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I post con tag "Ambiente" archivio

Come funziona la barriera sul Tamigi che protegge Londra dalle inondazioni

Geek   27.07.24  

Durante gran parte del XX secolo, i londinesi lungo il fiume Tamigi hanno affrontato un alto rischio di inondazioni. Tempeste eccezionali, come quella drammatica del Mare del Nord che nel 1953 causò la morte di centinaia di persone, hanno spinto l'opinione pubblica e le autorità a discutere su come proteggere Londra da futuri disastri.

Nella metà degli anni '70, gli ingegneri hanno trovato una soluzione: costruire una ciclopica diga mobile per proteggere la foce del fiume dagli effetti mareali. La Barriera del Tamigi.
Vox racconta questa struttura impressionante composta da porte metalliche mobili in grado di interrompere il flusso d'acqua durante eventi di potenziale alluvione, tra le più grandi in Europa assiema al MOSE di Venezia e al Maeslantkering del Piano Delta a Hoek van Holland.
La Barriera del Tamigi da allora ha protetto Londra, tuttavia il clima in evoluzione e l'innalzamento del livello del mare stanno mettendo sotto pressione l'integrità delle barriere. Dal 1980 al 1990, la barriera è stata chiusa solo quattro volte; dal 2010 al 2020, invece, è stata chiusa 50 volte e non era stata progettata per un uso così frequente.

Il governo del Regno Unito ha creato il Piano Thames Estuary 2100, in risposta ai cambiamenti nei modelli meteorologici, che monitora e adatta le barriere in base ai dati sulle maree. Il piano prevede possibili miglioramenti alla barriera esistente e la costruzione di ulteriori difese antiallagamento.
Thames Estuary 2100 mira a rendere Londra una città con i piedi all'asciutto anche nel futuro superendo la prova del tempo e i cambiamenti climatici che hanno rimodelleto il mondo.

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In che modo Parigi sta reinventando i Giochi Olimpici

Res publica   23.07.24  

Parigi sta mettendo in atto una serie di iniziative innovative per rendere l'esperienza olimpica unica e indimenticabile.
I Giochi della XXXIII Olimpiade stanno puntando sull'innovazione tecnologica per migliorare l'organizzazione e l'accessibilità degli eventi olimpici, sfruttando le ultime tecnologie per creare un'esperienza coinvolgente per gli spettatori e non impattante per gli abitanti della metropoli.

OBF si concentra sulla strategia di sostenibilità ecologica per ridurre l'impatto ambientale dei Giochi Olimpici. Parigi ha deciso di integrare i luoghi simbolo della città nella manifestazione, pianificando competizioni e cerimonie presso alcuni dei siti più iconici della città per eliminare l'impatto ambientale conseguente alla costruzione di nuovi stadi e strutture che in troppe edizioni del passato sono stati poi abbandonati all'incuria dopo la fine delle Olimpiadi.

L'obiettivo di Parigi è creare un modello sostenibile per le future edizioni dei Giochi Olimpici e ispirare altre città ad adottare pratiche che abbiamo un influsso positivo sull'ambiente, sui cittadini e sulla sostenibilità economica.
L'eredità olimpica di Parigi vuole assicurare che le Olimpiadi siano più di un evento temporaneo, ma un catalizzatore per lo sviluppo sociale e urbano a lungo termine.

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Il parco pubblico sopraelevato di New York

Wow   08.07.24  

Nick Potts di Architectural Digest ha percorso la High Line mentre spiega come questa ferrovia abbandonata che corre lungo il West Side a New York sia stata trasformata in una popolare attrazione turistica e in un polmone verde per i newyorkesi.
La High Line, che vanta un'architettura sorprendente, ha trasformato in maniera radicale ogni quartiere lungo il suo cammino.
La sua riqualificazione in parco pubblico sopraelevato ha inoltre favorito e catalizzato gran parte dello sviluppo urbanistico di Manhattan negli ultimi 15 anni.

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La foresta che ricorda un'impronta digitale

Res publica   21.05.24  

Nel profondo cuore dell'Uruguay si può trovare un curioso gruppo di alberi, a pochi chilometri dalla piccola città di San Gregorio de Polanco.
Vista da terra appare come una normale foresta, ma appena la si sorvola la vista è sbalorditiva. Centinaia di alberi disposti in precisi archi concentrici, tanto da assomigliare in maniera sorprendente a un'impronta digitale umana.

Vox è andato a indagare su come sia nata questa foresta intervistando i residenti, esperti e persone le cui vite sono state plasmate da un paesaggio antropizzato e dalla sostenibilità economica.

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Il curioso e vasto mondo dei picchi

Geek   31.03.24  

I picchi sono uccelli affascinanti e curiosi, noti per il loro caratteristico comportamento di picchiettare sui tronchi degli alberi. Ma oltre alla loro caratteristica abilità, i picchi presentano una sorprendente varietà di dimensioni, colori e adattamenti che li rendono una delle famiglie di uccelli più interessanti e diversificate del mondo con oltre 230 specie.

Cornell Lab of Ornithology ci conduce in un viaggio attraverso la diversità di questa razza di uccelli, mostrandoci specie provenienti da ogni angolo del pianeta. Potremo ammirare l'imponente picchio imperiale, con la sua spettacolare cresta rossa e nera, o il piccolo picchio delle Filippine, che è una delle specie più rare al mondo. Scopriremo anche il picchio nero dell'America settentrionale, noto per il suo piumaggio nero lucido e il caratteristico richiamo.
Ma non sono solo le dimensioni e i colori a differenziare i picchi. Questi uccelli si sono adattati a una vasta gamma di habitat, dalle foreste pluviali alle regioni montane, dai deserti alle tundre. Alcune specie sono specializzate nel cercare cibo sotto la corteccia degli alberi, mentre altre si nutrono principalmente di insetti che trovano nel suolo o tra l'erba.
Apprenderemo le curiose abitudini dei picchi, come il loro modo unico di comunicare attraverso i tambureggiamenti sui tronchi o la costruzione delle loro tane all'interno degli alberi. Scopriemo come i becchi robusti si sono adattati consentendo loro di resistere alle forti sollecitazioni causate dal picchiettare costante.
Attraverso immagini mozzafiato e informazioni dettagliate, esploreremo la natura unica di questi uccelli e verremo catturati dalla bellezza e dalla varietà di questa straordinaria specie di volatili.

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Eliminare i rifiuti spaziali utilizzando un laser

Geek   06.03.24  

I detriti spaziali prodotti da lanci orbitali possono seriamente danneggiare i satelliti operativi, astronavi e le stazioni spaziali. Con un'industria spaziale commerciale in rapida crescita che ha messo in orbita un numero senza precedenti di nuovi satelliti e veicoli questo problema può solo peggiorare.

Gli scienziati si preoccupano di una situazione, ipotizzata negli anni '70, chiamata sindrome di Kessler, in cui una reazione a catena incontrollata di collisioni e frammentazioni produce una nuvola di detriti intorno alla Terra così densa da minacciare le future missioni spaziali.
Vox analizza le opzioni proposte per iniziare a ripulire i detriti che ci circondano.

Una strategia per gli oggetti più grandi, ovvero frammenti di dimensioni superiori a 10 centimetri, potrebbe essere quella di inviare un piccolo veicolo spaziale per rallentare l'orbita del detrito per permetterne un rientro atmosferico controllato.
Per la classe più piccola di detriti, che varia da 1 millimetro a 1 centimetro di dimensione, ci sono due idee principali. Una sarebbe quella di mettere in orbita un raccoglitore fisico per catturare o rallentare questi piccoli frammenti incontrollabili. L'altra propone di introdurre una nuvola di polvere di tungsteno in orbita per appesantirli e trascinarli nell'atmosfera terrestre. Entrambe le idee sembrano tuttavia poco pratiche e addirittura controproducenti.

È qui che entra in gioco l'utilizzo dei laser. Questo approccio prevede di tracciare i frammenti con un radar e colpirli con un laser, sempre con l'obiettivo di disturbarne l'orbita e neutralizzarli.

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Micro auto a pedali

Wow   03.03.24  

Il crescente costo della benzina, le emissioni di carbonio, le tasse e l'assicurazione... Questi sono solo alcuni dei motivi per cui possedere una macchina potrebbe non interessare a tutti. Allo stesso modo, ci sono molte ragioni per cui non tutti vogliono o possono usare una bicicletta o una e-bike. Ma cosa succederebbe se si potessero combinare le migliori qualità delle biciclette e delle auto in un unico mezzo?

Coloro che amano andare in bicicletta e preferiscono rimanere asciutti durante il maltempo potrebbero essere i potenziali candidati per uno di questi ibridi tra una minicar e una bicicletta, presentati da Interesting and Creative Designs.

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La scatola di cartone una storia di successo

Geek   01.02.24  

L'ascesa degli imballaggi in carta ha radici profonde. La prima diffusione nota di carta ondulata risale agli anni '50 del XIX secolo, con un brevetto inglese rilasciato nel 1856 a Edward Charles Healey e Edward Ellis Allen. Tre anni dopo, Oliver Long brevettò un miglioramento sul design di Jone, aggiungendo un singolo foglio di carta incollato per evitare che si perdesse l'ondulatura, ponendo le basi per il moderno imballaggio di cartone ondulato.

Robert Gair, un tipografo e produttore di sacchetti di carta di Brooklyn, scoprì che tagliando e piegando il cartone da un'unica forma poteva creare scatole prefabbricate. In collaborazione con la Thompson and Norris Company, il concetto fu applicato al cartone ondulato a doppia faccia, dando origine alla produzione delle prime scatole di cartone ondulato. Nel 1903, il primo utilizzo di scatole di cartone ondulato per il trasporto ferroviario avvenne quando i fratelli Kellogg ottennero una deroga al requisito delle scatole di legno dalle ferrovie della Central Freight Association.

Come ricorda New Mind, la produzione del cartone ondulato è un processo affascinante.
Il successo del cartone ondulato si basa su una serie di fattori. La sua leggerezza e resistenza lo rendono ideale per il trasporto, mentre la sua facilità di ripiegatura e stoccaggio riduce i costi. Ma ciò che lo distingue davvero è la sua straordinaria riciclabilità. Con un tasso di recupero di quasi il 97% e un processo di produzione che taglia considerevolmente il consumo elettrico e di acqua ripetto alla produzione di carta vergine, il cartone ondulato dimostra che è possibile coniugare praticità e sostenibilità, facendo del suo utilizzo una vera e propria vittoria per l'ambiente.

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Abbracciare la consapevolezza del potenziale umano

Res publica   03.01.24  

L'umanità ha dimostrato una straordinaria capacità di adattamento e propensione al progresso nel corso dei secoli. Abbiamo superato pestilenze, guerre, carestie e disastri naturali. Abbiamo sfruttato a fondo la nostra intelligenza, la nostra creatività e la nostra resilienza per superare le avversità e raggiungere traguardi straordinari.
Ora, di fronte alle sfide del cambiamento climatico su vasta scala, dell'evoluzione dell'intelligenza artificiale e dei limiti del nostro stesso pianeta, dobbiamo ancora una volta dimostrare la nostra capacità di adattamento e innovazione. Dobbiamo collaborare come specie, superando le divisioni e lavorando insieme per trovare soluzioni sostenibili.

Il nostro potenziale è di dimensioni cosmiche. Un'incredibile prosperità è a portata di mano. Essere ottimisti non è solo giustificato, ma è anche un'arma potente nella lotta per un futuro migliore.
John D. Boswell, di Melodysheep ne è convinto.
Non possiamo ignorare le sfide che ci aspettano, ma dobbiamo affrontarle con speranza e fiducia. Ottimismo non significa negare la realtà o sminuire la gravità dei problemi che ci circondano. Significa piuttosto abbracciare la consapevolezza del potenziale umano e della nostra capacità di trovare soluzioni creative e innovative.

Il cambiamento è sempre difficile e spaventoso, ma è anche un'opportunità per crescere e migliorare come specie. Dobbiamo impegnarci a livello individuale e collettivo per adattarci alle nuove sfide, promuovendo la sostenibilità, l'uguaglianza e la giustizia sociale.

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Le chiese foresta dell'Etiopia

Wow   08.12.23  

Nella vasta distesa dell'Etiopia, dove la deforestazione ha progressivamente raso al suolo le antiche foreste, si ergono come isole di verde le chiese foresta, testimoni di una tradizione millenaria e custodi di un'incredibile biodiversità.
Queste oasi vegetali, sparse lungo le pendici delle montagne, circondano centinaia di chiese cristiano ortodosse etiopi.

Le chiese foresta rappresentano un esempio di armoniosa convivenza tra spiritualità e ambiente. Secondo la tradizione etiope, la presenza di foreste intorno alle chiese è un segno divino, una protezione spirituale per i luoghi sacri. Questo legame profondo tra religione e natura ha contribuito a preservare le chiese foresta, nonostante le pressioni antropiche e le esigenze agricole.

Questi scrigni di biodiversità ospitano un'incredibile varietà di flora e fauna, tra cui specie endemiche e minacciate. Gli alberi secolari, con i loro tronchi nodosi e le chiome lussureggianti, forniscono riparo e cibo a una moltitudine di animali, dai piccoli uccelli ai grandi mammiferi. Le chiese foresta forniscono un'importante fonte di sostentamento per le comunità locali, che utilizzano il legname per la costruzione, le foglie per il foraggio e i frutti per la sussistenza.
Tuttavia, la sopravvivenza dei questi ecosistemi unici è minacciata da diverse sfide. Dal disboscamento per far spazio alle comunità agricole al cambiamento climatico, che con le sue piogge intense e la siccità prolungata mette a dura prova la fragile vegetazione.

Come spiega Emergence Magazine, in risposta a queste minacce, sono state intraprese diverse iniziative per proteggere le chiese foresta. Organizzazioni non governative e associazioni locali lavorano in collaborazione con le comunità autoctone per promuovere la conservazione, sensibilizzare le popolazioni e favorire pratiche sostenibili. Il governo etiope ha inoltre introdotto leggi e programmi per tutelare questi tesori storici e naturali.
La loro protezione rappresenta un investimento per il futuro, una dichiarazione di rispetto verso l'ambiente e un impegno per la conservazione della biodiversità.

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