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I post con tag "Scontri" archivio

Sommosse britanniche

Res publica   09.08.11  

Differenze e similitudini con le rivolte degli anni '80.
Là dove c'era ideologia e voglia di riscatto oggi regna più che altro il teppismo.

There may be something self-destructive in black youth culture which, 30 years on from the Toxteth riot, led the man who detonated it, Leroy Cooper, to reflect to the Liverpool Daily Post: "The riot was a symptom of there being something really wrong with our society. We smashed our own community up, we destroyed our own homes. There had to be something wrong."

But there are other differences too. The riots in the 1980s were on a much bigger scale. Several people died, hundreds were injured and the damage bill ran into billions at today's prices. There was more planning too; the weekend's riots were orchestrated impromptu on Twitter, but in the 1980s serious preparation went into assembling barricade materials and manufacturing large numbers of petrol bombs.

There is something else. Today's riots have been characterised by opportunist looting on a scale which befits our era of wanton materialist consumerism. Looters have been seen trying things on for size or browsing through vitamin supplements in smashed up shops to find the particular brand they crave.

This is rioting-meets-shopping. It does not, as one eye-witness put it, feel like an "appeal from the heart of the ghetto" so much as an opportunity "to get a nice new pair of trainers." Not so much desperate as decadent.

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Londra brucia

Res publica   08.08.11  

Le rivolte a Tottenham

Le rivolte a Tottenham

Le rivolte a Tottenham

Le rivolte a Tottenham

Le rivolte a Tottenham

Scontri e saccheggi imperversano da due giorni a Tottenham e nei quartieri vicini.
La violenza è scoppiata nel fine settimana dopo la morte del pregiudicato Mark Duggan, ucciso in seguito a una sparatoria giovedì scorso ad un posto di blocco della polizia nell'ambito di un'operazione contro il possesso illegale di armi.

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Io ricordo Genova

Geek   20.07.11  

C'è un bel progetto di racconto collettivo sui fatti del G8 di Genova. Si chiama Io ricordo Genova.

Ci sono momenti della storia che restano impressi nella nostra memoria. Tanto che ne portiamo con noi ogni particolare: dove eravamo, con chi, cosa stavamo facendo.

Il 20 e 21 luglio 2001 qualcosa si è modificato nella nostra storia: qualcosa è definitivamente cambiato, finito, cominciato.

Quel weekend è per molti un ricordo preciso che ci piacerebbe condividere: vorremmo raccogliere tutti i vostri contributi (racconti, frasi, citazioni, foto, video) per ricostruire un racconto collettivo. Di chi c'era e di chi non c'era.

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Il giorno in cui la follia prese il sopravvento a Genova

Res publica   20.07.11  

Il giorno in cui i no global misero a ferro e fuoco una città e la polizia usò i blindati per disperdere la folla. Dieci anni fa. Oggi.

La Genova che ho visto in televisione non è la Genova che conosco e che frequento. E' stata un'altra realtà. Uno spazio e un tempo in cui ogni regola civile è saltata, in cui lo Stato che credevo democratico si è trasformato in qualcosa di molto simile a ciò che non è raro veder avvenire in Sud America.

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Chi pagherà le conseguenze delle violenze al G8 di Genova

Res publica   23.01.11  

Non saranno né i poliziotti né i funzionari a pagare i risarcimenti civili dopo le condanne per le violenze del G8 di Genova alla scuola Diaz e nel carcere di Bolzaneto, ma l'intero importo sarà a carico del ministero dell'Interno e quindi di tutti noi cittadini.

Il regalo ai colpevoli di massacri, torture e insabbiamenti è frutto di una modifica al decreto 187 del Governo Berlusconi, trasformato in legge il 17 novembre. Misure urgenti in materia di sicurezza.

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La Serbia tra tifo e politica

Res publica   13.10.10  

I retroscena della violenza, scatenata ieri a Genova dai tifosi serbi, spiegati da Limes.

Se il calcio è in qualche modo lo specchio della società, nei Balcani c'è sicuramente qualche problema. Due episodi si sono verificati tra settembre e ottobre in Serbia e in Bosnia Erzegovina, due tifosi sono morti uccisi dai fans, due giovanissimi, il francese Brice Taton (28) e il sarajevese Vedran Pulic (24), cessano di vivere e diventano due icone, due foto in primo piano esposte nei rispettivi stadi, nei blog e forum in internet, sulle magliette, con sotto la scritta R.I.P.

Come è potuto succedere? Cosa significa? Si dice sempre che il primo atto della guerra tra Serbia e Croazia avvenne durante una partita mai giocata tra Dinamo Zagabria e Stella Rossa di Belgrado, ormai simboli di un'identità nazionale più che calcistica. Il calcio del capitano della Dinamo Zvonimir Boban, ad un poliziotto (che rappresentava il potere, quindi i serbi) in difesa dei tifosi croati, fu il primo atto eroico della guerra che seguirà. Secondo Simon Kuper nel calcio "Lo spazio resta allo stesso tempo spazio pubblico e luogo di dissenso. I simboli e le bandiere del calcio sono la maschera sotto la quale si celano talvolta identità segrete e incontrollabili". Nei Balcani questo vale ancora di più.

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