Quando l'intelligenza artificiale rovina un film
Questo breve essay pone l'accento sull'importanza di un restauro accurato dei film nelle delle versioni rimasterizzate in 4K sottolineando come l'utilizzo inappropriato dell'intelligenza artificiale possa rovinare l'esperienza cinematografica.
Nerrel prende in esame in particolare i film diretti da James Cameron che sono stati rimasterizzati in digitale con l'uso dell'IA. Il punto sollevato è senza dubbio interessante e porta alla riflessione sul ruolo dell'intelligenza artificiale nel restauro cinematografico. La tecnologia offre sicuramente vantaggi e possibilità di miglioramento, ma è fondamentale utilizzarla con cura e rispetto per l'opera originale.
Le migliori versioni in rimasterizzate in 4K seguono un modello piuttosto semplice: pulire e scansionare il negativo, riparare eventuali segni evidenti di danni e ripristinare i colori per renderli corrispondenti alla gradazione originale, il tutto con il minor numero di interventi possibili. Il processo non dovrebbe riguardare la modernizzazione dello stile o l'obbligo di far sembrare il film un video digitale. Il formato 35mm era in grado di offrire una qualità di immagine incredibile e il 4K è il primo formato domestico in grado di restituire gran parte di quei dettagli: questo dovrebbe essere sufficiente.
Un 4K ben realizzato è come avere una copia impeccabile del negativo originale da guardare comodamente a casa propria, con tutti i dati di quel supporto celluloide - granulosità e dettagli inclusi - preservati digitalmente per sempre. Ed è qui che sta il problema degli algoritmi di deep learning: non sono in grado di preservare i dettagli. Essi fanno la loro migliore supposizione su ciò che un oggetto dovrebbe essere, poi tirano fuori nuovi dettagli dai loro algoritmi e li spalmano sullo schermo.