Quelli del complotto
C'è chi pensa che l'aggressione a Berlusconi sarebbe tutto un complotto.
Pare che la statuina del Duomo fosse in realtà di cristallo. E non fosse affatto a forma di Duomo, bensì di teschio.
C'è chi pensa che l'aggressione a Berlusconi sarebbe tutto un complotto.
Pare che la statuina del Duomo fosse in realtà di cristallo. E non fosse affatto a forma di Duomo, bensì di teschio.
Pare che il ritardo nell'indicizzazione su Google Images delle immagini del Presidente del Consiglio ferito sia imputabile esclusivamente a Google stesso.
Una buona notizia per la nostra democrazia. Un duro colpo alla precisione e all'affidabilità del leader di mercato tra i motori di ricerca, che per questo evento è stato surclassato da tutti i suoi rivali.
Al momento le foto di Berlusconi ferito al volto domenica sera non sono visibili su Google Images.
Ci si augura per un malaugurato, momentaneo disservizio. Ci si augura.
(17:40) Aggiornamento: Google risponde alle accuse, "Aggiorniamo l'indice delle immagini regolarmente ma questa procedura richiede tempo, pertanto è possibile che immagini già comparse in articoli non siano immediatamente disponibili nei risultati della ricerca immagini su Google. Google dà grande importanza all'imparzialità dei propri risultati di ricerca. Non censuriamo né rimuoviamo immagini a meno che non provengano da pagine web che violano le nostre linee guida per Webmaster, non ci venga imposto dalla legge o non venga espressamente richiesto dal webmaster responsabile della pagina che le ospita". Ora i casi sono due. O Google Images dopo tre giorni non è in grado di fornire risultati coerenti, e questo è abbastanza grave per un motore di ricerca leader del mercato e che punta tutto sull'indicizzazione in tempo reale (tra l'altro altri motori di ricerca, vedi Bing, hanno quelle immagini). Oppure l'altra ipotesi che preveve censure e oscuramenti non voglio nemmeno immaginarla.
Immancabile è partito il nuovo meme su FriendFeed, sì internet non è solo Facebook, sulla dichiarazione con sfondo da cartellone elettorale di Berlusconi, pubblicata sul sito del PdL.
Il gioco ha origine da qui.
Guai a promuovere provvedimenti illiberali. Le leggi esistenti già consentono di punire le violazioni. Negli Usa Obama riceve intimidazioni continue su Internet, ma a nessuno viene in mente di censurare la Rete
Dovrebbe far riflettere che l'affermazione pronunciata da Casini, di puro buon senso, passi oggi come dichiarazione di grande saggezza e lungimiranza democratica di fronte alla stretta che il Governo sta tentando di dare alle libertà di espressione e dissenso.
Non più tardi di ieri scrivevo,
I gruppi di Facebook sono rappresentativi quanto le scritte nei bagni delle stazioni.
Oggi Gian Antonio Stella nell'intento di colpire, nel suo editoriale sul Corriere, la violenza inevitabile del sommerso di internet da credito proprio a quelle scritte. Quasi fossero pamphlet di rivoluzionari.
Scoprire solo adesso la società civile sul web, con tutti i suoi umori e la sua pancia, e con argomentazioni tanto banali quanto fuori contesto, come il proposto correttivo da fuori, fa pensare ad una reale scarsa conoscenza delle tematiche di internet e della società stessa.Il prossimo passo sarà dunque inevitabile. Chiudere i bar, ricettacolo delle peggiori istigazioni e apologie.
I gruppi di Facebook sono rappresentativi quanto le scritte nei bagni delle stazioni.
Ci sono momenti in cui è necessario mettere da parte i complottismi, riporre i "se", i "ma" e i "però" per ritrovare un minimo di oggettività e serietà.
Oggi è uno di quei momenti. Di fronte all'aggressione, alla violenza, è desolante ascoltare dichiarazioni e analisi ricche di distinguo e ammiccamenti.
Prima la classe politica farà suo questo comportamento e prima l'Italia e la sua democrazia potranno iniziare a definirsi mature. Senza rischiare di inciampare e tagliarsi sull'affilato rasoio di Occam.
anche nel tentativo di giustificare l'ingiustificabile, bisognerebbe avere l’onestà di non cadere in contraddizioni grandi quanto burroni. Chi sostiene che quanto accaduto ieri è conseguenza diretta di un clima d'odio e intolleranza fra gli schieramenti politici, generato da azioni e linguaggi politicamente violenti, credo non possa fare a meno di includere nell'elenco anche chi quotidiamente sostiene che Berlusconi è come Hitler, come Videla o come Mussolini (a quel punto la resistenza anche violenta sarebbe non tanto un rischio, quanto un diritto e forse un dovere) e soltanto qualche giorno fa diceva che «il governo è sordo alle richieste dei cittadini e se non si assume responsabilità ci potrebbe scappare l'azione violenta». Se uno pensa che è Berlusconi è un tiranno al pari dei più grandi sterminatori del Novecento, forse dovrebbe essere conseguente fino in fondo con la sua impegnativa asserzione, oppure magari evitare di delirare dall’alto di un pulpito che dovrebbe comportare grandi responsabilità. In ogni caso, va da sé che non si può contemporaneamente sostenere sia questa tesi che quella secondo cui si è trattato del gesto isolato di un pazzo e quindi non c'è niente di cui preoccuparsi.
Via Francesco Costa.
L'aggressione a Berlusconi è l'ultimo gradino di una graduale discesa nel delirio collettivo cominciata nel '92. Ma la prima preoccupazione di tutte le forze democratiche, come si diceva una volta, dovrebbe essere adesso quella di "fare cordone". E per primissima cosa Bersani dovrebbe condannare con parole dure, possibilmente al limite della querela, la dichiarazione rilasciata poco fa da Antonio Di Pietro.
A "fare cordone" dovrebbero pensare però anche i mezzi di informazione, per esempio risparmiandoci per una volta la solita fiera della demenza sui mille gruppi nati su Facebook che inneggeranno all’aggressore (ma non c'è niente da fare, mentre scrivo hanno già cominciato - è più forte di loro, è un pezzo facile, non costa nemmeno una telefonata).
Secondo me, sarebbe ora di fermarsi.Via Quadernino.
Berlusconi colpito al volto a Milano.
Sanguinava, fermato l'aggressore.Aggiornamento 21:00: Si chiama Massimo Tartaglia, ha 42 anni e risiede a Cesano Boscone l'uomo che ha colpito il premier Silvio Berlusconi dopo il comizio in piazza Duomo. E' in cura da 10 anni per problemi mentali al Policlinico di Milano. Questa notizia è stata confermata da fonti investigative.