La capacità del cinema di raccontare storie è in continua evoluzione. Evan Puschak ha esaminato come la stessa scena può essere ripresa in tempi e modi diversi, mantenendo tuttavia la stessa premessa.
In particolare, ha analizzato il film del 1940 diretto da Ernst Lubitsch, Scrivimi fermo posta, confrontandolo con il remake del 1998 di Nora Ephron, intitolato C'è posta per te.
La scena del caffè di Scrivimi fermo posta dura 8 minuti e 19 secondi, mentre quella di C'è posta per te dura 9 minuti e 43 secondi. La prima e più importante differenza da notare, da cui derivano le altre differenze, è il numero di riprese utilizzate per coprire la scena. Nel 1940, Lubitsch ha girato la scena del caffè in soli 19 piani, mentre Nora Ephron, 58 anni dopo, ha utilizzato 133 piani per lo stesso materiale.
Puschak osserva che questa differenza è dovuta alla prospettiva adottata in ciascun film. Lubitsch ha optato per il piano sequenza, comune in quell'epoca del cinema, mentre Ephron ha utilizzato il campo-controcampo per accelerare il ritmo e controllare la scena durante il montaggio.
Entrambe queste tecniche hanno i loro vantaggi: ad esempio, il campo-controcampo offre al regista un maggiore controllo del ritmo nella fase di montaggio e consente di utilizzare diverse inquadrature, come i primi piani, per perfezionare l'arco emotivo della scena. D'altro canto, i lunghi piani sequenza limitano la libertà dell'editor, ma trasmettono una palpabile sensazione di tempo e spazio.
Puschak è giunto alla conclusione che la scelta tra le due tecnica riguardi la differenza nella modalità in cui riceviamo le informazioni nell'era attuale rispetto a un'epoca passata. L'attenzione umana, come il cinema, è strutturata sul modello del mondo in cui viene realizzata. La quantità di informazioni che ci viene richiesto di consumare e digerire oggi è enormemente superiore a quella del 1940.
Le scelte degli autori e dei registi sono dunque guidate dalla necessità di catturare l'attenzione del pubblico e raccontare storie in modo efficace, tenendo conto delle aspettative e dei cambiamenti nella fruizione delle informazioni. Il cinema si adatta alle esigenze di una società in continua evoluzione, mantenendo la sua capacità di coinvolgere ed emozionare il pubblico.
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