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I post con tag "Medioevo" archivio

I Giochi Medievali

Res publica   24.07.21  

La fine dei Giochi Olimpici antichi non ha segnato l'abbandono dei grandi eventi sportivi, anzi, al contrario di quanto comunemente si ritiene, nel corso del Medioevo hanno continuato a esistere ed evolversi, come raccontato dallo Smithsonian Magazine.

Nell'Impero bizantino, gli eventi come le gare di bighe rimasero popolari e parte della vita civica a Costantinopoli (e altrove) almeno fino al XI secolo. Questo è stato uno sport immensamente popolare nell'Impero romano d'Oriente, con vere e proprie squadre in competizione tra loro. I fan delle squadre riempivano gli stadi, le bancarelle di fast food, e tifavano con entusiasmo i loro campioni, che spesso provenivano da popolazioni rese schiave dall'altra parte del Mediterraneo. Sebbene molti siano morti durante il corso delle gare, alcuni [...] riuscirono a diventare favolosamente famosi e ricchi.

[...] Un altro esempio viene menzionato da Jean Froissart, un cronista del tardo XIV secolo, che grazie al patrocinio del Regno d'Inghilterra poté viaggiare ampiamente durante la guerra di cento anni. Il cronista racconta una particolare giostra tenuta a St. Inglevere (vicino a Calais, in Francia). Durante una pausa nelle ostilità tra i re dell'Inghilterra e dalla Francia, tre cavalieri francesi annunciarono un torneo che attirò partecipanti e pubblico da ogni dove. L'eccitazione crebbe particolarmente in Inghilterra, dove un gran numero di nobili voleva sfidare questi cavalieri francesi. Il torneo durò 30 giorni e i tre cavalieri francesi si alternarono nelle giostre con decine di sfidanti, uno alla volta, fino a quando ognuno ebbe avuto la sua occasione. Alla fine, tutti erano soddisfatti e gli inglesi e i francesi si elogiarono a vicenda e si salutarono in un modo amichevole.

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Il generatore di meme medievali

Wow   04.06.21  
La Ruota della Fortuna
La Ruota della Fortuna

Scegli un'immagine dalla collezione proposta dalla Biblioteca Nazionale dei Paesi Bassi, scopri le informazioni sull'opera d'arte, aggiungi una battuta sagace e pubblica il risultato finale sui social network.
Il Medieval Meme Generator raccoglie opere d'arte, miniature e marginalia con scene curiose e strane allegorie che sfidano l'interpretazione moderna.
Un modo simpatico per esplorare la storia dell'arte medievale con una risata.

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La leggenda medievale di un mitico regno cristiano perduto

Wow   22.03.20  

Sul finire del XII secolo iniziò a circolare la leggenda di un regno cristiano nestoriano perduto. L'origine del mito risale a una lettera scritta in latino secondo la quale un sedicente re e sacerdote di nome Prete Gianni descriveva i suoi possedimenti in una lontana terra orientale.
Il suo regno era immenso, straordinariamente ricco e popolato, secondo l'immaginario medievale, da esseri mitologici.
La figura di questo personaggio divenne talmente popolare nelle cronache e nella tradizione europea che la sua leggenda perdurò sino al XVII secolo, ispirando racconti e canzoni.

Nel corso dei secoli fiorirono ipotesi e indizi che appassionavano storici e ricercatori. Per Jacques de Vitry, Prete Gianni, altri non era se non Gengis Khan. Vincenzo di Beauvais credeva fosse un imperatore indiano. Ludovico Ariosto, nell'Orlando furioso, lo immagina quale re d'Etiopia di nome Senapo, che Astolfo libera da una maledizione divina che lo costringeva a soffrire la fame. Odorico da Pordenone era convinto che si trattasse di un principe cinese. Secondo gli Annales sancti Rudberti Salirburgensis il leggendario re sarebbe stato Abaka, il secondo re mongolo di Persia. Infine Marco Polo e Alberico delle Tre Fontane affermavano trattarsi di un sovrano keraita, una popolazione mongola convertita al cristianesimo nestoriano.
Innumerevoli furono anche i tentativi di cercare il regno, spostando di volta in volta i confini man mano che le esplorazioni avanzavano, dalla Persia all'India, dalla Nubia all'Etiopia, dalla Mongolia alla Cina, dall'Indocina alla Manciuria.

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La mappa delle rotte commerciali medievali

Res publica   19.02.19  
La mappa delle rotte commerciali medievali
La mappa delle rotte commerciali medievali

Martin Jan Månsson ha realizzato un'accurata e dettagliata mappa navigabile delle rotte commerciali che attraversavano l'Europa, l'Asia e l'Africa tra l'undicesimo e il dodicesimo secolo.

Anche prima dei tempi moderni il mondo afro-euroasiatico era già ben collegato. Questa mappa descrive le principali arterie commerciali dell'alto medioevo, subito dopo il declino dei Vichinghi e prima dell'ascesa dei Mongoli, l'Hansa e ben prima che il Portogallo doppiasse il Capo di Buona Speranza.

La mappa mostra anche la topografia generale, i fiumi, i passi di montagna e le i nomi delle rotte. Tutto ciò ha contribuito a spiegare perché le città sono diventate, e lo sono ancora, fino ai tempi moderni.

Il medioevo era un tempo in cui le stelle si allineavano in termini di commercio per molte aree del mondo. Nell'Europa centrale molte città tedesche e francesi avevano aperto fiere annuali, alcune delle quali sono ancora attive oggi, soprattutto a Francoforte. Gli europei hanno rielaborato la domanda di beni orientali a seguito delle crociate in Iberia e nel Levante. Gli stati delle città italiane e alcune città iberiche del nord est avevano spedito i crociati avanti e indietro nel Mediterraneo, costruendo enormi flotte e creando reti di scambi commerciali in tutto il Mediterraneo. Gli italiani frequentavano porti come Alessandria, che avevano porti commerciali separati per navi musulmane e cristiane.

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Cavalieri contro chiocciole nel Medioevo

Multimedia   30.03.17  

Chi spingeva nobili cavalieri medievali a combattere contro ferocissime quanto innocue chiocciole giganti?
Vox ripercorre la storia di uno dei più curiosi meme medievali, la rappresentazione di epiche battaglie contro improbabili avversari invertebrati, nata come satira su antichi testi miniati di tutta Europa e diventata nel tempo uno scherzo tra iniziati.

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Nomi di animali domestici nel medioevo

Res publica   26.07.13  

La storia dei nomi dati a cani e gatti domestici nel medioevo raccontata da Medievalists.

In England we find dogs that were named Sturdy, Whitefoot, Hardy, Jakke, Bo and Terri. Anne Boleyn, one of the wives of King Henry VIII, had a dog named Purkoy, who got its name from the French ‘pourquoi’ because it was very inquisitive.

Geoffrey Chaucer's The Nun's Priest Tale has a line where they name three dogs: Colle, Talbot and Gerland. Meanwhile, in the early fifteenth-century, Edward, Duke of York, wrote The Master of Game, which explains how dogs are to be used in hunting and taken care of. He also included a list of 1100 names that he thought would be appropriate for hunting dogs. They include Troy, Nosewise, Amiable, Nameles, Clenche, Bragge, Ringwood and Holdfast.

Meanwhile, in Switzerland a list of 80 dogs that took part in a shooting festival in the year 1504 has been preserved. They reveal the most popular name was Furst (Prince). Other names included Venus, Fortuna, and Turgk. Some dogs got their names from the work being done by their owners: Hemmerli (Little Hammer) belonged to a locksmith, while Speichli (Little Spoke) belonged to a wagoner.

[...] In medieval England domestic cats were known as Gyb – the short form of of Gilbert – and that name was also popular for individual pet cats. Meanwhile in France they were called Tibers or Tibert was generic name fo domestic cat in France – Tibert the Cat was one of the characters in the Reynard the Fox animal fables.

Other names for cats included Mite, who prowled around Beaulieu Abbey in the 13th century, and Belaud, a grey cat belonging to Joachim du Bellay in the 16th century. Isabella d'Este also owned a cat named Martino. Old Irish legal texts refer to several individual cats and names them: Meone (little meow); Cruibne (little paws); Breone (little flame, perhaps an orange cat), and Glas nenta (nettle grey). An Irish poem from the ninth century describes how a monk owned a cat named Pangur Bán, which meant 'fuller white'.

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