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I post con tag "Diritti Civili" archivio

La storia della prima candidata alla presidenza degli Stati Uniti d'America

Res publica   05.11.24  

Il 19° emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, frutto di decenni di duro lavoro e lobbying da parte instancabile delle suffragette che hanno combattuto sia a livello statale che nazionale, proibisce a qualsiasi cittadino degli Stati Uniti di essere privato del diritto di voto sulla base del proprio sesso. Quasi mezzo secolo prima che questo emendamento costituzionale fosse ratificato l'18 agosto 1920, l'attivista Victoria Claflin Woodhull decise di candidarsi per il più alto ufficio della nazione, la presidenza degli Stati Uniti.

Simon Whistler, di Today I Found Out ripercorre la storia della prima donna a candidarsi alla Casa Bianca nelle elezioni del 1872.
Woodhull, nata in Ohio, crebbe con un padre violento e fu data in sposa a un marito ubriacone e altrettanto violento. Dopo aver preso l'insolita decisione per l'epoca di chiedere il divorzio, Woodhull e sua sorella Tennessee divennero le prime broker donne di Wall Street, dove aprirono la propria società di intermediazione.
Le due sorelle iniziarono anche la pubblicazione del loro giornale, Woodhull & Claflin's Weekly, dove potevano esprimere le loro nuove idee sullo spiritismo, l'educazione sessuale, il vegetarianismo e i diritti di voto delle donne. Oltre a concentrarsi su idee controverse come la promozione dell'educazione sessuale, la loro pubblicazione si impegnò nel triplice tabù dell'epoca di parlare a favore di pari diritti e trattamento equo indipendentemente dalla razza, dall'orientamento sessuale o dal sesso.

Woodhull fondò l'Equal Rights Party, che successivamente la elesse come loro candidata alla presidenza nel maggio del 1872 e poi ratificò la sua nomina a giugno. Anche se Woodhull era ben consapevole che non aveva alcuna possibilità di essere eletta, il suo vero obiettivo era stabilire una piattaforma nazionale con cui diffondere le sue allora controverse idee.
Dal 1892 al 1901, pubblicò la rivista, The Humanitarian, con l'aiuto di sua figlia e durante la Prima Guerra Mondiale si dedicò al volontariato con la Croce Rossa. Dopo la morte del suo terzo marito nel 1901, Woodhull smise di pubblicare la sua rivista e si ritirò in un piccolo villaggio a Worcestershire, Bredon's Norton, dove visse fino all'età di 88 anni, morendo nel 1927.
Riguardo alla sintesi del lavoro della sua vita, Woodhull disse una volta: - Mentre gli altri pregavano per il buon tempo a venire, io ho lavorato perché accadesse. -

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L'attivismo queer contro il regime di Mosca

Multimedia   31.05.24  

Quando la Russia ha invaso l'Ucraina lo scorso febbraio, alcune anime coraggiose sono scese nelle strade di Mosca per esprimere il loro orrore per la guerra e sono state accolte con manganelli e brutalità dal regime del Cremlino. Jenna Marvin, artista di performance queer, ha scelto un approccio diverso. Indossando stivali con zeppe, ricoperta di vernice e avvolta in filo spinato, ha camminato per le strade di Mosca in un'imponente dichiarazione silenziosa contro la guerra.

Queendom è un documentario, diretto da Agniia Galdanova, che racconta la storia di Jenna Marvin e della sua forma insolita di protesta contro la guerra in Ucraina e il trattamento della comunità LGBTQ+ che oggi in Russia è vista come una minaccia al cuore dello regime.
Definire Gena una drag queen non rende l'intera portata di quanto siano sovversive e coraggiose le sue performance pubbliche. I suoi costumi stravaganti, creati con rottami e nastro adesivo, mostrano l'influenza di Leigh Bowery; la sua audacia evoca le provocazioni punk delle Pussy Riot. Una voce coraggiosa e potente nell'assordante silenzio di un'opinione pubblica pavida e assuefatta alle menzogne dalla dittatura moscovita.

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Il Premio Sakharov per la Libertà di Pensiero

Res publica   19.10.23  

Assegnato per la prima volta nel 1988, il Premio Sakharov per la Libertà di Pensiero rappresenta il più alto tributo assegnato dall'Unione Europea alla promozione dei diritti umani da parte di singoli individui o organizzazioni che si sono spese per dare un contributo eccezionale nella difesa della libertà di pensiero.

La scelta matura all'interno del Parlamento Europeo. Ciascun gruppo politico può presentare candidature, così come i singoli parlamentari europei.
Le candidature vengono infine presentate in una riunione congiunta della Commissione degli Affari Esteri, della Commissione per lo Sviluppo e della Sottocommissione per i Diritti Umani, e i membri delle commissioni votano per selezionare una lista ristretta di tre candidati.
I vincitori finali del Premio Sakharov sono scelti dalla Conferenza dei Presidenti, un organo del Parlamento Europeo guidato dal presidente della camera e che include i leader di tutti i gruppi politici rappresentati nel Parlamento.

Il Premio prende il nome dall'influente fisico, dissidente sovietico e premio Nobel per la Pace Andrei Sakharov che per decenni si batté contro l'establishment di Mosca per promuovere i diritti civili, la fine della corsa agli armamenti e la libertà intellettuale.

Quest'anno il riconoscimento andrà alle donne iraniane del movimento Donne, Vita e Libertà che incessantemente continuano a lottare per i propri diritti civili e alla martire Jina Mahsa Amini, brutalmente uccisa il 16 settembre 2022 mentre era sotto custodia della polizia morale iraniana per aver indossato in modo non conforme ai dettami islamici il proprio hijab.

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La lotta per i diritti delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani

Res publica   07.10.23  

Berit Reiss-Andersen, Presidente del Comitato del Nobel, analizza la decisione di assegnare quest'anno il Premio Nobel per la Pace a Narges Mohammadi per la sua lotta contro l'oppressione delle donne in Iran e per la sua battaglia a favore dei diritti umani e della libertà per tutti.
Un importante riconoscimento per il coraggio e l'impegno di Mohammadi nel promuovere la giustizia sociale e la parità di genere in un contesto particolarmente difficile.

Narges Mohammadi è stata una voce forte e coraggiosa per i diritti delle donne, lottando per la loro emancipazione e per la fine delle discriminazioni di genere. Attraverso il suo impegno, ha cercato di cambiare le mentalità e di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle ingiustizie che ancora persistono nella società.
Il suo impegno civile non si è limitato alla lotta per i diritti delle donne. Narges Mohammadi ha anche dedicato la sua vita alla promozione dei diritti umani e alla difesa della libertà per tutti. Ha lavorato instancabilmente per migliorare le condizioni di vita delle persone, per contrastare gli abusi di potere del regime di Teheran e per garantire la dignità e la libertà di ogni individuo.

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Il messaggio di progresso sociale nell'arte di Keith Haring

Wow   16.07.23  

Keith Haring è stato uno dei più importanti artisti americani del XX secolo. Nato nel 1958, Haring ha studiato alla School of Visual Arts di New York, dove ha sviluppato uno stile unico e immediatamente riconoscibile, caratterizzato da linee fluide, colori vivaci e immagini iconiche.
Come racconta Great Art Explained, Haring è diventato famoso negli anni '80, quando ha iniziato a dipingere sui muri della metropolitana di New York, portando l'arte contemporanea in luoghi pubblici e rendendola accessibile a tutti. Le sue opere, spesso realizzate con vernice spray, rappresentavano figure stilizzate, animali, simboli e messaggi politici, e trasmettevano un senso di gioia e di energia.

L'arte di Haring non era solo estetica: aveva un forte messaggio sociale e politico. Haring si impegnava attivamente nella lotta contro l'AIDS, denunciando l'omofobia e la discriminazione, e promuovendo la prevenzione e la consapevolezza attraverso le sue opere.
Haring credeva che l'arte dovesse essere uno strumento di cambiamento sociale e di emancipazione. Ha saputo unire l'estetica e la politica, portando il suo messaggio nelle strade e nei cuori delle persone.

La sua eredità è un monito per tutti noi, affinché la creatività e la bellezza possano essere sempre strumenti di cambiamento e di progresso sociale.

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Harvey Milk e la bandiera arcobaleno

Multimedia   08.06.23  

Brightly Storytime ripercorre la storia della bandiera arcobaleno dai suoi inizi, nel 1978 a San Francisco con l'attivista Harvey Milk e l'artista Gilbert Baker, sino a oggi, divenuta un simbolo di speranza e di orgoglio per milioni di persone in tutto il mondo.

Il libro Pride: The Story of Harvey Milk and the Rainbow Flag, scritto da Rob Sanders e illustrato da Steven Salerno, narra la storia della bandiera arcobaleno e la lotta per i diritti civili. Grazie a questi racconti, possiamo imparare a conoscere meglio la storia e la cultura della comunità LGBTQIA+ e ad apprezzare l'importanza dell'inclusione e della diversità nella nostra società.

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La macchina della repressione iraniana

Res publica   02.01.23  

Vox analizza la struttura di potere piramidale che controllata l'Iran. Dal leader supremo alla polizia morale l'intera intelaiatura su cui si fonda la dittatura islamica è stata progettata per reprimere ogni possibile forma di dissenso.

Durante la rivoluzione del 1979, l'esercito iraniano dichiarò la propria neutralità. Ciò ha portato alla caduta dello scià, ma ha anche indotto il leader supremo a decidere che aveva bisogno di un nuovo esercito leale per proteggere se stesso e la sua ideologia. Oggi anche questo braccio armato del sistema di potere iraniano è in strada, reprimendo i manifestanti, nella speranza di mantenere in piedi la struttura esistente - lo stesso sistema contro cui molti iraniani si battono da 40 anni.

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In difesa della democrazia a Hong Kong

Multimedia   15.06.22  

Faceless è il documentario, diretto da Jennifer Ngo e prodotto in modo indipendente, che segue quattro giovani hongkonghesi durante le proteste seguite alle repressive leggi sulla sicurezza nazionale e sull'estradizione, volute fortemente dal regime di Pechino per schiacciare ogni possibile richiesta presente e futura di mantenimento dei diritti civili e democratici nell'ex colonia britannica.

Faceless offre un ritratto di una generazione a cui viene strappata un po' per volta ogni ambizione sociale e democratica. Una generazione che si interroga sul proprio futuro, accettando di lottare per difendere la vita, la comunità e la libertà contro la brutalità della polizia e della dittatura cinese.

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