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I post con tag "Islanda" archivio

Il telecronista perde tutta la sua freddezza nordica per il gol dell'Islanda

Res publica   23.06.16  

Il sogno dell'avventura europea dell'Islanda nella voce del telecronista al gol, decisivo per il passaggio del turno, contro l'Austria al 90esimo.

Everything's open! Theódór Elmar! Is he alone on their side of the field? Three on two! Emmi [short for Elmar]! Inside the box! Inside the box! Emmi!
YEEEEEES! YEEEEEES! YEEEEEES! YEEEEEES! YEEEEEES! YEEEEEES! We are winning! We have qualified to the 16 team final! We have qualified to the 16 team competition! We are winning Austria! The voice is gone, but that doesn't matter, we have qualified!
Arnór Ingvi Traustason! Just scored! Iceland two, Austria one! What a moment! What a moment! What! The referee has called the game, and I have never, I have never felt this good!
Arnór Ingvi Traustason guarantees us the first win in the Euros! We have never lost, don't forget that, we have never lost but the first win is a fact! Iceland two, Austria one.
Thanks for coming Austria, thanks for coming!

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L'ultimo hamburger di McDonald's in Islanda

Wow   07.02.15  

Una webcam riprende l'ultimo hamburger di McDonald's ancora esistente in Islanda, dopo la chiusura del fast food a Reykjavik nel 2009.

The day before it closed down, October 30th 2009, Hjörtur Smárason went to McDonalds and bought a burger. Not to eat, but to keep and it was put in the original emballage on a garage shelf. Three years later he opened it again to find it looking exactly like it was when he left it. So he donated it to the national museum in Iceland where it was in storage for a year.

Now it is on display at Bus Hostel Reykjavik in Iceland, not only for those who drop in, but also with a live video stream where you watch the hamburger rot - or not - on live camera. You might have to be patient though to see any changes. Chances are that this is the most boring, uneventful web cam on the planet.

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La rivoluzione (mancata) islandese

Res publica   20.02.14  

La mitizzazione del caso Islanda durante la crisi finanziaria, additata da alcuni come la paladina della battaglia contro il capitalismo finanziario internazionale e promotrice della rinascita della democrazia diretta, alla luce del fallimento della stesura di una Costituzione attraverso i social network, con la moneta più debole d'Europa, la zavorra dei mutui capestro e di un immenso debito da ripagare, l'invariata situazione politica e il potere oligarchico di una manciata di famiglie in un lungo articolo su Internazionale.

È stata una fantasia consolatoria anche pensare che esistesse una via islandese al capitalismo, e che l'Italia, la nona potenza industriale del pianeta, potesse imparare qualcosa da una nazione che ha lo stesso pil del Congo. Non c'è stata nessuna sfida islandese alla finanza internazionale, soltanto una prima disinvolta e poi fraudolenta gestione degli strumenti finanziari da parte delle banche islandesi; e la comprensibile tendenza di molti cittadini islandesi a non fare troppe domande, per non spezzare l'incantesimo. "A un certo punto, un po' prima della bancarotta", mi ha detto Ragga, "era diventato abbastanza chiaro che non poteva continuare così. E allora la gente non ha rallentato: ha accelerato, ha fatto ancora più debiti, ha comprato ancora più cose, è partita per le Canarie. Passava l'ultimo treno, era da idioti perderlo".

La democrazia diretta è la medicina per curare questa malattia così caratteristicamente umana, l'amore per il denaro? Possibile, ma poco probabile. In ogni caso, a cinque anni dalla bancarotta, l'esperimento islandese – la costituzione riscritta dai cittadini, l'assemblea permanente su internet e nessuna pietà (nessuna giustizia) per i creditori – non sembra aver avuto successo.

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Un jedi al voto

Res publica   29.04.13  

Il sindaco Jón Gnarr vestito da jedi

Jón Gnarr, sindaco di Reykjavik, si è presentato al seggio per le elezioni politiche islandesi - vinte da quella destra euroscettica e causa del tracollo finanziario dell'isola - vestito da cavaliere jedi.

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L'Unione Nordica

Res publica   06.11.10  

L'idea non è nuova. Unire tutti i paesi scandinavi in un'unica nazione confederata.
Danimarca, Norvegia, Islanda, Finlandia e Svezia loro dipendenze, manterrebbero le loro legislazioni per le materie di ambito locale, ma l'economia, le politiche del lavoro, la difesa e i rapporti con gli altri paesi verrebbero demandati ai nascenti organismi federali.

L'Unione Nordica diverrebbe la dodicesima economia mondiale e prenderebbe stabilmente parte al G20.
Tutti da definire i rapporti con l'Unione Europea. Mentre l'Islanda sembra intenzionata a intraprendere il cammino verso Bruxelles di ben altro avviso rimane la Norvegia.

L'idea ripresa dallo storico svedese Gunnar Wetterberg ha provocato reazioni contrastanti.
Se i governi sembrano interessati ad una maggiore cooperazione - in fondo il background culturale e linguistico comune è evidente - gli scandinavi restano freddi all'ipotesi.

Nell'annuale seduta del Consiglio nordico, che si è appena conclusa a Reykjavik, si è parlato anche di questo.

The united Nordic federation is a realistic Utopia that could be achieved within 20 years.

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L'isola della libertà

Res publica   16.06.10  

Il Parlamento islandese ha approvato la Icelandic Modern Media Initiative.
L'idea è quella di costruire un vero e proprio paradiso a tutela della libertà di espressione, partendo dalle migliori legislazioni mondiali in materia.

E questo potrebbe avere ricadute anche sull'Italia.
La nostra legge sulle intercettazioni, la così detta "legge bavaglio" al momento al vaglio del Parlamento, potrebbe essere inefficace già prima di vedere la luce.
Basterebbe infatti trasferire la propria sede legale in Islanda per poter pubblicare tranquillamente qualsiasi tipo di intercettazioni, eludendo legalmente qualsivoglia provvedimento sanzionatorio.

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Perché la decisione di chiudere lo spazio aereo europeo è stata una buona idea

Geek   25.04.10  

Il 24 giugno 1982 il volo BA-009, un Boing 747 con 248 passeggeri e 15 membri di equipaggio sulla tratta da Londra Heathrow a Auckland - con soste programmate a Bombay, Madras, Kuala Lumpur, Perth, e Melbourne - entrò in una nube di cenere vulcanica causata dall'eruzione del vulcano Galunggung, a circa 180 chilometri a sud-est di Jakarta.

La cenere vulcanica provocò l'incendio del motore numero 2 e 4 e subito dopo lo spegnimento di tutti e quattro i motori.
La ionizzazione dell'aria attorno all'aereo generò una tempesta elettrica assimilabile al fuoco di Sant'Elmo.
La cabina di pilotaggio e il resto dell'aereo vennero presto invasi dai fumi dello zolfo e persero la pressurizzazione.

La decisione di scendere di quota, uscendo dalla nube di cenere e rientrare all'aeroporto di Jakarta fu decisiva per la salvezza del volo. Nonostante ciò anche l'atterraggio causò non pochi problemi. Uno su tutti la visibilità zero causata dalla quasi completa opacizzazione dei finestrini dovuta al terribile potere abrasivo della cenere.
Abrasioni e scarificazioni riscontrate poi su tutta la carlinga.

Il 15 dicembre 1989 il volo KLM-867, un altro Boing 747 con 247 passeggeri a bordo nella tratta da Tokyo ad Amsterdam, riscontrò i medesimi problemi volando attraverso le ceneri dell'eruzione del monte Redoubt in Alaska.
Anche in questo caso i piloti riuscirono a riaccendere i motori prima del disastro.

Ladies and gentlemen, this is your captain speaking. We have a small problem. All four engines have stopped. We are doing our damnedest to get them under control. I trust you are not in too much distress.

Captain Eric Moody. Flight BA-009.

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