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Marzo 2024 archivio

Le città sotterranee dell'Impero Romano d'Oriente

Wow   31.03.24  

Le stupefacenti formazioni geologiche della Cappadocia sono uno dei paesaggi più sorprendenti della Terra. Conosciute anche come camini delle fate, queste impressionanti formazioni nascondono un'impresa di ingegneria premoderna altrettanto notevole: una rete di vaste città sotterranee che si estendono in profondità sotto la superficie.
Chi abitava queste città e perché? Veronica Kalas, su TED-Ed affronta e svela i segreti di questa storia sepolta.

Le città sotterranee della Cappadocia furono costruite durante l'Impero Bizantino, nel periodo compreso tra il V e il XII secolo. Queste città rappresentano un notevole esempio di ingegneria e architettura antica. Scavate nella roccia vulcanica, le città sotterranee si estendono su diversi livelli, fino a otto o nove piani sottoterra. Si stima che alcune di queste città potessero ospitare migliaia di persone.
Le città sotterranee servivano come rifugi per le comunità locali in tempi di pericolo. Durante il periodo delle invasioni arabe e persiane, le persone trovavano sicurezza all'interno di questi complessi sotterranei con i loro intricati passaggi, le camere residenziali, le chiese e i magazzini.
Vie sotterranee consentivano la comunicazione e il trasporto di merci tra le diverse comunità. La presenza di sistemi di ventilazione e pozzi d'acqua dimostra che le città sotterranee erano progettate per essere autosufficienti e in grado di sostenere la vita delle persone che vi si rifugiavano.

Oggi, alcune delle città sotterranee della Cappadocia sono state aperte al pubblico, permettendo ai visitatori di immergersi nella storia e nell'architettura di questo straordinario complesso. Esplorando le gallerie e le camere sotterranee, si può comprendere l'ingegno e la dedizione che hanno permesso la loro costruzione.
Un tesoro nascosto; un affascinante tuffo nel passato nella testimonianza della resilienza e dell'ingegnosità delle civiltà antiche.

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Il curioso e vasto mondo dei picchi

Geek   31.03.24  

I picchi sono uccelli affascinanti e curiosi, noti per il loro caratteristico comportamento di picchiettare sui tronchi degli alberi. Ma oltre alla loro caratteristica abilità, i picchi presentano una sorprendente varietà di dimensioni, colori e adattamenti che li rendono una delle famiglie di uccelli più interessanti e diversificate del mondo con oltre 230 specie.

Cornell Lab of Ornithology ci conduce in un viaggio attraverso la diversità di questa razza di uccelli, mostrandoci specie provenienti da ogni angolo del pianeta. Potremo ammirare l'imponente picchio imperiale, con la sua spettacolare cresta rossa e nera, o il piccolo picchio delle Filippine, che è una delle specie più rare al mondo. Scopriremo anche il picchio nero dell'America settentrionale, noto per il suo piumaggio nero lucido e il caratteristico richiamo.
Ma non sono solo le dimensioni e i colori a differenziare i picchi. Questi uccelli si sono adattati a una vasta gamma di habitat, dalle foreste pluviali alle regioni montane, dai deserti alle tundre. Alcune specie sono specializzate nel cercare cibo sotto la corteccia degli alberi, mentre altre si nutrono principalmente di insetti che trovano nel suolo o tra l'erba.
Apprenderemo le curiose abitudini dei picchi, come il loro modo unico di comunicare attraverso i tambureggiamenti sui tronchi o la costruzione delle loro tane all'interno degli alberi. Scopriemo come i becchi robusti si sono adattati consentendo loro di resistere alle forti sollecitazioni causate dal picchiettare costante.
Attraverso immagini mozzafiato e informazioni dettagliate, esploreremo la natura unica di questi uccelli e verremo catturati dalla bellezza e dalla varietà di questa straordinaria specie di volatili.

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Come gli antichi egizi costruirono la Grande Piramide

Geek   30.03.24  

Appena il faraone Khufu salì al trono intorno al 2575 a.C., iniziarono i lavori per il suo luogo di riposo eterno. L'architetto della struttura, Hemiunu, stimò che avrebbe avuto bisogno di 20 anni per completare la tomba reale. Ma ciò che non poteva prevedere era che questo monumento sarebbe rimasto la struttura artificiale più alta del mondo per oltre 38 secoli.

Soraya Field Fiorio, su TED-Ed esplora la costruzione della Piramide di Cheope, una delle sette meraviglie del mondo antico e uno dei monumenti più iconici e misteriosi della storia umana. Le dimensioni imponenti e la precisione della sua costruzione hanno affascinato studiosi e visitatori di tutto il mondo per secoli.
La costruzione di una struttura così monumentale richiese un'enorme quantità di manodopera, risorse e pianificazione. Gli antichi egizi impiegarono una combinazione di abilità architettoniche, ingegneristiche e organizzative per realizzare questa meraviglia. La base della piramide copre un'area di oltre 13 acri, con blocchi di pietra di enormi dimensioni che vennero trasportati e posizionati con una precisione significativa.

Una delle domande più affascinanti riguardo alla Grande Piramide è come gli antichi egizi riuscirono a sollevare e posizionare i massicci blocchi di pietra che costituiscono la struttura. Gli studiosi hanno ipotizzato diverse teorie, tra cui l'uso di rampe, argani, leve e persino l'uso di acqua per agevolare il movimento dei blocchi. Nonostante le ipotesi, la tecnica esatta rimane ancora oggetto di dibattito e studio.
Oltre alla sfida della costruzione fisica, gli egizi dovettero anche affrontare questioni logistiche complesse. Era necessario fornire cibo, acqua e alloggio per migliaia di lavoratori durante i lunghi anni di costruzione. I materiali da costruzione dovevano essere estratti da cave remote e trasportati sul luogo di costruzione. Tutto ciò richiedeva un'organizzazione efficiente e una pianificazione attenta.

La Piramide di Cheope rimane un testamento alla maestria degli antichi egizi nel campo dell'architettura e dell'astronomia.
Attraverso lo studio della sua costruzione, possiamo affondare nelle abilità e nella creatività degli antichi egizi. La loro dedizione, il loro ingegno e la loro visione hanno dato vita a un monumento che rimane un simbolo silenzioso della passata grandezza dell'antico Egitto.

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I mondi fantastici di Moebius

Wow   27.03.24  

La carriera artistica di Moebius è stata caratterizzata da un'evoluzione straordinaria e da una rivoluzione nel modo di concepire e realizzare fumetti e graphic novel.
Jean Giraud, conosciuto anche con lo pseudonimo Gir, divenne noto inizialmente per il suo lavoro nel genere western con la serie Blueberry. Con uno stile distintivo e dettagliato, ha saputo catturare l'essenza del selvaggio West, portando i lettori in avventure emozionanti attraverso le sue tavole. La serie Blueberry ha consolidato la reputazione di Giraud come uno dei talenti più promettenti nel panorama dei fumetti.

Tuttavia, è con lo pseudonimo Moebius che Giraud ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dei fumetti europei, come racconta Art Shutter in questa monografia.
Negli anni '70 e nei primi anni '80, Mœbius ha rivoluzionato il medium dei fumetti con opere straordinarie come Il Garage Ermetico e L'Incal.

Con un tratto sperimentale, astratto e surreale, Moebius ha trasformato la narrativa visiva, aprendo nuove porte e sfidando le convenzioni del fumetto tradizionale.
Il Garage Ermetico è un'opera visionaria, una fusione di fantascienza, filosofia e immaginazione che ha trasportato i lettori in mondi sconosciuti e affascinanti. Le sue illustrazioni dettagliate e i paesaggi fantastici hanno catturato l'immaginazione di molti, aprendo la strada a nuove possibilità espressive nel campo dei fumetti.
Ma è con L'Incal che Moebius ha raggiunto l'apice della sua carriera artistica. In collaborazione con lo scrittore Alejandro Jodorowsky, ha dipinto un'epopea di proporzioni cosmiche che ha affrontato temi profondi e complessi. I disegni di Moebius hanno dato vita a personaggi iconici e scenari straordinari, creando un'esperienza visiva coinvolgente e indimenticabile.

L'influenza di Giraud ha lasciato un'eredità indelebile. Una fonte di ispirazione inesauribile come la sua fervida immaginazione.

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Panorami della Terra di Mezzo di Tolkien

Multimedia   25.03.24  

A partire dal 2003 ogni anno il 25 marzo si tiene il Tolkien Reading Day, un evento organizzato originariamente dalla Tolkien Society per incoraggiare i fan, le scuole, i musei, le biblioteche e i filologi a celebrare e promuovere la vita e le opere di J.R.R. Tolkien, leggendo passi tratti dai suoi testi.
La data ricalca il 25 marzo 3019 della Terza Era, il giorno che segna la distruzione dell'Unico Anello tra le fiamme del Monte Fato e con esso la caduta di Sauron e il crollo di Barad-dûr.

Il Tolkien Reading Day ha avuto inizio in seguito a una richiesta di Sean Kirst, editorialista del The Post-Standard, un giornale locale di Syracuse nello stato di New York.

I miei nonni erano pescatori di Buckie, nel nord della Scozia, portatori di vecchie storie e leggende, e la trilogia ha riempito un certo vuoto nella mia vita. Ho molti amici qui a New York che sono rimasti ugualmente commossi dal libro, riaccesi dal film, e tutti ci siamo chiesti: c'è qualche giorno dedicato informalmente alle letture della trilogia, nello stesso modo in cui Bloomsday è dedicato a Joyce?
L'idea piacque così tanto al comitato che scelsero il 25 marzo 2003 come primo Tolkien Reading Day, e il resto, come si suol dire, è storia!

Trovo che il montaggio di The Beauty Of, sui panorami della Terra di Mezzo immaginata nelle trilogie dirette da Peter Jackson legate allo Hobbit e al Signore degli Anelli, sia il perfetto sfondo per celebrare il tema di quest'anno: una riflessione sull'impegno al servizio e al sacrificio.

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Quando un anniversario e un viaggio nel tempo fecero apparire il capitano Kirk e l'Enterprise in un episodio di Star Trek: Deep Space Nine

Multimedia   24.03.24  

Il documentario The Making of Star Trek Deep Space Nine Trials And Tribble-ations, trasmesso sul canale Sci-Fi il 4 novembre 1996, offre uno sguardo approfondito al dietro le quinte della realizzazione di uno degli episodi più memorabili dell'intero franchise, in cui gli ufficiali di DS9 incontrano attraverso un viaggio temporale (e un perfetto uso della CGI) l'equipaggio originale dell'Enterprise alle prese con la doppia minaccia dei Klingon e dei triboli.

Attraverso interviste con il cast e la troupe otteniamo un'idea del processo creativo e delle sfide affrontate durante la realizzazione di questo ambizioso episodio girato per celebrare il 30° anniversario della serie.

Mentre si avvicinava il trentesimo anniversario di Star Trek, si stavano facendo dei piani. Il film Star Trek: Primo contatto stava entrando in produzione, era in programma uno speciale televisivo per celebrare il franchise e l'attore della serie originale George Takei era stato scelto per apparire nell'episodio di Star Trek: Voyager intitolato Flashback. Il produttore Ira Steven Behr ricordò in seguito di aver pensato che Deep Space Nine potesse non essere incluso, considerandola inferiore rispetto a VOY e TNG. Rick Berman contattò Behr e gli chiese se fosse interessato a fare qualcosa per celebrare l'anniversario. Behr accettò di discuterne con gli sceneggiatori dello show.

Ronald D. Moore aveva precedentemente riportato il personaggio della serie originale Montgomery Scott nell'episodio di Star Trek: The Next Generation intitolato Il naufrago del tempo, e poiché Takei appariva già in Voyager, decisero che sarebbe stato ripetitivo inserire in DS9 un membro del cast principale della serie originale. Moore allora considerò l'idea di far incontrare l'equipaggio di DS9 con gli Iotiani, precedentemente visti nella serie classica nell'episodio Chicago anni 20. René Echevarria suggerì invece un episodio legato al viaggio nel tempo, ma inizialmente venne considerato un'opzione troppo costosa. Echevarria insistette sull'idea. Moore suggerì di inserire l'equipaggio di DS9 nell'episodio Animalette pericolosi, affermando che avrebbe potuto risolvere la questione del perché il capitano Kirk continuasse a venire bersagliato da una caduta di triboli dopo esserne già stata sommerso.

Quando si discusse dell'inserimento dell'equipaggio di DS9 nella scena della rissa nel bar a Berman piacque l'idea, ma non era sicuro che potesse essere effettivamente realizzata. Il supervisore degli effetti visivi Gary Hutzel creò un montaggio di prova e lo proiettò a Behr e Moore, che pensarono semplicemente che fossero immagini dell'episodio originale. Una volta che Hutzel rivelò che un ufficiale di sicurezza aggiuntivo, interpretato dall'operatore di telecamera degli effetti visivi Jim Rider, era stato inserito senza soluzione di continuità nella sequenza, l'episodio fu approvato. Come ultima nota di colore, i nomi degli agenti temporali Dulmur e Lucsly erano in effetti anagrammi di Mulder e Scully, gli iconici agenti federali della serie X-Files.

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Come Jane Austen ha cambiato la narrativa

Multimedia   24.03.24  

I veri amanti dei libri leggono ogni tipo di letteratura e, nel tempo, riescono a riconoscere certi autori solo dal modo in cui mettono insieme le parole. Ma è necessaria la competenza di un esperto di letteratura o un linguista per vedere esattamente in che modo il linguaggio di un autore sia diverso da quello di un altro talentuoso scrittore e per spiegarlo al resto di noi.

Nerdwriter1 analizza lo stile di Jane Austen, quello che i linguisti chiamano discorso indiretto libero, una tecnica che connette il narratore con il personaggio e il lettore contemporaneamente pur separandoli abbastanza da consentire la libertà di criticare quel personaggio.
Anche se sei un fan di Jane Austen, potresti non esserti mai accorto di questo aspetto e di come questa tecnica ha cambiato il modo di scrivere una fiction. È uno dei numerosi strumenti che conferiscono a un autore una voce distintiva e una sensazione unica nel modo in cui racconta una storia.

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15 documentari che tutti dovrebbero guardare

Multimedia   23.03.24  

Il documentario ha vissuto una sorta di rinascimento pop negli ultimi decenni, a partire dal 1994 con Hoop Dreams di Steve James, vincitore di un premio Oscar. Esempi più recenti includono The Act of Killing di Joshua Oppenheimer, in cui i partecipanti alla violenza politica di massa degli anni '60 in Indonesia ricordano la loro brutalità in dettaglio, e O.J.: Made in America, che ripercorre il processo del secolo così vicino eppure così lontano nella nostra memoria culturale.

American Movie, il documentario di Chris Smith e Sara Price su Mark Borchardt, un aspirante regista di film horror del Wisconsin, occupa giustamente il primo posto nella nuova video classifica di Cinema Cartography, che elenca i quindici migliori documentari di tutti i tempi.
La lista include opere ben note dei registi documentaristi più acclamati, come Titticut Follies di Frederick Wiseman, che registra uno spettacolo di talenti in un ospedale psichiatrico giudiziario, The Thin Blue Line di Errol Morris, che si è rivelato fondamentale per risolvere il caso di omicidio che esamina e Grizzly Man di Werner Herzog, che affronta in modo caratteristico l'ironico destino di un eccentrico appassionato di orsi.

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The Lost Universe il gioco di ruolo della NASA

Wow   20.03.24  
The Lost Universe NASA
The Lost Universe NASA

The Lost Universe unisce la passione per i giochi di ruolo alla curiosità scientifica, aprendo nuovi orizzonti di esplorazione e apprendimento. La NASA ci invita a immergerci in un'avventura coinvolgente, in cui potremo mettere alla prova le nostre abilità strategiche e scientifiche mentre scopriamo i segreti dell'universo.

È giunto il momento di radunare il tuo gruppo e il tuo sistema di gioco di ruolo preferito. Una misteriosa oscurità si è abbattuta sulla città di Aldastron, sul pianeta ribelle di Exlaris. Ricercatori dedicati allo studio del cosmo sono scomparsi e il telescopio spaziale Hubble è svanito dal corso temporale della Terra. Solo un gruppo ambizioso di avventurieri potrà scoprire ciò che è successo e come rimediare. Sei pronto per la sfida?

L'idea di adattare l'avventura a diversi sistemi di gioco di ruolo permette a un'ampia gamma di giocatori di partecipare e godere dell'esperienza. Che tu sia un veterano dei gdr o un pivello curioso, questa avventura offre un'opportunità unica di apprendimento e divertimento.
La combinazione di elementi di fantasia e scienza crea un ambiente stimolante in cui possiamo esplorare concetti scientifici mentre viviamo una storia avvincente. Siamo chiamati a sfruttare le nostre abilità scientifiche per risolvere enigmi, superare ostacoli e contribuire alla scoperta di nuove conoscenze.

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Le illusioni ottiche spiegate

Wow   19.03.24  

Paint Explainer ci regala un'esperienza di otto minuti, durante la quale descrive con esempi dettagliati le più curiose illusioni ottiche.
Le illusioni ottiche sono affascinanti e misteriose. Sono in grado di ingannare la nostra percezione visiva, portandoci a vedere cose che non sono realmente presenti o a interpretare le immagini in modi insoliti. Sono un'espressione della complessità del nostro sistema percettivo e svelano interessanti prospettive sul funzionamento della nostra mente.

Nel video veniamo trasportati in un mondo di distorsioni visive, prospettive ambigue e figure impossibili. Assistiamo a illusioni, movimenti, sovrapposizioni e forme che si modificano davanti ai nostri occhi e che ci appaiono assolutamente reali e tangibili anche se non lo sono. Ogni illusione è uno stimolo per la nostra mente e la nostra curiosità; un inganno dei nostri sensi.

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