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I post con tag "Scuola" archivio

L'ora di Cthulhu

Res publica   19.10.09  

Aggiungere lo studio della religione islamica nelle scuole lasciando fuori tutte le altre confessioni.
Cancellare una discriminante creandone al contempo tante altre sembra essere la risposta all'integrazione culturale e religiosa in Italia.

In attesa della proposta per l'ora di religione per i seguaci del culto del mostro volante fatto di spaghetti.

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Guardi la mazza mentre ti indico la Luna

Res publica   01.11.08  

Si dicute su chi abbia colpito per primo tra centri sociali e fascisti. Una discussione di lana caprina, va detto.
La gravità della vicenda non risiede in chi abbia scagliato la prima mazza, ma nel perché e nel come un camion pieno di giovani fascisti sia potuto entrate in un'area pedonale (armati di spranghe tricolori e caschi, non di striscioni e megafoni sia chiaro) durante una manifestazione autorizzata, senza che alle forze dell'ordine presenti si muovesse un sopracciglio.

E a margine che tutto questo ricordi da vicino, molto da vicino, le parole e le intenzioni di Cossiga su come arginare la protesta.

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Segni di squilibrio

Res publica   23.10.08  

Cosa non direbbe Cossiga per un minuto di celebrità.

Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interni. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì.

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Scuole

Res publica   05.10.08  

Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito?
Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali.
C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. [...] Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private.
Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio.
Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata.
Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. [...] Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso in difesa della Scuola nazionale, a Roma l'11 febbraio 1950.

Via me_gustas_tú.

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Armiamoci di sabot

Res publica   31.07.08  

Uno dei punti più controversi è la norma che consente di scaricare i testi da internet "per contenere il costo" dei libri scolastici. A parte che lo strumento on line, in quanto non filtrato, deve essere usato con precauzione dai più giovani, si crea una palese discriminazione, in quanto non tutte le famiglie posseggono un PC. Il costo per i genitori di dotarsi di un computer, di un abbonamento web, di una stampante e dei toner è senz'altro più elevato di quello dell'acquisto di un libro, uno strumento che gli studenti devono imparare ad usare e ad apprezzare, per la sua unicità.

L'affermazione è di Maria Pia Garavaglia, ministro ombra del PD.
Per smontare la tesi basterebbe ricordare alla Garavaglia che un e-book vive su di uno schermo e probabilmente a nessuno verrà mai in mente di stamparlo.
O che magari, di fatto, tutti i ragazzi possiedono almeno un device in grado di visualizzare un libro in formato elettronico.
O ancora che i punti controversi, dell'impostazione che l'attuale Governo vuole dare all'istruzione pubblica, sono ben altri e sotto gli occhi di tutti.

Un atteggiamento reazionario, conservatore, luddista. Tipico della destra peggiore.
Di sicuro incompatibile con chi mi dovrebbe rappresentare e con chi si è assunto l'impegno di costruire una grande forza socialdemocratica e riformista di stampo europeo.

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Me lo copio

Geek   28.05.08  

Il software che riconosce il copia e incolla e lo spiffera al professore di turno mi pare una scemenza colossale.
Più che altro per come è scritto l'articolo.

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