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I post con tag "Di Pietro" archivio

Volano manette nell'IdV

Res publica   26.12.10  

Il partito di plastica di Di Pietro inizia a liquefarsi sotto le fiammate di De Magistris.

La questione morale sui battitori liberi Razzi e Scilipoti scalda gli animi all'interno dell'IdV in un'inattesa resa dei conti natalizia.
Tensioni acuite dai sondaggi che vedono sprofondare la creatura dipietrista dietro la formazione di Vendola.

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L'alleanza tardiva

Res publica   17.12.10  

Il Pd fa come l'asino di Buridano che, non sapendo scegliere tra il mucchio di fieno a destra e quello a sinistra, alla fine muore di fame. Si decida, è inutile che ci giriamo intorno. Il matrimonio è pronto, sposiamoci entro Natale. Tanto alla fine saremo noi tre: i Democratici, noi di Italia dei valori e Vendola.

La predica tardiva di Di Pietro sul futuro del centro sinistra.
Quello stesso Di Pietro che aveva stracciato un accordo analogo, sottoscritto con Veltroni, un minuto dopo essere entrato in Parlamento grazie ai voti del PD.

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Gli inciampi dipietristi

Res publica   15.12.10  

E' fuori luogo che il Pd, in un momento come questo, impieghi le sue energie in uno sterile attacco contro Italia dei Valori, anziché pensare a lavorare seriamente per creare le condizioni per un'alternativa. Se stanno pensando ad un'alternativa senza l'Italia dei Valori, allora lo dicano chiaramente, in modo che possiamo prenderne atto.

Dalle parole di Antonio Borghesi, vice capogruppo dell'Italia dei Valori, si evince che è lecito criticare sempre e solo il Partito Democratico.
Gli errori di Di Pietro e dell'IdV sono invece sempre e solo incidenti di percorso, da perdonare anche quando stampellano il governo Berlusconi aiutandolo a rimanere al timone.

Una tesi sostenuta poi dallo stesso Di Pietro.

Se ci dovessimo mettere a fare la conta di quanti deputati di questo o quel partito hanno tradito, nessuno nel centrosinistra potrebbe scagliare la prima pietra.

Strano perché mi ricordo di molte pietre, di prima mano, scagliate proprio dagli esponenti dipietristi. E non più tardi di qualche giorno fa.

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Un giorno di respiro per un Berlusconi impiccato

Res publica   14.12.10  

Silvio Berlusconi si salva per una manciata di voti. Si salva per ventiquattro ore, da domani ricomincerà la giostra della crisi politica di un Governo in crisi d'ossigeno.
I problemi sono ancora tutti sul tavolo.
Abbiamo solo perso altro tempo. Tempo che non avevamo e non abbiamo.

Moralmente è una sconfitta disastrosa per le opposizioni che da sei mesi si erano incatenate mani e piedi al suicidio politico di Fini, senza ragionare su alternative autonome e programmatiche. Ora è tutto un po' più difficile; anche in vista di possibili elezioni anticipate.
Un sonoro e paterno calcione del Cavaliere, l'ennesimo, a chi nella sinistra ha pensato che fosse più facile far fare ad altri il lavoro sporco, mentre al contempo andava in scena l'irresponsabile sport del farsi le scarpe a vicenda. Dalle primarie alla leadership.

Per chi era certo che il voto di oggi sarebbe bastato non solo a fare cadere Berlusconi, ma a spazzare via il berlusconismo. Beh. Non avete capito un cazzo.
Ed è un leitmotiv che va avanti da 16 anni.

Auguri. All'Italia.

P.S.: e per la cronaca i radicali hanno votato la sfiducia. Compatti. Al contrario dell'IdV di Di Pietro, i cui due transfughi hanno fornito i voti necessari alla tenuta dell'esecutivo.

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Showdown

Res publica   16.11.10  

Entro il 10 dicembre approvazione della finanziaria.
Il 13 ci sarà il dibattito sulla mozione di sfiducia presentata da Partito Democratico e IdV.
Il 14 si andrà al voto prima a Senato e poi alla Camera.

Sempre il 14 dicembre è fissata l'udienza della Consulta sulla questione di legittimità costituzionale della legge sul legittimo impedimento.

Se tutto va come deve andare i posteri parleranno del 14 come il Giorno della Caduta.

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Cadi? Ma quando cadi?

Res publica   12.11.10  

Stando ai più recenti sondaggi, se si andasse a votare a breve, un PD al 25% potrebbe perdere 80 deputati.
Una prospettiva che mette i brividi alla più grande forza del centro sinistra.
Se a questo si aggiunge un Di Pietro in corsa solitaria, ma che sembra aver perso il suo momentum tra gli elettori di area.
I crescenti dubbi - e preoccupazioni - di Bersani nei riguardi del vendolismo.
La candidatura in cerca di autore dello stesso Vendola.
La Santa Alleanza del Nuovo Ulivo che finisce per schiantarsi sotto il peso della perenne crisi identitaria del Partito Democratico e i movimenti dell'UDC sempre più diretti verso un ipotetico terzo polo da costruire assieme a FLI, capirete perché l'opposizione di sinistra nella peggiore crisi affrontata da Berlusconi non sta toccando palla.

La palla resta tra i piedi di Fini.
Tra una dichiarazione di Bocchino sull'imminente ritiro dei ministri di FLI dal Governo, governi tecnici e ipotesi di rimpasti dopo l'approvazione della legge di stabilità - un tempo nota come finanziaria - la crisi e il dopo si profilano come un gioco tutto interno al centro destra.

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Codificare l'Italia dei Valori

Res publica   14.02.10  

Anche questo 1 Congresso dell'Italia dei valori ha confermato che nel caso di Antonio Di Pietro, la finzione e la realtà, il vero e il falso, si confondono. Cominciamo dal «falso». In un congresso di partito i delegati dovrebbero essere eletti dal basso sulla base di mozioni programmatiche differenziate. Niente di tutto ciò nell'Idv, partito «monistico», «berlusconianamente» schiacciato sulla linea del suo padre-padrone: i 3.060 delegati, a parte alcune eccezioni, sono stati nominati da circoli cittadini, quasi sempre commissariati, da colonnelli a loro volta nominati commissari da Di Pietro. L'Idv infatti è un partito «commissariato»: al primo accenno di dissenso arriva puntuale la repressione da parte del gerarca locale. I delegati del Marriot erano dunque a immagine e somiglianza del loro «tribuno» e come tali lo hanno osannato. Una precauzione inutile. Nell'Idv il culto della personalità è «spontaneo».

Pensieri sull'IdV che su questo blog circolano da un bel po' riassunti in un interessante articolo di Alberico Giostra sull'Unità.

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La doppia identità di Di Pietro

Res publica   06.02.10  

Di Pietro continua la sua politica dei due pesi e delle due misure.
Dopo il passo falso sul viaggio in America prima smentito e poi sbugiardato. Dopo aver dichiarato che "dalle carte bollate all’olio di ricino il passo è breve" ora ha trovato necessario querelare il Corriere della Sera.

E' una strategia che a destra funziona discretamente bene da poco più di quindici anni, quella di gridare al complotto sempre e comunque e spingersi a negare l'evidenza dei fatti.
Staremo a vedere quali frutti porterà nel campo opposto.

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