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I post con tag "Linguistica" archivio

La scrittura perduta di Rapa Nui

Res publica   05.11.21  
Tavoletta G con glifi rongorongo
Tavoletta G con glifi rongorongo

Quando il missionario Eugène Eyraud scoprì dei curiosi glifi incisi su tavolette di legno nel 1864 sull'Isola di Pasqua, quando ormai non era rimasto più nessuno a Rapa Nui in grado di leggere quella scrittura, che si era sviluppata nel più completo isolamento culturale dal resto del mondo.

In ogni rifugio si trovano tavole di legno o bastoni coperti da diversi tipi di caratteri geroglifici: sono raffigurazioni di animali sconosciuti nell'isola, che i nativi disegnano con pietre taglienti. Ogni figura ha il proprio nome; ma la scarsa attenzione che rivolgono per queste tavole mi porta a pensare che questi caratteri, i resti di qualche scrittura primitiva, ora sono per loro una pratica abituale, che mantengono senza conoscerne il significato.

Il rongorongo rimane una tra le più indecifrabili e affascinanti proto-scritture estinte. Utilizzato principalmente dall'élite del popolo di Rapa Nui, discendente dei polinesiani, il rongorongo è composto da circa 600 glifi diversi.
Tutto quello che rimane del rongorongo sono appena 23 frammenti incisi con pietre appuntite sul legno, spesso a malapena decifrabili.

The Journal of Island and Coastal Archaeology pesenta un recente studio su quella che è conosciuta come la tavoletta di Berlino, il documento rongorongo più lungo mai scoperto con i suoi 387 glifi leggibili, ma che potrebbe aver contenuto fino a 5.000 simboli prima che il legno si deteriorasse.

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La differenza tra lingua e dialetto

Res publica   14.09.21  

Una lezione di Ted-Ed, scritta da Martin Hilpert, diretta da Luisa M.H. Copetti e narrata da Addison Anderson, spiega le differenze che intercorrono tra lingua e dialetto, da cosa derivano, quanto sono profonde le differenze e quali sono le difficoltà tra i parlanti di comprendere appieno uno o più dialetti locali.
La storia dimostra che questi problemi hanno spesso più a che fare con la politica che non il linguaggio stesso. La nascita di molti stati-nazione ha difatti promosso l'adozione di una lingua franca e standardizzata al fine di stabilire e mantenere governi, confini territoriali e istruzione.

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L'ultima lettera aggiunta all'alfabeto

Wow   23.05.20  

L'alfabeto, ironia della sorte, non è stato creato in ordine alfabetico e l'ultima lettera aggiunta non è stata la z.

Come racconta il Reader's Digest, la j è stata l'ultima lettera a essere aggiunta all'alfabeto latino, inserita tra la i e la l.
La i e la j hanno convissuto a lungo e come varianti grafiche della stessa lettera prima di essere distinte in due lettere diverse.
L'invenzione è attribuita a Gian Giorgio Trissino che, nel 1524, usa i due grafemi per rappresentare suoni diversi nella sua De le lettere nuovamente aggiunte ne la lingua Italiana.

Per gli appassionati, questa infografica racconta l'evoluzione dei caratteri dell'alfabeto attraverso i millenni, dal proto-sinaitico ai segni latini moderni.

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Preservare le lingue in via di estinzione

Res publica   18.04.19  

Tunica, Osing, la lingua curda centrale e la lingua dei segni olandese hanno tutte un destino comune, sono tra i circa 500 idiomi considerati dall'UNESCO in via di estinzione.
Ora Daniel Bögre Udell con il progetto Wikitongues sta collaborando con volontari di tutto il mondo per creare un archivio per preservare, conservare e trasmettere le lingue che rischiano di scomparire a causa del continuo ridursi del numero dei parlanti.

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L'evoluzione dell'alfabeto

Geek   04.02.19  
L'evoluzione dell'alfabeto in infografica
L'evoluzione dell'alfabeto in infografica

Matt Baker grazie a una comoda infografica mostra e riassume l'evoluzione degli alfabeti a partire dal proto-sinaitico, un alfabeto lineare formato da 23 segni distinti ipoteticamente derivato dai geroglifici egizi in cui più della metà dei segni può essere fatta risalire a un prototipo egiziano.
I segni del proto-sinaitico usano per acrofonia una derivazione dai geroglifici fonetici egiziani per trascrivere una lingua semitica assegnando il suono del geroglifico al segno della lingua semitica. Un esempio è il pittogramma pronunciato *bēt, che rappresenta una casa, trascritto nel fonema /b/. Questo nome è rimasto per designare la lettera nell'alfabeto ebraico e successivamente trasmesso al greco antico. La lettera β si pronuncia infatti βητα, beta.

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Le lingue più a rischio nel mondo

Res publica   14.04.18  
UNESCO Atlas of the World's Languages in Danger
UNESCO Atlas of the World's Languages in Danger

L'atlante delle lingue in pericolo, stilato dall'UNESCO, raccoglie gli idiomi che rischiano di scomparire a causa del numero di parlanti in continuo calo.

È il caso della lingua nlu (o nllng), parlata nell'Africa sud occidentale da appena 8 persone, tutti individui anziani della omonima popolazione. La stragrande maggioranza dei circa 500 rappresentanti della popolazione nlu sono madrelingua nama o afrikaans.
O del guardiolo (in occitano gardiòl), una varietà dialettale occitana parlata nel borgo storico di Guardia Piemontese in provincia di Cosenza di cui resistono circa 340 locutori.

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