione del colore. Matisse non dipingeva semplicemente ciò che vedeva, ma trasformava i colori in essenze vibranti e potenti che danzavano insieme sulla tela.

Nerdwriter racconta come le sue opere trasudano vitalità e gioia, con colori audaci e intensi che catturano lo spettatore e lo trasportano in un mondo di pura espressione emotiva. Matisse ha sfidato le convenzioni artistiche del suo tempo, liberandosi dai vincoli del realismo per abbracciare una visione più libera e audace della pittura.
Attraverso la sua abilità straordinaria nel manipolare il colore è riuscito a creare dipinti che esplorano la relazione tra forme e tonalità, creando armonie cromatiche sorprendenti e dinamiche.

Matisse ha aperto nuove strade nell'arte moderna, ispirando generazioni di artisti a esplorare le potenzialità espressive del colore e a osare oltre i confini convenzionali della pittura.

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