Il premier uscente, conservatore, Fredrik Reinfeldt viene riconfermato alla guida del paese.
E' la prima volta che accade nel paese scandinavo. Alternanza aveva sempre premiato i socialdemocratici dopo un governo di destra. Sino ad oggi.
Senza una maggioranza assoluta l'Alliansen dovrà elemosinare voti dai cespugli.
Tagli fiscali, controllo del deficit e forte crescita economica - quest'anno si raggiungerà il 4% - sono la ricetta che ha permesso alla destra di mantenere il potere.
Mona Sahlin, candidata del centro sinistra, non è andata oltre il 45,1% dei suffragi. La coalizione di centro sinistra resta quattro punti dietro agli avversari.
Nonostante resti ancora il primo partito in Svezia la crisi della socialdemocrazia è strutturale e profonda. Ancorata ad una visione del paese passata da tempo ha perso il contatto con la realtà e la galassia degli indecisi, bacino naturale per il successo in un'elezione.
Come per gli altri partiti riformisti e di sinistra europei avrà bisogno di ritrovare parole chiave moderne e prospettive di futuro alternative alla destra. Meno retorica e più concretezza.
Buono il successo dei Verdi. Il che conferma l'anomalia del partito ambientalista italiano, orami ridotto a percentuali da pochi decimali.
La vera "rivelazione" - ampiamente annunciata - è l'ingresso in parlamento del partito ultranazionalista e xenofobo di Jimmi Akesson. Di poco, va detto. Ha superato lo sbarramento del 4% solo dello 0,6%.
Non sarà la tragedia annunciata da molti media nostrani. Già nel '91 la destra aveva conquistato seggi in parlamento grazie proprio a una forte campagna anti immigrazione, superando in quell'occasione il 7%.
Resta più pericoloso un partito strutturato e di governo come la Lega Nord, rispetto a quattro invasati comunque esclusi da ogni incarico nell'esecutivo del tranquillo paese nord europeo.
[21/09 10:04] E' finita che Sverigedemokraterna ha preso il 5,6%. Non cambia la valutazione finale.
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