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Geek archivio

L'obiettivo con la lente di ghiaccio

Geek   24.10.18  

Il regista Mathieu Stern racconta come grazie a una stampante 3D è riuscito a costruire un obiettivo fotografico capace di ospitare un'insolita lente ricavata dal ghiaccio islandese raccolto sulla sabbia lavica della spiaggia di Reynisfjara.

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Un telescopio planetario per osservare il buco nero al centro della galassia

Geek   10.10.18  

Realizzare un telescopio virtuale grande quanto la Terra per fotografare il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea.
È il progetto Event Horizon Telescope. L'idea è sfruttare le capacità di un supercomputer per analizzare i dati rilevati da osservatori sparsi sulla superficie terrestre e tutti indirizzati verso il centro galattico.

Avery Broderick, un astrofisico teorico che lavora con l'Event Horizon Telescope, ha affermato nel 2014 che la prima immagine di un buco nero potrebbe essere altrettanto importante di "Pale Blue Dot", la foto della Terra del 1990 che la sonda spaziale Voyager scattò dagli anelli di Saturno, in cui il nostro pianeta è un puntino insignificante in un vasto vuoto. Avery sostiene che la nuova immagine di una delle più pure incarnazioni della natura del caos e del disagio esistenziale avrebbe un messaggio diverso: direbbe, ci sono mostri là fuori.

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Il primo video registrato su un asteroide

Geek   29.09.18  
La superficie di 162173 Ryugu
La superficie di 162173 Ryugu

La superficie dell'asteroide 162173 Ryugu ripresa dal Rover-1A atterrato assieme al gemello Rover-1B con il lander MINERVA-II separatosi dalla sonda Hayabusa2.
La missione della JAXA prevede oltre a osservazioni ravvicinate dall'orbite anche l'atterraggio di due lander: il MINERVA-II che a sua volte contiene due piccoli rover in grando di spostarsi sulla superficie del corpo celeste saltellando grazie alla ridotta gravità e il MASCOT sviluppato in collaborazione tra le agenzie europee DLR e CNES che dovrà condurre osservazioni in situ.
La missione si concluderà con un passaggio ravvicinato della sonda Hayabusa2 per raccogliere campioni di terreno, grazie a un braccio robotico, da riportare sulla Terra entro il 2020.

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Un'enciclopedia sull'universo immaginato da Tolkien

Geek   25.09.18  
Mappa della Terra di Mezzo
Mappa della Terra di Mezzo

The Encyclopedia of Arda rappresenta uno degli archivi più completi ed esaustivi sull'universo fantastico creato da J.R.R. Tolkien.
Nessun argomento è troppo oscuro e nessun dettaglio è troppo insignificante per l'enciclopdia realizzata da Mark Fisher.
Una fonte irrinunciabile per ogni appassionato delle opere tolkeniane per districarsi tra personaggi, luoghi, creature e culture della Terra di Mezzo, di Arda e di Eä.

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Il fossile di uno dei primi animali della Terra

Geek   25.09.18  
Fossile di Dickinsonia
Fossile di Dickinsonia

La scoperta di molecole di colesterolo in un fossile di Dickinsonia farebbe di questo misterioso organismo diffuso nel periodo Ediacarano, circa 570 milioni di anni fa, uno dei primi animali presenti sulla Terra.
Sino a oggi non c'era certezza che questo organismo dalle forme aliene fosse un animale, alcuni ipotizzavano che la Dickinsonia potesse essere imparentata con licheni o amebe giganti, che fosse un esperimento fallito d'evoluzione o addirittura potesse essere un rappresentante di un regno ormai estinto.

I primi grandi organismi complessi della Terra appaiono nei reperti fossili databili intorno a 600 milioni di anni.
Essi prendono il nome di fauna di Ediacara, un complesso di forme di vita pluricellulare risalenti al Proterozoico superiore i cui resti sono stati rinvenuti in varie parti del mondo, poco prima dell'esplosione cambriana della moderna vita animale.

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Alla ricerca della materia oscura sotto il Gran Sasso

Geek   17.09.18  

All'interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, tra i più grandi e importanti laboratori di ricerca sotterranei al mondo e gli unici ad avere un accesso autostradale diretto attraverso il traforo del Gran Sasso sotto a circa 1.400 metri di roccia, i ricercatori dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare testano il prototipo di SABRE, l'esperimento che dovrà rilevare particelle di materia oscura ovvero l'ipotetica componente di materia che non emettendo radiazione elettromagnetica non è direttamente osservabile se non attraverso gli effetti gravitazionali.
Secondo l'attuale modello standard della cosmologia e le leggi della gravitazione, la materia oscura dovrebbe costituire quasi l'86% della massa presente nell'universo.

L'esperimento SABRE (Sodium Iodide with Active Background Rejection) è progettato per la rivelazione diretta delle particelle di materia oscura attraverso l'interazione di queste ultime con i nuclei di un materiale che serve da bersaglio e rivelatore allo stesso tempo. Una caratteristica, indipendente dai modelli, dei segnali dovuti all'interazione di particelle di materia oscura in un rivelatore terrestre è quella di presentare una modulazione annuale del numero di interazioni che si osservano nel tempo. Questa modulazione sarebbe dovuta al fatto che la velocità stessa della Terra rispetto al sistema di riferimento della nostra Galassia (col quale le particelle di materia oscura sarebbero solidali) varia durante l'anno. Il numero di interazioni è quindi massimo intorno al 2 Giugno. Lo scopo di SABRE è di rivelare tale modulazione annuale utilizzando una serie di cristalli di ioduro di sodio drogato al tallio ad elevata radiopurezza immersi in uno scintillatore liquido che funge da veto attivo. La radiopurezza dei cristalli è una delle caratteristiche principali di SABRE. Prima della costruzione dell'esperimento vero e proprio è quindi necessario caratterizzare i primi cristalli da circa 5 kg prodotti dalla collaborazione. Il programma scientifico di SABRE prevede inoltre l'installazione di due rivelatori gemelli: uno nell'emisfero nord, presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, in Italia, e uno nell'emisfero sud, presso lo Stawell Underground Physics Laboratory in Australia. L'utilizzo di due rivelatori permette di isolare qualsiasi effetto dovuto ai muoni di origine cosmica, la cui modulazione ha una fase opposta nei due emisferi.

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Una mappa estremamente dettagliata dell'Antartide

Geek   09.09.18  
La mappa dell'Antartide REMA
La mappa dell'Antartide REMA

I ricercatori della University of Minnesota e della Ohio State University hanno cartografato come mai prima d'ora l'Antartide, creando una completa mappa del continente gelato grazie alle immagini scattate dai satelliti della costellazione DigitalGlobe.
REMA, acronimo di Reference Elevation Model of Antarctica, ha una risoluzione media di otto metri al suolo, rendendo l'Antartide il continente mappato a più alta risoluzione tra le terre emerse.

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