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I post con tag "Veltroni" archivio

Così mi uccidi l'Africa

Res publica   14.10.12  

Non si tratta di un cedimento alla rottamazione. Non c'entra nulla con quel tipo di appelli perché non è l'anagrafe a fare la buona politica.
[...] E' un gesto coerente con quanto annunciato nel 2006. Allora dissi che, una volta conclusa la mia esperienza di sindaco, avrei smesso di fare la politica professionalmente. Dopo mi è stato chiesto di fare una cosa alla quale non potevo opporre le mie scelte personali di vita e cioè il candidato alla presidenza del Consiglio. L'ho fatto, 12 milioni di persone hanno votato per me ma poi nel 2009 ho deciso di dimettermi ed erano dimissioni vere.
Spero che possa dare forza a quanti, nella società civile, hanno voglia di impegnarsi in politica. A coloro che vogliono farlo senza cercare garanzie di incarichi, solo perché credono in qualcosa.

Walter Veltroni, a Che tempo che fa, annuncia che non si candiderà alle prossime elezioni.

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La sinistra col loden

Res publica   28.02.12  

C'è anche un'altra idea nel Pd, quella di Walter Veltroni, secondo cui la contesa politica deve essere sostanzialmente tra due destre: una cialtrona, sguaiata, plebiscitaria e razzista, di Bossi e Berlusconi; una (la sua), colta, col loden, non insensibile sul tema dei diritti civili, più europea, costituzionale.

Vendola, in perenne campagna elettorale, critica a tutto campo la dialettica interna al PD attaccando demagogicamente Veltroni, tacendo però sugli sprechi e sulle contraddizioni di una sinistra conservatrice, di cui è leader indiscusso, che regala iPad, notebook e pedaggi autostradali gratuiti ai propri consiglieri regionali in Puglia.

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Ricordati di Marino

Res publica   20.09.10  

C'è chi si domanda che fine abbia fatto Marino.
E' sull'Unità con una lunga intervista a tutto campo su Veltroni e il Partito Democratico.

E' giusto che Veltroni proponga con passione le idee che ha in mente, ma ci vuole metodo, e i luoghi giusti. Può dare un contributo, ma non deve diffondere un’idea di divisione del partito. All’esterno bisogna parlare con una voce sola.

Non si modernizza con un dibattito mediatico. Se lo si vuole fare davvero, si parta con dei referendum nei circoli sulle questioni più importanti. Lo statuto lo prevede già.

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Corrente calda

Res publica   17.09.10  

La tag cloud del documento politico di Veltroni sul PD

Il documento di Veltroni sul PD ha riscosso settantacinque firme. A leggere la lista degli aderenti cascano le braccia.

Veltroni da logorato indossa i panni del logoratore.
Un documento, seppur a tratti condivisibile, sbagliato nei tempi e nei modi.
Il PD ha iniziato a naufragare con lui al timone. Walter non se ne rese conto allora e sembra non essersene reso conto adesso.

Il rientro di Veltroni non aiuta il PD e non aiuta il riformismo.
Ha sprecato la sua occasione anni fa, ora il tempo è ormai scaduto.

Essersi fatto da parte era una delle poche cose buone che gli si poteva imputare. Oggi non rimane neppure quella.

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Il Veltroni epistolare

Res publica   24.08.10  

Cosa sta succedendo a noi italiani? Abbiamo trascorso la più folle e orrenda estate politica che io ricordi. Una maggioranza deflagrata, un irriducibile odio personale e politico tra i suoi principali contraenti, toni e giudizi che si scambiano non tra alleati ma tra i peggiori nemici. E poi dossier, colpi bassi, una orrenda aria putrida di ricatti e intimidazioni che ha messo in un unico frullatore informazione, politica e forse poteri altri costruendo un mix che non può non preoccupare chi considera la democrazia come un insieme di regole, di valori, di confini. Il Paese assiste attonito allo sfarinarsi della maggioranza solida che era emersa dalle urne, a ministri che sembrano invocare freneticamente la fine della legislatura, nuovi voti, nuovi conflitti laceranti. Mentre stanno per essere messe in circolo emissioni consistenti di titoli pubblici per finanziare il nostro abnorme debito pubblico chi governa questo Paese sembra dominato dal desiderio della instabilità. E, tutto, senza una parola di autocritica. Chi ha vinto le elezioni e ne provoca altre neanche a metà delle legislatura vorrà almeno dichiarare il proprio fallimento politico?

L'alleanza di centrodestra sembra immersa nello scenario dei Dieci piccoli indiani di Agatha Christie. Prima l'abbandono di Casini, ora la irreversibile crisi con Fini. Le forze più moderate hanno abbandonato uno schieramento sempre più dominato dalla logica puramente personale degli interessi di Berlusconi e dallo spirito divisivo di una Lega che alimenta ogni forma di egoismo sociale con lo sguardo solo al tornaconto elettorale immediato. Con effetti che già registriamo nel sentire diffuso e nei comportamenti. Un Paese che smarrisce il suo senso di comunità, la sua anima solidale, la sua coscienza unitaria finisce con lo sfarinarsi violentemente.

Quella che stiamo vivendo è una profonda crisi del nostro sistema. Era la mia ossessione quando guidavo il Pd. Mi angoscia l'idea che la democrazia rischi sotto la pressione delle spinte populistiche e dei conservatorismi di varia natura. E la crisi di questi mesi rafforza una distanza siderale tra la vita politica e i reali bisogni dei cittadini e della nazione. Berlusconi forza costantemente e pericolosamente i confini immaginando di vivere in un regime che non esiste. Se ci fosse un semipresidenzialismo lui certo non potrebbe disporre, ciò che è già una insopportabile anomalia oggi, di giornali e tv con i quali promuovere se stesso e randellare i suoi avversari. Ma neanche quella che su questo giornale è stata giustamente definita la «repubblica acefala» può fare sentire al Paese che il sistema politico tempestivamente ascolta, comprende, decide. Indeterminatezza di tempi, modalità, sedi di decisione hanno accompagnato anche altre stagioni politiche.

[...]

In questa estate orrenda non per caso la frase più citata dai leader politici è stata «Mi alleo anche con il diavolo pur di...». Lo ha detto Calderoli parlando del Federalismo, lo hanno detto alcuni leader del centrosinistra parlando della necessità di una santa alleanza contro Berlusconi. Io rimango dell'idea che invece le uniche alleanze credibili, prima e dopo le elezioni, siano quelle fondate su una reale convergenza programmatica e politica. In fondo il repentino declino del centrodestra conferma proprio questo. È giusto semmai che, in caso di crisi di governo, si cerchino soluzioni capaci di fronteggiare per un breve periodo l'emergenza finanziaria e sociale e di riformare la legge elettorale dando forma, per esempio attraverso i collegi uninominali e le primarie per legge, a un moderno e maturo bipolarismo. Perché poi, alle elezioni prodotte dal dissolvimento della destra, si presenti uno schieramento alternativo capace di assicurare all'Italia quella stagione di vera innovazione riformista che questo nostro Paese non ha mai conosciuto. Perché questo Paese deve uscire dall'incubo dell'immobilità che perpetua rendite e povertà. Deve conoscere un tempo di radicale, profondo cambiamento. E' questo, da decenni, il frutto dell'alternanza nei diversi Paesi europei.

La lettera aperta di Walter Veltroni.

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Veltroni 35 mm

Multimedia   22.10.09  

E la dedica al padre Vittorio. E Auschwitz. E l'Africa. E le figurine Panini. E un po' di jazz, ma di quello grandi artisti con grandi problemi che se non sei almeno epilettico non vai oltre la scala in do. E...

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